Zanzare a Milano, parla l'esperto del Comune
Intervista a Giancarlo Nostrini, Responsabile Disinfestazione del Comune di Milano. La battaglia larvicida che parte dalle risaie e arriva al 95% di risultato, il Comune che ha accesso solo al 30% del verde cittadino, il clima e l’ultimo grande “nemico”, la zanzara Caspius, capace di farsi 40 km in volo. “Al di là del picco degli ultimi giorni, il 2013 non è stato un annus horribilis. Facciamo sempre meglio, ma con le zanzare si possono vincere battaglie, non la guerra”
29 July, 2013
Giancarlo Nostrini, Responsabile Disinfestazione del Settore Ambiente del Comune di Milano, mi riceve dietro una scrivania degli uffici del Settore Ambiente, in piazza Duomo 21, mostrandomi studi e monitoraggi, esche, insetticidi biologici e rispondendo intanto alle più disparate telefonate di allarme dei cittadini. “Vespe, topi, blatte … come vedi qui non ci dobbiamo occupare solo di zanzare…”.
Quest’anno sembrava un anno buono per le zanzare, fino agli allarmi di questi giorni, con la ragazza che manda a Pisapia le foto dei piedi “massacrati” da una serata di punture a Porta Venezia e il sensazionalismo di alcuni giornali. Cosa è successo?
Il picco delle zanzare a Milano si è sempre avuto nella seconda metà di luglio, ma il 2013 sinora è stato un anno davvero buono perché sono arrivate molto tardi rispetto al passato; il freddo, il vento e la pioggia di questa primavera avevano contribuito a distruggere le larve. Gli “annus horribilis” sono stati altri, quando le zanzare arrivavano già ad aprile. Se di solito le zanzare compaiono “gradualmente”, quest’anno l’allarme è arrivato di botto, dopo quei 3, 4 temporaloni estivi, brevi e violenti, ma seguiti subito dal grande caldo: acqua stagnante e caldo, la condizione ideale per le zanzare.
In effetti nel nostro precedente articolo, avevamo scritto che la battaglia degli ultimi anni del Comune contro le zanzare a Milano sembrava sortire i primi effetti, soprattutto grazie alla fase larvicida.
E’ da 10 anni che il Comune ha avviato un progetto di lotta integrata alle zanzare, che parte proprio dagli 800 ettari di risaie intorno la città: miscelazione del seme di riso con prodotto antilarvale liquido biologico (Bacillus), poi impiego di insetticidi adulticidi a base di piretroidi a basso impatto ambientale. In città, cicli di interventi su circa 135mila tombini (strade, edifici comunali e cimiteri), da primavera fino ottobre. Poi c’è anche il ripopolamento dei pipistrelli, ma è solo un’arma che può svolgere una funzione ausiliaria.
Facendo bene la lotta preventiva larvicida, si può colpire circa il 95% delle larve delle zanzare, e lo facciamo. Ma la lotta coinvolge anche i privati, i cittadini, ed implica l’ottemperanza a tutte quelle regole contenute nell’Ordinanza Sindacale emanata a maggio: eliminare tutti i possibili ristagni d’acqua (svuotando o coprendo bidoni, barattoli, sottovasi), liberare le grondaie intasate, ispezionare e disinfestare i tombini privati, sfalciare per l’erba favorire il drenaggio delle acque sui terreni.
Perché la prevenzione larvicida nelle risaie è così importante e come lavorate?
Da anni la linea intrapresa a Milano predilige l’intervento larvicida rispetto a quella adulticida: con il primo si può arrivare appunto al 95% di disinfestazione, con quello adulticida solo al 30%; poi il primo è mirato, estendibile a tutto il territorio cittadino per il suo basso impatto ambientale, non selettivo verso altri insetti non nocivi. Solo nel Comune di Milano ci sono circa 300 piane coltivate a riso, pari a circa 800 ettari, in prevalenza a sud, tra le zone 5 e 6 (Barona, Quintosole), poi a nord-ovest, in zona Trenno e Figino. Dopo anni di studi abbiamo individuato i “corridoi” di passaggio delle zanzare dalle risaie a Milano. La gente non sa che alcune specie, come la Caspius, volano sino a 40 km nei loro spostamenti. Monitorare ed intervenire sistematicamente nelle risaie ha ridotto di molto il problema. Ma la zanzara urbana, quella che nasce dal piccolo ristagno d’acqua del giardino privato o del verde di un grande condominio che non fa la giusta disinfestazione, non possiamo fermarla. Un dato solo: il Comune può intervenire direttamente solo sul 33% del verde di Milano: il restante 70% è privato (giardini e cortili interni, aree verdi di ospedali, centri e associazioni sportive).
Quali sono le specie che infestano Milano e le diverse armi per contrastarle?
