Aria condizionata non oltre i 24 gradi, Ferraris: «Controlli molto difficili, ma iniziativa importante»
Per la prima volta, la legge fissa un limite minimo alla temperatura che può essere raggiunta all'interno di ambienti climatizzati: una indicazione realmente applicabile o destinata a restare sulla carta? Ne parliamo con Sergio Ferraris, direttore di QualEnergia
04 July, 2013
Per la prima volta, la normativa nazionale ha stabilito un limite minimo alla temperatura che può essere raggiunta all'interno di ambienti climatizzati (24 gradi, ndr). In che misura questo provvedimento potrà trovare una reale applicazione? Cosa può fare un cittadino che si accorge di eventuali infrazioni? Eco dalle Città lo ha chiesto a Sergio Ferraris, esperto di questioni energetiche e direttore responsabile di QualEnergia.
A partire dal 12 luglio, la temperatura degli edifici climatizzati non potrà scendere sotto i 24 gradi: sarà facile far rispettare questo limite, oppure rimarrà l'ennesima prescrizione inapplicata in materia di risparmio energetico?
Credo che nei posti dove esiste una responsabilità precisa a carico di un soggetto facilmente identificabile - penso a grandi centri commerciali, cinema, enti pubblici che hanno un energy manager – esista la possibilità di esercitare un controllo e di rispettare le nuove regole, ma nelle case private chi vigilerà? Non si riesce ad esercitare un controllo neanche sui tagliandi delle caldaie, o sulle ristrutturazioni, figuriamoci se ci saranno verifiche sulla temperatura delle case. Finirà probabilmente come per il riscaldamento invernale, che pure prevede dei limiti (non più di 20 gradi, ndr), ma che difficilmente vengono rispettati.
Ma cosa può fare un cittadino che si accorge di una infrazione?
Onestamente non credo che molte persone girino col termometro in tasca, tra l'altro bisognerebbe misurare la temperatura in tutti gli ambienti e calcolare poi la media ponderata... Mi sembra complicato che vangano fatte delle segnalazioni, soprattutto per quanto riguarda edifici privati.
Dunque si tratta di un provvedimento inutile?
Non direi: finalmente la normativa si occupa di un tema importante come il raffrescamento estivo, adeguandosi al cambiamento dei costumi in materia di consumo energetico. Da tempo, infatti, il picco dei consumi si raggiunge a luglio, proprio per il ricorso all'aria condizionata. Era ora, dunque, che si normasse anche la climatizzazione estiva.
E dal punto di vista pratico cosa dobbiamo aspettarci?
I controlli, lo ripeto, saranno probabilmente pochi e a carico di grandi strutture. Però penso che l'indicazione che viene dal nuovo decreto possa innescare un circolo virtuoso volontario. Marchi della grande distribuzione, catene di cinema e simili potrebbero utilizzare le nuove norme come leva di marketing, sottolineando presso i propri clienti il rispetto del limite di 24 gradi come una forma di attenzione al risparmio energetico e al taglio delle emissioni.