Sacchetti banditi, anche a Santa Fe: sostituto più in voga, la carta. Ma è una soluzione?
Sacchetti di plastica banditi dalla capitale del New Mexico, dove l'alternativa numero 1 sembrerebbe il sacchetto di carta, distribuito a 10 centesimi di dollaro, e gratuitamente per i cittadini in difficoltà economiche
02 September, 2013
I sacchetti di plastica perdono sempre più terreno anche negli Stati Uniti. Questa volta è Santa Fe, capitale del New Mexico, a dichiararli fuori legge. Il copione, sempre lo stesso: gli ambientalisti esultano, la camera del commercio si indigna, l'opinione pubblica divisa in due. Ma anche in tre, o quattro: c'è chi chiama il bando l'unica strada possibile per un paese civile; chi lo considera accanimento terapeutico; chi lo ritiene un insulto al buon senso dei consumatori, che non hanno bisogno di un divieto per sapere che ci sono alternative più ecologiche; chi, candidamente, ammette di essere assolutamente convinto della necessità di eliminare i sacchetti e dunque ora che c'è il divieto, sarà felice di non comprarli più.
Ci sono voluti anni, ma alla fine il provvedimento è passato, e già si parla di possibili estensioni ai contenitori in polistirolo dei take away e alle bottiglie di plastica. (Una battaglia in grado di risvegliare i più grandi colossi multinazionali del pianeta. Provate a immaginare la reazione della Coca Cola se mai un provvedimento simile dovesse cominciare a diffondersi negli States...)
Il punto ora è capire con cosa verranno sostituiti. Perché se da un lato le autorità locali si stanno impegnando per promuovere la borsa riutilizzabile, annunciando la distribuzione gratuita di diecimila sporte - nemmeno poche, su una popolazione di 70.000 abitanti - dall'altra, stando ai sondaggi della stampa cittadina, il sostituto numero 1 pronto a candidarsi al posto dei vecchi sacchetti di plastica sembrerebbe un altro sacchetto: di carta.
La nuova legge prevede infatti che il sacchetto di carta debba essere venduto ad un prezzo minimo di 10 centesimi di dollaro, praticamente 7 centesimi di euro. Prezzo minimo che nessun commerciante ha voglia di alzare, per non rischiare di innervosire ulteriormente la metà di clientela già imbizzarrita per il bando. Un prezzo politico, e fair "leale", "giusto", come pensa la maggior parte degli intervistati dai giornali locali. Talmente fair che i cittadini meno abbienti, che hanno diritto a sconti particolari sugli alimenti, potranno avere i sacchettini gratis, segno che per il governo locale scoraggiare l'usa e getta in carta non è affatto una priorità.
Una scelta che fa riflettere: se decidiamo che gli usa e getta non fanno bene al pianeta, e che ci sono alternative valide gratuite, perché poi li consideriamo alla stregua di un bene di prima necessità?
Nel frattempo, restiamo in attesa di capire che cosa succederà in Europa. Fra quindici giorni sapremo infatti che ne sarà del bando italiano, allo scadere della proroga del periodo di sospensione decisa dalla Commissione. (leggi qui)
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