Caldo in città, Ferraris: «Occhio all'umidità (e a dove si installa il condizionatore)»
Proseguono le interviste di Eco dalle Città sul tema delle ondate di calore, del benessere termico e delle tecnologie per il raffrescamento. Sergio Ferraris, direttore responsabile di QualEnergia, spiega che l'umidità è il vero nemico da combattere e suggerisce qualche sistema per usare il condizionatore in modo efficiente
07 August, 2013
Giorni di mezza estate, giorni di canicola. Le ondate di calore fanno boccheggiare gli italiani, piegati da temperature proibitive e da tassi di umidità particolarmente elevati. Ma è davvero l'umidità a rendere le nostre città così invivibili nelle settimane più calde? L'aria condizionata rappresenta l'unico rimedio? E come la mettiamo col portafogli? Eco dalle Città lo ha chiesto a Sergio Ferraris, esperto di temi energetici e direttore responsabile di QualEnergia.
È possibile misurare empiricamente il "disagio" causato dall'afa negli ambienti chiusi? Se sì, attraverso quali parametri?
La percezione del calore e la sensazione di comfort termico sono molto soggettive, ma dipendono sostanzialmente dalla temperatura e, ancora di più, dall'umidità. Chiunque sia stato nel deserto può confermare che si può stare a 50 gradi Centigradi senza soffrire troppo, a patto che l'aria sia molto secca. Quello che è importante tener presente, comunque, è che questi parametri, temperatura e umidità, andrebbero misurati ad un'altezza di circa un metro e sessanta, perché è lì, ad altezza della testa, che si percepisce maggiormente il disagio in caso di caldo (o freddo) eccessivo. Detto questo, il corpo umano è in grado di adattarsi: se fuori ci sono 32 gradi, è possibile riposare bene anche in un ambiente condizionato a 29gradi, purché sia attiva la funzione di deumidifcazione.
Il tasso di umidità, dunque, è decisivo...
Esatto. Soprattutto negli ambienti urbani, dove l'assenza di vegetazione, la presenza di ampie superfici asfaltate, il traffico e il calore rilasciato dagli elettrodomestici – e paradossalmente anche dagli stessi condizionatori – danno luogo alle cosiddette “bolle di calore”, con condizioni particolarmente difficili.
Che ruolo gioca la ventilazione? Può essere sufficiente a garantire un certo comfort?
Se l'aria è molto calda e soprattutto molto umida, la ventilazione da sola, naturale o artificiale che sia, può non bastare. Il getto diretto del ventilatore assicura un certo sollievo perché fa evaporare il sudore e quindi sottrae calore al corpo, ma da solo non è in grado di rinfrescare l'ambiente, né tantomeno di deumidificarlo. Anche con la ventilazione naturale, il rischio paradossale è di introdurre aria calda in un ambiente che magari è climatizzato. Solo sistemi sofisticati di ventilazione controllata possono dare qualche beneficio.
Se si ricorre al condizionatore, come si possono tenere a bada i controlli? Esistono dei dispositivi che siano davvero a risparmio energetico?
Le nuove etichettature consentono davvero di avere un'idea delle prestazioni dei condizionatori, grazie alla classe di efficienza energetica e agli altri parametri indicati in etichetta. Anche la tecnologia inverter è un ottimo sistema di ottimizzazione dell'efficienza, che modula la potenza del compressore presente nel dispositivo a seconda delle esigenze. In questo caso, però, i vantaggi si ottengono solo su lunghi utilizzi, evitando di accendere il condizionatore per periodi brevissimi. Al di là dell'efficienza del dispositivo, poi, è fondamentale anche il posizionamento del condizionatore.
In che senso?
A volte si pensa di piazzare il condizionatore in corridoio per rinfrescare contemporaneamente tutti gli ambienti: niente di più sbagliato. Il risultato sarà insoddisfacente, per cui si tenderà ad abbassare la temperatura aumentando in questo modo i consumi elettrici. Inoltre, si rischia il doppio colpo di calore ogni volta che si passa da una stanza all'altra. Sbaglia anche chi sistema l'apparecchio al di sopra di una finestra: l'aria fredda, che è più pesante, scende verso il basso e, passando davanti alla superficie calda della finestra finisce con il riscaldarsi di almeno un paio di gradi.
Ma se si volesse fare a meno dell'aria condizionata, ci sono nuove tecnologie di raffrescamento più efficienti?
Chi ne ha la possibilità dovrebbe pensare a un impianto a pompa di calore: farebbe un gran bene all'ambiente e al suo portafogli. Il problema è che si tratta di installazioni complicate, soprattutto nei condomini. Potendo ricorrervi, comunque, è un sistema ottimo, anche perché, essendo invertibile, può essere usato anche per il riscaldamento invernale.
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