Vendola su inceneritori pugliesi: «Gli impianti (di parte pubblica) li abbiamo cancellati tutti dal piano rifiuti»
Alla presentazione del Piano rifiuti della Regione Puglia, il presidente Nichi Vendola ha dichiarato: «Oggi, forse, anche il sindaco di Parma Pizzarotti si rende conto di quanto sia complessa la procedura amministrativa e di quanto sia difficile spegnere un impianto la cui proprietà sia diffusa, la cui programmazione abbia avuto un percorso di perfezionamento amministrativo con atti, e la cui smentita implica inevitabilmente il tema dei risarcimenti alle aziende danneggiate»
10 July, 2013
«Cambiare in corso il tema principale nella gestione rifiuti, e quindi passare dalla centralità della termovalorizzazione agli obiettivi di differenziazione e riciclo, è stato problematico. L’abbiamo fatto, intendiamoci, ma non senza difficoltà». Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo a Bari alla Terza Conferenza programmatica “Verso l'approvazione definitiva del Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani”.
«Oggi, forse, anche il sindaco di Parma Pizzarotti – ha proseguito Vendola – si rende conto di quanto sia complessa la procedura amministrativa e di quanto sia difficile spegnere un impianto la cui proprietà sia diffusa, la cui programmazione abbia avuto un percorso di perfezionamento amministrativo con atti, e la cui smentita implica inevitabilmente il tema dei risarcimenti alle aziende danneggiate. Questo discorso lo sta affrontando in questo momento il sindaco di Parma: noi siamo curiosi di vedere come andrà a finire. Perché qui in Puglia questi impianti (di parte pubblica) li abbiamo cancellati tutti dal piano rifiuti. E’ l’unica postilla che io ho potuto introdurre di parte pubblica».
«Al contrario, e lo dico a chi lo dimentica - ha continuato Vendola - non ho la forza di impedire la realizzazione di questi impianti che appartengono all’impresa privata, finanziati con il Cip 6. Ne abbiamo uno a Massafra (dal 1999, ndr), ne è stato autorizzato un secondo a Manfredonia (ma non ancora in funzione, ndr), con nessuna possibilità per la politica di intervenire nel procedimento autorizzativo. Perché in quel caso, l’industria energetica e la politica del Cip6, nonché tutte le autorizzazioni necessarie hanno obbligato il nostro dirigente regionale ad apporre l’ultimo sigillo confermando che tutte le autorizzazioni erano in regola».
«Diversamente per l’inceneritore di Modugno - ha concluso - è bastata una mancata autorizzazione da parte della Soprintendenza legata al vincolo paesistico (legge Galassi, ndr), perchè la regione potesse legittimamente e obbligatoriamente negare l’autorizzazione a questo tipo di impianto».