Ecobonus, Codacons: occasione perduta
Secondo l'associazione di tutela dei consumatori, andava eliminata l'Iva sulla sostituzione delle coperture di amianto
05 August, 2013
Ieri il Senato ha approvato il decreto Ecobonus che contiene le detrazioni per l'efficienza energetica e le ristrutturazioni edilizie. Ora il dl è diventato legge. Per il Codacons, nonostante alcuni elementi indubbiamente positivi come l'innalzamento delle detrazioni per l'efficienza energetica al 65% e la loro estensione anche all'adeguamento antisismico, per il resto si tratta di una ribollita che difficilmente potrà dare nuova linfa al settore dell'edilizia o, addirittura, rilanciare la produzione. Basti pensare alla detrazione del 50% delle spese per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, che però, oltre a dover essere ripartita in 10 anni, è riservata solo a quell'esigua minoranza di persone che stanno già ristrutturando casa. Un provvedimento già attuato durante questa crisi dal Governo Berlusconi ma fallito miseramente proprio per la ristrettezza della platea interessata. Altro esempio: l'amianto. Per il Codacons un'occasione perduta. Ci si è limitati, infatti, ad inserire la sostituzione delle coperture di amianto negli edifici tra le misure e gli incentivi che saranno stabilizzati. Quello che serviva veramente, però, era considerare la sostituzione di una copertura di amianto una operazione sanitaria e non di edilizia, eliminando conseguentemente l'Iva.
“È paradossale che lo Stato, dopo avere per decenni consentito la produzione ed il commercio di un prodotto che poi si é appurato essere causa della malattia e della morte di migliaia di persone imponga a quanti vogliano rimuoverlo dalla loro casa anche il balzello del 10% di Iva. Infatti, chi vuole rimuovere, smaltire e sostituire coperture in amianto cemento non solo deve sostenere costi proibitivi a causa della mancanza di discariche autorizzate e di prezzi calmierati, ma anche pagare allo Stato l'imposta Iva del 10% su tutti questi costi. Le società pagano il 21% di Iva ma per loro é un costo e, quindi, detraibile. Per il privato invece é solo un onere aggiunto e penalizzante. L'unica agevolazione consentita al privato é la detrazione dall'IRPEF ma in 10 anni e per poterne beneficiare il privato deve avere "capienza di imposta" (ovvero previsione di altre tasse da pagare). Senza considerare i costi accessori per pratiche (comune, ASL, commercialista ) che ne riducono ancora la convenienza. Il risultato è che le persone meno abbienti o si tengono il veleno in casa o affidano "in nero" i lavori a persone che poi 'smaltiscono' le lastre di amianto-cemento nei boschi. La soluzione c'era, logica ed elementare: considerare la rimozione e lo smaltimento dei prodotti in amianto-cemento non un'opera edilizia ma quello che in realtà é, ovvero una operazione "sanitaria", di tutela della salute e quindi esente dall'IVA e col beneficio della detrazione del 19% sull'IRPEF nello stesso anno di imposta. Inoltre l'ASL dovrebbe effettuare sopralluoghi gratuiti per certificare la presenza di amianto, evitando ai cittadini il costo di analisi di laboratorio (circa 100 €) e della "pratica ASL" (altri 4-500 euro)”.