C’è la zanzara più comune, la Culex, quella “crepuscolare”, che colpisce soprattutto in quella fascia diabolica tra le 20 e le 21.30, che da anni non è più il principale problema. La Culex larvifica in acqua stagnante e questo habitat è diminuito, con le nuove tecniche di coltivazione del riso.
Più preoccupante la "Aedes Albopictus" (la zanzara Tigre), arrivata negli anni ’90 con i cargo a Genova, che colpisce di giorno, “mira basso” perché colpisce alle gambe, è aggressiva, pericolosa perché potenziale vettore di elementi patogeni, ma più contenibile perché ha un raggio d’azione di soli 100 m.
La specie più problematica degli ultima anni è la Aedes caspius, la “Caspius”, della stessa famiglia della Tigre, aggressiva e adattabile, ma in grado di colpire sempre, dall’alba al tramonto, soprattutto capace di lunghi spostamenti. Ha colonizzato Milano perché sono cambiate le tecniche di coltivazione del riso. Quella tradizionale - con la semina in un unico allagamento delle piane – favoriva le zanzare che depongono le uova a pelo d’acqua, come le Anofele e le Culex. Oggi la tecnica è mutata, con il continuo ripetersi dell’allagamento e successivo prosciugamento dei terreni: le condizioni ideali per lo sviluppo della specie Caspius, che deposita le uova sul terreno asciutto della risaia; con le prime sommersioni d'acqua e il caldo, si schiudono.
Quando rileviamo l'infestazione larvale nelle acque di risaia, interveniamo con i larvicidi biologici a base di Bacillus, con l'utilizzo di elicotteri ultra leggeri. Con GPS analizziamo i voli e verifichiamo l’omogeneità dei trattamenti. I successivi campionamenti ci danno un tasso di efficacia di oltre il 95%, a volte anche la totale mortalità larvale.
Ma come si monitorano le zanzare e quali sono le trappole che utilizzate per studiarle?
A seconda della specie, ci sono diversi tipi di monitoraggi e trappole. A Milano abbiamo 27 trappole ad anidride carbonica (CO2) – il primo elemento che attrae le zanzare - e 18 alimentate da acidi e grassi animali, come l’acido lattico. Ci servono per catturarle e verificare il tasso di presenza. Per contrastare la specie “Tigre” abbiamo circa 400 “ovitrappole”, che ci rilevano la presenza di larve. Nelle risaie esaminiamo i campioni d’acqua con i “pescaggi” per vedere quante larve ci sono in un litro: 1, 2 larve, situazione tollerabile; 3, 4, allarme e si interviene con gli elicotteri.
CO2, ecco cosa attira le zanzare. Non siamo ben messi, viste le emissioni di CO2 fuori controllo che stanno causando il riscaldamento climatico…
Infatti io penso da tempo che le zanzare siano “il paradigma della nostra società urbana”. Tanto più c’è inquinamento, tanto più ce ne sono …. E’ il loro contenimento al di sotto di un livello critico di presenza, il nostro obbiettivo, tenendo anche conto che mancano sempre più in città gli “antagonisti in natura”: i pesci, che si cibano di larve, gli insettivori come uccelli, anfibi, pipistrelli e libellule.
Quante sono le persone a Milano che si occupano della lotta alle zanzare?
Dell’Ufficio Disinfestazioni, come vedi, siamo in 3: ci occupiamo di impiego dei fondi, fornitori, coordinamento dei progetti, direzione e controllo dei lavori. Poi c’è l’AMSA cui è affidato il servizio di disinfestazione larvicida e adulticida, che impiega circa 15 persone. Poi c’è la ELICUNEO, la ditta cui è affidato il controllo e spandimento di prodotti larvicidi sulle risaie a mezzo di elicotteri.
Quanto servono davvero i pipistrelli?
Innanzitutto coi pipistrelli si è tentato un “ripopolamento urbano” di una specie a rischio, per l’inquinamento e altri motivi: la loro incidenza sulla riduzione delle zanzare, si vedrà tra 3 o 4 anni. Ma è solo l’ultimo strumento di una lotta integrata ben più complessa, come ho spiegato. Ad esempio c’è la leggenda del pipistrello che mangia la zanzara Tigre, ma con questa specie nessun pipistrello potrà mai servire. La Tigre è solo diurna … quando uno timbra il cartellino, l’altra abbandona il campo. Non si incontrerranno mai …
Ma si potranno mai sconfiggere davvero le zanzare a Milano?
Lo diceva già il compianto Giorgio Celli, grande entomologo: “Con le zanzare si può vincere qualche battaglia, ma non la guerra”. Possiamo riuscire solo a contenerle, ma non a debellarle, soprattutto in un territorio come la Pianura Padana.
Grazie, Giancarlo Nostrini, e buon lavoro davvero.
La strategia d'intervento del Comune di Milano contro le zanzare