Incentivi rinnovabili, in arrivo una rimodulazione. Le prime reazioni
Il ministro dello Sviluppo ha annunciato a breve una misura che dovrebbe spalmare le risorse già impegnate per gli incentivi alle rinnovabili su un periodo più lungo dei 18 anni previsti. Contrastanti le prime reazioni all'annuncio della rimodulazione
02 September, 2013
Il ministero dello Sviluppo economico sta lavorando a una rimodulazione degli incentivi alle rinnovabili che, secondo lo stesso ministro Flavio Zanonato permetterà di «dare subito 3 miliardi a famiglie e imprese in riduzione del costo dell'energia elettrica». La misura dovrebbe essere varata entro pochi giorni e, ha precisato il ministro, non rappresenta “un miracolo”, ma consiste sostanzialmente nell'allungamento del periodo di pagamento degli incentivi, spalmando però il totale delle risorse da investire.
Gli incentivi alle rinnovabili, ha ricordato il ministro, pesano «per poco meno di 12 miliardi l'anno sulle bollette di famiglie e imprese e dovremo pagarli ancora per 18 anni: noi allunghiamo questo periodo e spalmiamo questo meccanismo, in modo da dare subito 3 miliardi a famiglie e imprese in riduzione del costo dell'energia elettrica».
Le dichiarazioni di Zanonato sono state accolte positivamente dall'associazione Assoelettrica, che le ha valutate come “un elemento positivo”. «In questo modo – ha dichiarato il presidente dell'associazione delle imprese elettriche, Chicco Testa - si potrà alleggerire il peso che grava nelle bollette dei cittadini e delle imprese senza per questo tagliare gli incentivi concessi a operatori che hanno investito nelle rinnovabili sulla base di prospettive di redditività certe».
Di tutt'altro tenore il commento dell'associazione Anie/Gifi. «Centinaia di migliaia di impianti fotovoltaici sono stati costruiti in Italia a fronte di un impegno dello Stato, ovvero il Conto Energia, e di un business plan calibrati su 20 anni – ha dichiarato il presidente Emilio Cremona - Gli errori fatti nella strutturazione del debito non sono da attribuire ai cittadini e alle imprese ma alla legislazione che non ha saputo gestire adeguatamente la distribuzione degli incentivi». Di conseguenza, secondo l'associazione, ogni intervento futuro deve «tutelare, e non affossare, i cittadini, le imprese e la filiera industriale generata dal fotovoltaico, circa 100mila occupati finora rimasti attivi, allo scopo di non danneggiare la credibilità del Sistema Paese per gli investimenti in tecnologie per le fonti rinnovabili».