Regina (Confindustria): incentivi alle rinnovabili "troppo generosi"
In un'intervista a Repubblica, l'allarme di Aurelio Regina, vicepresidente di Confindustria con delega all'energia: "Il mercato dell'energia attraversa una profonda crisi strutturale, senza interventi ci sarà una raffica di chiusure tra i produttori di energia e le aziende più esposte al fluttuare del prezzo della bolletta". Dito puntato sul sistema di incentivazione delle energie rinnovabili, "troppo generoso"
23 July, 2013
I forti costi dell'energia stanno mettendo a rischio numerose imprese ed è quindi un necessario un riequilibrio del settore, al momento sbilanciato dagli eccessivi incentivi alle energie rinnovabili. E' quanto chiede al governo Aurelio Regina, vicepresidente di Confindustria con delega all'energia, in un'intervista a Repubblica.
"Il mercato dell'energia attraversa una profonda crisi strutturale, senza interventi ci sarà una raffica di chiusure tra i produttori di energia e le aziende più esposte al fluttuare del prezzo della bolletta", è l'allarme lanciato da Regina. "Non stiamo chiedendo aiuti a pioggia, né di aumentare il costo della bolletta elettrica, che a 45 miliardi è già alta", chiarisce Regina, "Vogliamo solo un riequilibrio del mercato e usufruire dello stesso trattamento di cui godono le imprese francesi e tedesche". "Il prezzo dell'elettricità è rimasto alto per colpa delle tasse e degli oneri di sistema", prosegue il vicepresidente di Confindustria, che punta il dito sul sistema di incentivazione delle energie rinnovabili, "troppo generoso": "E' desolante che a fronte di 12,5 miliardi di incentivi su una bolletta complessiva di 45,3 ancora non decolli un'industria del settore". In particolare, "gli incentivati devono contribuire al mantenimento di un sistema di riserva costituito anche da centrali termoelettriche per evitare di restare al buio quando sole e vento spariscono". Il governo, conclude Regina, "deve capire l'urgenza della politica energetica e darle un giusto peso; c'è un'emergenza infrastrutturale, e' evidente che il titolo V andrà riformato togliendo energia, infrastrutture e trasporti dalle materie concorrenti. Ci sarebbe anche un veicolo: il disegno di Legge Costituzionale sulle Province. Basterebbe il coraggio".