Puglia, piano rifiuti. il rettore Uricchio e l’assessore Nicastro su "tares" e "ecotassa"
Piano rifiuti della regione Puglia. Durante la conferenza di presentazione del piano il neo rettore Antonio Uricchio dell’Università degli Studi di Bari e l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro hanno spiegato la ratio della tares (la nuova tassa Tassa Rifiuti E Servizi) e della “ecotassa” regionale
11 July, 2013
«La disciplina della nuova Tares (Tassa Rifiuti E Servizi) - ha spiegato il rettore Uricchio professore di diritto tributario - è recente e troverà applicazione proprio in questi giorni. Rispetto alle precedenti forme di prelievo, che hanno subito nel tempo varie modifiche (denominate prima Tarsu, poi tia1 e tia 2), la Tares è una forma più incline alla caratterizzazione tributaria e in ogni caso impone, sulla scia della disciplina precedente, la copertura del costo del servizio. Proprio nell’ambito del lavoro che abbiamo svolto con il nostro gruppo di ricerca, abbiamo voluto evidenziare come, dai bilanci di alcuni comuni, risultino coperture molto basse, vicine al 44%, mentre altri comuni riuscivano a garantire il 100% del costo del servizio».
«Bisogna comunque sottolineare che fino a quando l’obbligo di copertura, che oggi si fa sempre più vincolante, non andrà a regime (i comuni possono provvedere subito alla copertura totale o introdurla gradualmente ndr), è senz’altro evidente che il prelievo è destinato ad aumentare».
«Però nello stesso tempo il legislatore prevede che i comuni possano introdurre strumenti di tariffazione puntuale, e quindi misurare la quantità dei rifiuti (o la volumetria degli stessi o i punti presa dei bidoni, ndr) o anche introdurre gli incentivi per la raccolta differenziata, e tutto questo con l’intento di mettere in pratica il principio del “chi inquina paga” o “chi differenzia, beneficia”, entrambi applicabili. Da un lato c’è un aggravio del prelievo in funzione dell’obbligo di copertura, ma nello stesso tempo c’è la possibilità di beneficiare di riduzioni cui i comuni potranno attingere, sia in virtù della nozione di tariffazione puntuale sia grazie ad altri incentivi previsti dal piano. D’altronde la disciplina comunitaria ci spinge verso tutti quegli strumenti che rendano effettiva la gerarchia delle azioni in materia di rifiuti. Chi previene e non produce rifiuti risparmia due volte, chi differenzia risparmia, chi produce paga».
«Per quanto riguarda i comuni - ha poi detto - questi sono chiamati innanzitutto a una serie di adempimenti. L’autonomia regolamentare di cui i comuni dispongono impone che essi debbano prevedere, nei regolamenti attuativi, sia gli incentivi per le forme di riduzione dei rifiuti, sia i tempi formali indicati nell’ ultima disciplina del 2011. Promuove inoltre la scelta di introdurre strumenti di misurazione puntuale, cioè la tares di natura corrispettiva oppure quella “normalizzata”). In questa prima fase i comuni saranno chiamati a scegliere quale forma applicare».
«Esistono due livelli: la coscienza ambientale e quella economica - ha concluso Uricchio -. Sulla prima agiscono varie reti, e penso ad esempio alla rete In.f.e.a della regione Puglia (Programma di Informazione, Formazione ed Educazione Ambientale della Regione Puglia), che ha contribuito a formare un patrimonio ambientale comune e condiviso; ma poi occorre “puntellare” questo modello con un sistema tributario».
Sempre rimanendo in tema tributario, è stato affrontato il tema dell’ecotassa. Con questo tributo, il cittadino è colpito indirettamente: il comune paga alla regione una tariffa modulata in base alle perfomance di raccolta differenziata e per ogni tonnellata di rifiuto indifferenziato che viene conferita in discarica. L’assessore alla qualità dell'Ambiente Lorenzo Nicastro ha spiegato la "ratio" della legge imposta dalla regione Puglia.
«La legge sulla ecotassa prevede una penalità per quei comuni che non raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata (il massimo è 25€ euro per ogni tonnellata finita in discarica), ma d’altra parte chi fa la raccolta differenziata può ricevere delle premialità. Sono le due facce di una stessa medaglia. L’amministrazione comunale che non fa la raccolta differenziata percepisce l’ecotassa regionale come una penalità; al contrario quei comuni che introducono un servizio di sistema di raccolta differenziata considerano il sistema tributario come un opportunità».
La regione Puglia attraverso dei bandi di gara ogni anno ridistribuisce il fondo ecotassa, mettendo come asticella di ingresso proprio la percentuale di raccolta differenziata. «La regione Sardegna - ha spiegato Nicastro - dopo aver introdotto questa legge, nel giro di sei mesi, ha visto passare le percentuali di raccolta differenziata dal 10 al 40%. La regione Puglia ha migliorato questa legge prevedendo un fondo che possa essere redistribuito tra i contribuenti più virtuosi».