Ilva, il conflitto di interesse del commissario Enrico Bondi. Il sostegno di Peacelink al Garante
Anomalia giuridica. Enrico Bondi risulta dalle visure camerali ancora amministratore delegato Ilva e perciò incompatibile con la carica istituzionale di commissario dell'azienda. A dirlo è il Presidente della Regione Puglia Vendola. Enrico Bondi inoltre non riconosce la diffida prodotta dal Garante per l'Aia Ilva Vitaliano Esposito. Il sostegno di Peacelink al Garante
20 July, 2013
«Basta fare una visura camerale - ha spiegato il presidente della Puglia Nichi Vendola - per rendersi conto che il caso dell’Amministratore Delegato/Commissario Straordinario dell’ILVA assume i contorni di una mostruosa anomalia giuridica. Il dott. Bondi - sebbene dimissionario dalla carica di AD di ILVA - ad oggi non risulta mai essere stato sostituito ai vertici dell’impresa. E dunque in lui convivono tuttora ed incredibilmente due cariche sostanzialmente incompatibili».
«Si tratta di una incompatibilità - ha poi continuato - che ogni giorno di più stride con la sensibilità giuridica e con il senso comune, e si fa evidente. Due esempi. Il dott. Bondi è stato destinatario come AD di ILVA del rapporto di Valutazione di Danno Sanitario di ARPA, ASL e ARES e come Commissario l’ha contestato, ma con perizie certamente commissionate a periti scelti quando era AD. Ancora. Come AD è stato destinatario di una diffida per il mancato rispetto di prescrizioni AIA e come Commissario Straordinario pretende che i procedimenti sanzionatori siano immediatamente sospesi».
«Senza terzietà - conclude Vendola - lo Stato smarrisce la fiducia dei cittadini. Senato e Governo intervengano»
Un'altra anomalia riguarda lo scontro fra Bondi e il Garante dell'AIA Vitaliano Esposito. Secondo PeaceLink è «gravissimo che i parlamentari vogliano abolire il Garante che rimane l'unico riferimento di imparzialità e giustizia. E' grave lo scontro - di cui abbiamo appreso da pochissimo - fra il Commissario dell'Ilva Enrico Bondi e il Garante dell'ILVA Vitaliano Esposito».
«L'argomento del contendere - ha spiegato Alessandro Marescotti Presidente di Peacelik - è la validità della Diffida Ministeriale per la quale l'Ilva viene riconosciuta inadempiente rispetto alle prescrizioni dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e quindi passibile di sanzioni. Bondi ha scritto il 17 luglio al Garante per dichiarare (alla luce del decreto 61/2013 in via di conversione in legge) sostanzialmente non più valida tale Diffida Ministeriale per inosservanza delle prescrizioni autorizzative».
«Le prescrizioni e le tempistiche indicate nella diffida per inosservanza sarebbero quindi per Bondi un ricordo del passato, mentre per il Garante dell'AIA sono ancora in vigore. E il garante poco fa ha messo in chiaro - con una lettera pubblicata sul suo sito - che la Diffida pende ancora sull'azienda».
Peacelink sostiene il garante
«Inutile dire che il Garante dell'AIA ha perfettamente ragione. Pertanto sosteniamo il Garante dell'AIA Ilva che ha dimostrato rigore e imparzialità. E condanniamo questo tentativo di usare come una clava il nuovo decreto 61/2013 per demolire l'AIA e metterne fuori gioco le sanzioni. Dichiarare questa AIA ormai un soprammobile è indice dei come ormai stia procedendo l'ìntera vicenda, violando lo stesso spirito della sentenza della Corte Costituzionale che aveva messo al centro le attuali (seppur blande) prescrizioni autorizzative a garanzia del diritto alla salute. Stiamo traducendo il rapporto del Garante dell'AIA e domani sarà sul tavolo della Commissione Europea in modo che l'Europa proceda ad acquisire tutta la documentazione su questa storia incredibile e sgradevole in cui il Garante viene messo nell'angolo. E' gravissimo che i parlamentari vogliano abolire il Garante che rimane l'unico riferimento di imparzialità e giustizia».