Illuminazione: in Cile una legge contro l'inquinamento luminoso
Il nuovo provvedimento limita, oltre all'intensità luminosa consentita, le emissioni alle basse lunghezze d'onda, che sono le più pericolose per l'ambiente e per la salute umana. Il plauso dell'associazione CieloBuio
09 June, 2013
Il Cile ha una nuova legge per contrastare l'inquinamento luminoso. Ne dà notizia l'associaizone CieloBuio, informando che la nuova "norma luminica" cilena, la numero 43 del 2012 del Ministero dell'Ambiente (vedi allegato), è «aggiornata ai migliori criteri per la protezione dell'ambiente notturno». La novità principale, ispirata alle leggi regionali italiane più scrupolose, è rappresentata dal limite massimo per l'intensità luminosa, fissato a 0,49 cd/klm a 90°. in pratica, sottolinea CieloBuio, «finalmente si ottiene una schermatura totale degli apparecchi».
Oltre a questo, il provvedimento introduce una serie di limitazioni sullo spettro di emissione della luce, in modo da evitare eccessi di radiazione nel blu e nell'ultravioletto, che sono quelle a lunghezza d'onda inferiore. Proprio le lunghezze più corte (inferiori ai 540 nanometri), infatti, sono quelle che hanno gli effetti più dannosi sulla produzione di melatonina e di conseguenza alterano maggiormente i ritmi circadiani nell’uomo e negli animali, causando non solo problemi di ordine psichico (depressione e altri sintomi), ma, secondo studi recenti, anche alcune forme di cancro.
La norma luminica appena varata in Cile, a questo proposito, stabilisce che, fatta cento la radianza emessa nell'intero spettro visibile, la “quota”al di sotto dei 500 nm non potrà essere superiore a 15. Una restrizione che, secondo CieloBio, appare indispensabile, soprattutto vista la diffusione delle lampade a LED, spesso causa di «un eccessivo contenuto di luce a corte lunghezze d'onda», che provoca danni all'ambiente imitacion relojes notturno e alla salute dell'uomo.