Rincaro abbonamenti a Milano: è questa "La migliore offerta"? Intervista a Dario Balotta
Da settembre abbonamenti più cari del 15% mentre si continua a ribadire la necessità di ridurre il traffico in città. Un controsenso? L’abbiamo chiesto a Dario Balotta, responsabile Trasporti per Legambiente Lombardia. Secondo cui il problema è sempre lo stesso: l’inefficienza delle aziende
06 August, 2013
E si torna a parlare di aumenti a Milano. Momentaneamente risparmiati i biglietti singoli - anche se un rincaro a 1,70 euro nel 2014 è dato come quasi certo – l’aumento interessa tutti gli abbonamenti: settimanali, mensili e annuali, che lievitano di circa un 15% in più. (Per i dettagli, leggi qui). Il tutto mentre si continua a ribadire la necessità di ridurre il traffico in città. Un controsenso? L’abbiamo chiesto a Dario Balotta, responsabile Trasporti per Legambiente Lombardia.
“I ritocchi delle tariffe si possono anche fare, ma vanno accompagnati da un miglioramento del servizio. Tu paghi di più ma hai un servizio di qualità superiore. E invece in Italia i prezzi aumentano soltanto per andare a coprire i buchi delle aziende. E ATM purtroppo non fa eccezione”. Oltre ad essere in buona compagnia. Poco tempo fa al centro della bufera c’era GTT, e non si può dire che nelle altre città italiane tiri un vento migliore (Trasporti e rincari: le città a confronto). “Il problema è che le aziende dei trasporti non riescono a uscire da questa dinamica per cui per sostenere i costi di gestione o si ricorre ai finanziamenti pubblici (pagano gli enti) o si aumentano le tariffe (pagano i passeggeri). La razionalizzazione delle spese non rientra nei piani, mentre dovrebbe essere la priorità in anni di crisi e tagli. Perché si continua ad affidare il servizio alle stesse aziende che hanno dato diverse prove di inefficienza, invece di indire gare d’appalto che siano davvero competitive? Ci guadagnerebbero tutti, utenti compresi”.
Eppure Milano è la città italiana con la migliore offerta in quanto a trasporti… “Sì, ma è anche quella con la domanda più alta! Con il pendolarismo che c’è in questa città, il rapporto costi ricavi dovrebbe essere molto, molto più alto di quello attuale. E invece, nonostante Milano possa contare sulla domanda più alta di Italia, i ricavi non coprono nemmeno il 60% dei costi di gestione”. Ma non è così in tutta Europa? “No. Si può arrivare tranquillamente al 70-75%, mentre la media italiana è del 35%!”. A conti fatti però Milano continua ad avere tariffe relativamente basse rispetto alle colleghe europee. “Da un certo punto di vista si potrebbe dire che meno si fa pagare, meno pretese avanzano i passeggeri. Ma non è una tattica vincente, tant’è che, nonostante i costi di gestione dell’auto sempre più alti, il numero di utenti del servizio pubblico non è aumentato come ci si sarebbe aspettati”. Anzi. A livello nazionale è perfino calato, come hanno rilevato tutti gli osservatori negli ultimi mesi, almeno in questo concordi.
Un’ultima questione: la manovra del Comune prevede un rincaro medio di circa il 15%, ma la stangata vera riguarda gli over 65 con un reddito Isee superiore ai 20.000 euro annui, per i quali l’abbonamento annuale è quasi raddoppiato (da 170 a 300 euro). Era troppo bassa la tariffa precedente? “Diciamo che è giusto tenere conto di un principio di redistribuzione del reddito, ma per rispondere bisognerebbe conoscere la percentuale di utenti che rientrano in questa categoria. In ogni caso, posso dire che questi aumenti erano praticamente già certi due anni fa, quando si disse che gli abbonamenti non sarebbero stati toccati. Era difficile crederlo…”.
A quanto pare gli aumenti del 2011 hanno fatto sì che sempre più cittadini scegliessero l’abbonamento rispetto al ticket singolo, con una perdita economica pesante per il Comune. “Ma il fatto che siano aumentati gli abbonamenti dovrebbe essere una buona notizia, non una misura da correggere! L’obiettivo è ridurre il traffico non fare cassa… se poi qualcuno ha fatto male i conti non lo so, ma prima di prendere nuove misure ci si è chiesti quale sarà l’impatto sulla qualità dell’ambiente, sullo smog, sulla vivibilità di Milano? Perché alla fine sono queste le cose che dovrebbero contare quando si fa una strategia sui trasporti”.