Gita scolastica nel mezzo dell'alluvione. Una testimonianza da Praga
Il racconto dello studente lucchese Edoardo Parada, nella capitale ceca per uno scambio di istruzione proprio nei giorni della drammatica inondazione
07 June, 2013
Di Edoardo Parada
Domenica 2 giugno, volo internazionale per Praga delle 11.50, partito da Pisa. Io e la mia classe del Liceo artistico di Lucca stiamo facendo uno scambio internazionale con un altro Liceo psicopedagogico-artistico di Praga. Sull’aereo leggo il nostro programma di undici giorni. La seconda giornata, ad esempio, prevede una visita al giardino zoologico della capitale ceca, molto famoso in tutto il mondo, ma le nuvole che si intravedono all'orizzonte lasciano già presagire che allo zoo di Praga noi forse non ci andremo mai. All'arrivo, intorno alle 13.15, trovo ad accogliermi Karolina, la timida ragazza praghese che mi deve ospitare durante il mio soggiorno. Una pioggia realmente forte, quasi da monsone tropicale, si abbatte su di noi, ma la cosa non mi inquieta più di tanto (noi lucchesi siamo abituati alla pioggia). Prendiamo la metro per andare in centro, verso casa di Karolina, ma la troviamo stranamente vuota nonostante sia l'ora di punta. Lì per lì penso che a Praga le persone girino molto in auto, oppure che affrontino temerariamente la pioggia a piedi, ma in realtà sto per scoprire che non si tratta ne dell'una né dell'altra cosa. A poca distanza dalla nostra destinazione chiedo alla mia ospite perché ci sia così poca gente per strada e lei risponde con aria preoccupata che era a causa della pioggia. La mia perplessità fa partire il suo racconto: nel 2002 Praga è stata colpita da una grave inondazione, tale da costringere gli abitanti del centro, Karolina inclusa, all'evacuazione. La causa di tanta paura, adesso, mi è più chiara. Ci avviciniamo a osservare il fiume Vltava in piena, quasi da raggiungere i locali più prossimi alle acque marroni e rabbiose, poi, giunti a casa, sentiamo il telegiornale riferire di una situazione di allarme a Praga, dopo che la cittadina di Czech Krumlov, 180 Km a sud della capitale, era già stata inondata.
Il giorno dopo, lunedì 3 giugno, la sveglia non suona. Quando alle 10 del mattino apro gli occhi, vengo a sapere che durante la notte il fiume ha raggiunto lo stato di allerta e che la scuola è chiusa. Facciamo colazione con l'orecchio attaccato alla radio, poi decidiamo di andare di persona a guardare il fiume. Quelli che un tempo erano locali per spillare soldi ai turisti, adesso non sono altro che piccoli tetti emergenti dalla corrente del fiume, il cui livello è salito di altri 4-5 metri. Molta gente viene calamitata dalla Vltava in piena, memore probabilmente dell'inondazione di dieci anni fa. Noto molti sguardi preoccupati e persi tra i praghesi. Nonostante l'allerta, la mia visita prosegue quasi normalmente: nel pomeriggio usciamo sulle colline della capitale, per poi visitare il centro cittadino. Di sera in TV non si parla d'altro, però: Praga è in stato d’allerta. Fortunatamente, i praghesi (circa un milione e mezzo di persone) possono contare su efficienti mezzi pubblici che limitano notevolmente la circolazione delle auto.
Martedì 4 giugno: non possiamo ancora ritornare a scuola e neanche muoverci in città con i mezzi pubblici perché alcune stazioni della metropolitana sono allagate e i ponti sono chiusi. La situazione è critica, l'esercito, mobilitato già da ieri, collabora coi pompieri alla costruzione di barriere, mentre alcuni paesini nei dintorni della capitale sono stati già evacuati durante la notte. La situazione peggiora di ora in ora, fino a precipitare alle 18, quando la Vltava, dopo aver sradicato alberi e cartelli stradali, dopo aver quasi completamente sommerso 3 isole fluviali, porta via con sé 8 persone. Nonostante il bilancio pesante, i soccorsi sono molto efficienti, forse dopo l'esperienza drammatica del 2002…
Mercoledì 5 giugno. La situazione va migliorando, la pioggia è cessata e noi torniamo a scuola grazie alla riapertura dei ponti che ci hanno permesso di prendere i tram, unici mezzi attivi insieme a pullman e treni per chi viene da più lontano. Una folla immensa riempie il tram, fa caldo e grondo di sudore nonostante il clima, che non si può certo definire estivo. Nel pomeriggio andiamo a visitare il Quartiere ebraico, che definirei uno dei più belli d'Europa. Fa un certo effetto, nella Sinagoga Vecchia-Nuova, vedere il segno lasciato sul muro dal fiume nel 2002, a oltre un metro e mezzo da terra.
Giovedì 6 giugno. La situazione si è quasi normalizzata, ma la Vltava resterà in piena ancora a lungo. Anche perché il meteo prevede nuove piogge a partire da sabato, e le nuvole che compaiono in cielo verso le 17 non promettono niente di buono.