Giovani, notte, divertimento: Milano è più o meno libera?
A due anni dalla vittoria di Pisapia, il viaggio del Corriere nella movida cittadina. Le diverse istanze di gestori, giovani e residenti dei quartieri. Le interviste a Pisapia, ai locali più gettonati - Le Scimmie, Bar Rattazzo, Radetzky, Atomic Bar e Ostello Bello - ai Comitati di quartiere. Le differenze con Berlino nelle parole di Manuel Agnelli degli Afterhours. I gestori chiedono meno ordinanze e limitazioni, i residenti meno licenze. Ma la "movida" (quella spagnola) era un'altra cosa ... da Corriere.it del 12.07.2013
15 July, 2013
di Matteo Cruccu
Due anni fa, uno dei pilastri su cui Giuliano Pisapia costruì la cavalcata vincente che poi lo portò a diventare sindaco di Milano, fu l'attenzione ai giovani, alle loro esigenze e agli spazi da loro frequentati, la notte quindi e la musica. Un'attenzione ch , in campagna elettorale, culminò in un grande concerto davanti alla Stazione Centrale al grido di "Milano Libera Tutti", dove l'allora candidato promise che avrebbe eliminato impicci burocratici per l'apertura dei locali, allentato i controlli quasi ossessivi dell'ultima stagione della Giunta Moratti e trasformato il tempo libero di una metropoli come quella lombarda al ritmo dell'Europa e non della provincia. Insomma promise che avrebbe "liberato" la città.
DUE ANNI DOPO - Due anni dopo, le cose sono molto cambiate: tra le aspirazioni e la politica spesso c'è un fossato e il sindaco, una volta insediato, ha dovuto spesso mettere da parte intenti propositivi per mediare piuttosto tra le varie istanze, quelle di chi si vuole divertire, ma anche di chi si vuole riposare. E la cosiddetta "movida" è sembrata diventare, in molte circostanze, più un problema di ordine pubblico che una risorsa, vedi la famosa "ordinanza del gelato", i Duc, i distretti speciali con orari limitati, oltre alla battaglia quotidiana tra i comitati dei residenti e i proprietari dei locali.
LA VIDEOINCHIESTA - In questa videoinchiesta sono stati raccolti pareri, opinioni, idee di tutti i soggetti coinvolti nel dibattito: in primis lo stesso sindaco, ma anche musicisti come Manuel Agnelli degli Afterhours (protagonista proprio di quel concerto in Centrale di due anni fa), gestori di locali storici come le Scimmie e residenti di zone a rischio come Corso Garibaldi e i Navigli. Ognuno partendo dal proprio punto di vista, tutti alla ricerca di una (difficile) sintesi. Perché il concetto di libertà, a volte, rischia di essere molto relativo.
La Videoinchiesta del Corriere