Bari, raccolta differenziata. Nessun dato ufficiale dopo 6 mesi e nessuno ne parla
Dall’inizio dell’anno alcun dato sulla produzione dei rifiuti è presente sul sito della regione Puglia eppure ogni cittadino deve conoscere in tempo debito cosa viene raccolto nel proprio comune. Disponibili solo i dati (non ufficiali) dell’Amiu: la differenziata è al 21-22% ma scende al 18%-17% per il Rapporto Rifiuti dell’Ispra
02 July, 2013
Nonostante siano passati 6 mesi dall’inizio dell’anno, nessun dato ufficiale sulla produzione dei rifiuti del comune di Bari è stato ancora pubblicato sul sito regionale http://www.rifiutiebonifica.puglia.it. Lo stato delle comunicazioni rivela che in Puglia nei primi mesi dell’anno, su 258 comuni, all’incirca 220 amministrazioni hanno già provveduto alle prime comunicazioni. Dunque a peccare di poca tempestività, per usare un eufemismo, è proprio quel comune con la più alta produzione dei rifiuti in Puglia: il capoluogo della regione. Dando uno sguardo alla province, anche per il comune di Lecce le ultime informazioni risalgono al dicembre 2012. Nessun giornale, per ora, ci sembra che abbia mai trattano questo tema.
I dati sono importanti perché tastano il polso della gestione dei rifiuti nei vari comuni della Puglia e sono pubblicati per ragioni di trasparenza sul sito http://www.rifiutiebonifica.puglia.it. Questo tipo di informazioni, che va detto la Puglia è una delle poche regioni ad avere sviluppato in modo articolato, devono essere obbligatoriamente trasmesse dagli uffici comunali competenti (in genere è il settore Ambiente che se ne occupa) alla Regione Puglia. Trasmissione che deve avvenire in maniera tempestiva proprio per non vanificare la ratio dell’aggiornamento: è importante che ogni cittadino possa conoscere in tempo debito cosa si produce e viene raccolto sul proprio territorio. Da punto di vista statistico, i dati sono importanti perché oltre a quantificare la produzione dei rifiuti “indifferenziati” specificano quanta carta, vetro o plastica viene raccolta mensilmente dai comuni, in altre parole, ci dice quanti ricavi e introiti percepiscono dal Conai le amministrazioni pubbliche.
Secondo i dati grezzi (ancora non ufficiali) del dell’Amiu di Bari, al 1 luglio 2013, risultano raccolte 94.000 tonnellate di rifiuti. Di queste il 78% finisce in discarica (73 mila tonnellate) dopo un trattamento di biostabilizzazione, e solo il 22% (circa 21 mila tonnellate) è materiale differenziato. Non si conosce però quanta carta, plastica o vetro sono stati raccolti finora.
Raccolta differenziata. Ciò che non fa l’Amiu, lo fa la crisi.
Nel 2012, secondo i dati ufficiali trasmessi dal Comune di Bari (anche questi in verità pubblicati in vistoso ritardo solo un mese e mezzo fa) risulta che la percentuale di raccolta differenziata è stata, come per il 2011, del 21%. Di appena un punto superiore rispetto a quella del 2010. Poiché non aumentano di fatto le quantità dei materiali differenziati raccolti, è la riduzione dei rifiuti dovuta alla crisi a determinare il positivo effetto di tenuta della percentuale di raccolta differenziata.
E le cose per Bari peggiorano se guardiamo i dati del Rapporto Rifiuti redatto come sempre dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Per legge nel calcolo della percentuale di raccolta differenziata non può rientrare il materiale proveniente dal settore edile (inerti e laterizi): le percentuali fornite dalle amministrazioni risultano maggiorate perché comprendono indebitamente questi materiali.
Per questo motivo nel 2011 e nel 2010, a Bari, per l'Ispra la raccolta differenziata è stata rispettivamente del 18% e del 17%. E sarebbero state ancora più basse, così come è stato scritto in un precedente articolo da Eco dalle Città, se non avesse contribuito positivamente il notevole calo dei rifiuti dell’indifferenziato dovuto a causa della crisi.