Vendola scrive a Squinzi e ai Presidenti Regioni: «Valutazione Danno sanitario diventi legge nazionale»
Siano i presidenti di Regione ad avanzare una proposta di legge al Parlamento affinchè la legge sulla “Valutazione del Danno Sanitario” diventi legge nazionale. E’ questo l’obiettivo dichiarato oggi dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola dopo il boicottaggio compiuto dai grandi colossi industriali. Queste infatti hanno impugnato presso la giustizia amministrativa il regolamento regionale attuativo della legge
16 July, 2013
Vendola scrive a tutti i presidenti di Regione e al numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi per denunciare il boicottaggio compiuto dalle grandi industrie italiane nei confronti della valutazione del danno sanitario. Sono tre le questioni principali per il presidente della regione Puglia che devono essere affrontate: una normativa nazionale che generalizzi il concetto di Valutazione del Danno Sanitario, una richiesta di partecipazione delle grandi industrie italiane a giocare la partita del cambiamento per praticare un nuovo rapporto con il territorio e una richiesta al Senato di ripristino della figura del Garante dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per l'Ilva di Taranto.
«L’Ilva è solo la punta di un iceberg. E’ molto preoccupante infatti che, mentre lo stabilimento siderurgico, almeno in una prima fase, ha di fatto accettato l’introduzione nell’Autorizzazione Integrata Ambientale della Valutazione del Danno Sanitario (salvo poi contraddirsi rispondendo in modo confuso e illogico per il buon senso comune), altre grandi industrie insediate a Brindisi e a Taranto hanno fatto attività di ostruzionismo attivo. Tra queste ad esempio, Enel, Edipower ed Enipower, che gestiscono le grandi centrali che insistono in aree già dichiarate critiche da molti anni, hanno impugnato il nostro regolamento attualmente in contenzioso. Si tratta, peraltro, di centrali che non sono mai state valutate sotto il profilo del possibile impatto sulla salute».
«Enel, Eni, i grandi colossi industriali del nostro Paese che operano anche in Puglia – ha detto Vendola - non possono pensare di giocare di furbizia o di fuggire dinanzi alle proprie responsabilità. Oggi queste grandi aziende hanno impugnato presso la giustizia amministrativa il regolamento attuativo della Valutazione del Danno Sanitario. Noi non possiamo più immaginare che viga un regime di omertà di fronte al mancato esercizio del diritto alla salute e del diritto alla vita dei cittadini pugliesi».
«Alcuni dei consulenti di queste grandi industrie italiane (Paolo Boffetta, Carlo La Vecchia, Marcello Lotti, Angelo Moretto, ndr) – ha aggiunto Vendola – coincidono con i tecnici che hanno lavorato per Ilva e che hanno firmato la relazione di Bondi (allegata alla lettera che il commissario ha inviato alla Regione Puglia ndr). Forse è legittimo, a questo punto, ipotizzare che le grandi industrie abbiano deciso di fare fronte comune per sottrarsi alla applicazione di uno strumento di tutela della salute che ormai appare imprescindibile».
«Per questo chiediamo a Confindustria e al Presidente Giorgio Squinzi – ha spiegato Vendola - di pronunciarsi su questo argomento. Vogliamo sapere se le imprese italiane, se le grandi industrie sono disponibili a giocare la partita del cambiamento. Se vogliono invece frapporsi alla partita del cambiamento, dell’ambientalizzazione e del diritto alla vita, sappiano sin da ora che noi saremo durissimi nei loro confronti. Le diossine, i furani, il benzoapirene, le polvere sottili non sono una specialità tarantina, sono purtroppo frutto dell’inquinamento industriale in tutta Italia. C’è bisogno – ha aggiunto Vendola - che l’Italia reagisca con forza e con coraggio alle sfide della qualità della vita. Questo è il momento giusto perché l’Italia possa fare un salto di qualità e operare una svolta».
La terza questione infine riguarda il ripristino della figura del Garante dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per l'Ilva di Taranto. Vendola ha chiesto al Senato (in attesa di ricevere dalla Camera il testo della legge salva Ilva che istituisce la figura del commissario e sopprime quella del Garante) «un atto di resipiscenza. Di fronte alle polemiche che hanno coinvolto il commissario Bondi – ha detto Vendola - crediamo che sia assolutamente indispensabile ripristinare la figura del Garante dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per l'Ilva. Ci vuole una figura con caratteristiche di terzietà. Ci vuole qualcuno che garantisca Taranto e tutti noi rispetto al diritto alla trasparenza e all’informazione.Chiedo quindi – ha concluso Vendola - che il Senato sani quella ferita che è stata invece inferta dalla Camera».