Foietta: "Al Gerbido nessuna emissione fuori norma, normali problemi di una fase di prova"
Intervista di Eco dalle Città al presidente ATOR, Paolo Foietta, dopo i due episodi che hanno portato agli stop dell'attività del termovalorizzatore di Torino: «Siamo di fronte a valori minimi, il danno ambientale non è mai esistito. Questi incidenti rientrano nell'ordinarietà di gestione della fase di test»
17 July, 2013
Eco dalle Città ha intervistato a Paolo Foietta, presidente ATOR, dopo i due episodi che hanno portano allo stop dell'attività del termovalorizzatore del Gerbido.
«Stiamo parlando di un impianto complesso - spiega Paolo Foietta - che per "letteratura" richiede da 6 a 9 mesi per il collaudo. Tutti dimenticano che l'impianto è in esercizio provvisorio dalla fine di aprile. Pensare che nella fase di test tutto funzioni alla perfezione non mi sembra possibile».
Foietta ripercorre gli episodi che hanno portato al fermo dell'attività. «Il 16 aprile - ricorda il presidente ATOR - hanno preso il via i conferimenti presso l'impianto. Il 20 aprile c'è stato l'avviamento della prima linea dell'impianto e la produzione di energia elettrica. Il 2 maggio c'è stato quello che potremmo definire il primo incidente». Foietta ci tiene a sottolineare che "non è stato un incidente di carattere ambientale". «In quella occasione - spiega il presidente ATOR - un insieme di cavi sono entrati in contatto con dell'acqua provocando un corto circuito. Dopo 3 giorni il problema è stato risolto con l'isolamento dei cavi. Arpa e Provincia hanno chiesto a quel punto la copertura dell'alimentazione in caso di black-out su tutte le 3 linee. TRM ha quindi attivato una procedura per evitare che si ripeta quanto accaduto».
Nel mese di giugno l'impianto si è fermato per il programma di monitoraggio. Nel mese di luglio l'impianto ha ripreso l'attività ma si è subito fermato. «Il 10 luglio si è registrato un picco anomalo di CO2 e PM10. A quel punto è stato fermato l'impianto. Stanno verificando la situazione. Potrebbe però esserci un errore da parte dello strumento di rilevazione. Dalla ricostruzione provvisoria - fa sapere Foietta - pare che picchi simili si fossero registrati già quando il forno bruciava gas. Non sono verosimili picchi di biossido di carbonio con questo tipo di alimentazione. A questo punto potrebbe esistere un problema di taratura della strumentazione».
«Siamo di fronte tuttavia a valori minimi, il danno ambientale non è mai esistito - ripete il presidente ATOR -. Questi incidenti rientrano nell'ordinarietà di gestione della fase di test. Mi sembra che in questo caso i sistemi di sicurezza stiano funzionando e vengono stressati per capire se ci sono anomalie. In una fase di prova come questa mi sarei molto stupito se non ci fosse stato nessun problema».
Fino ad oggi sono transitate dal Gerbido 9.000 tonnellate di rifiuti. Meno di quelle previste. «La previsione iniziale era maggiore in quanto TRM prevedeva di portare l'impianto in esercizio prima di aprile» fa sapere il presidente ATOR. Il 17 luglio è apparsa su La Repubblica la notizia dell'ampliamento della discarica di Pianezza. Foietta spiega che non è una conseguenza della situazione al Gerbido: «L'operazione su Pianezza era già stata autorizzata prima. Ricordiamoci che il termovalorizzatore ha una capacità inferiore (421 mila tonnellate) rispetto alle necessità dell'intera provincia. C'è quindi un'offerta impiantistica ulteriore (circa 100 mila tonnellate) che viene garantita da altri impianti (Grosso e Chivasso) per i bacini che non sono coperti dal Gerbido. Per la discarica di Cassagna si tratta di un limitato ed ultimissimo ampliamento (40 mila tonnellate) che non allunga la gestione dell'impianto, non comporta modifiche impiantistiche e va ad occupare dello spazio ancora residuo. Se fossimo stati risicati con le disponibilità degli impianti, avremmo potuto avere situazioni di emergenza. Avere quindi un margine di intervento in questa situazione - conclude Foietta - non mi sembra solo utile ma anche necessario».