Rivedere termini convenzione Anci-Conai, ma rischioso parlare di liberalizzazioni
A tracciare il quadro all'Adnkronos, del rapporto tra Comuni e consorzio che gestisce la differenziata degli imballaggi, è Filippo Bernocchi, delegato Anci per rifiuti ed energia - da Adnkronos del 12.07.2013
15 July, 2013
Non c'è dubbio che i termini della convenzione Anci-Conai devono essere rivisti ma è rischioso parlare di liberalizzazioni. A tracciare il quadro all'Adnkronos, del rapporto tra Comuni e consorzio che gestisce la differenziata degli imballaggi, è Filippo Bernocchi, delegato Anci per rifiuti ed energia. L'accordo è in discussione e "come ogni negoziazione, è abbastanza impegnativo. Speriamo di chiudere entro dicembre 2013". In merito alla polemica dei pochi soldi che arrivano alle casse dei Comuni dalla raccolta differenziata degli imballaggi, Bernocchi sottolinea che "siamo tutti d'accordo nel chiedere più soldi ai consorzi ma bisogna anche tenere conto che il Conai fa più degli obiettivi previsti dalla legge" garantendo quindi ai Comuni un servizio continuo.
La verità è però che "questi soldi, che sarebbero dei Comuni vengono incassati al 95% dalle aziende che gestiscono il servizio e, nella stragrande maggioranza dei casi vengono delegate a soggetti terzi che svolgono altre tipologie di servizio. Lo sforzo che stiamo facendo è quindi volto a riportare in chiaro l’entità di queste somme, che devono tornare ai Comuni, e quindi ai cittadini, attraverso la riduzione delle tariffe’’.
Un altro aspetto importante per Bernocchi, "è che l'accordo è volontario e su 8100 Comuni solo 333 hanno una convenzione diretta con il Conai. Gli altri Comuni hanno delegato direttamente le aziende che gestiscono il servizio". Il carattere volontario dell'accordo, spiega il delegato Anci, "prevede delle finestre di entrata e di uscita". Questo vuol dire che "quando il mercato tira posso uscire dall'accordo e gestire autonomamente la raccolta oppure restare all'interno della convenzione in situazioni più brutte. Il sistema garantisce sempre".
Il dossier dell'Associazione comuni virtuosi contiene "alcuni elementi che sono interessanti ma non tutto è condivisibile". Come ad esempio la proposta di aumentare il contributo ambientale a carico dei produttori di imballaggi ossia il Cac che secondo la legge "deve essere utilizzato prevalentemente per pagare i corrispettivi ai Comuni per i maggiori oneri della raccolta differenziata degli imballaggi che rappresentano il 21%" della spazzatura che si produce ogni anno in Italia. Il Conai si finanzia attraverso il Cac, che ammonta a 500 milioni di euro, e le aste delle materie prime seconde.
E' vero che il Cac viene pagato dai produttori e utilizzatori ma alla fine è un costo che "si scarica sempre sul consumatore nel momento in cui acquista il prodotto". Quindi, "quando si suggerisce di aumentare i soldi destinati ai Comuni triplicando il Cac vuol dire inventare una una nuova tassa da un miliardo".
Bernocchi ha dubbi anche sulla liberalizzazione del settore: "bisogna fare attenzione. Già in passato si è cercato di creare consorzi alternativi ma si rischia di raggiungere gli obiettivi di raccolta fissati dalla legge attraverso non i Comuni ma le aziende". Il tema, dunque, "deve essere affrontato ma deve tenere conto del contesto e dell'intero ciclo". Ad esempio, secondo Bernocchi "non occorre raggiungere il 65% di differenziata" ma il vero traguardo è "il 50% di riciclo".