Sacchetti, la Commissone Europea ancora al lavoro sulla denuncia di CNA
la Commissione Ambiente dell’Unione Europea ha comunicato ufficialmente alla CNA Nazionale che la denuncia presentata nell’aprile scorso dalla stessa CNA in relazione alla non conformità dell’attuale normativa non è stata archiviata, e che la procedura di infrazione a carico dell'Italia non è ancora stata chiusa
04 September, 2013
Il comunicato della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa
"Non siamo naturalmente in grado di sapere in che termini l’Unione Europea si esprimerà nelle prossime settimane nei confronti della Notifica inviata a suo tempo dal Governo italiano del Decreto Interministeriale previsto dalla Legge n.28/2012 sul divieto di commercializzazione di determinate tipologie di sacchetti in plastica (shoppers) per l’asporto di merci in pendenza della procedura d’infrazione già avviata (2011-4030) precedentemente dalla Commissione Europea nei confronti dello Stato italiano.
Sappiamo però una cosa, che la Commissione Ambiente dell’Unione Europea ha comunicato ufficialmente alla CNA Nazionale (più in particolare alla sua organizzazione di settore CNA Produzione) nei primi giorni del mese d’Agosto.
Vale a dire che la Denuncia presentata nell’Aprile scorso dalla stessa CNA Produzione alla Commissione Europea in relazione alla non conformità dell’attuale normativa italiana sulla commercializzazione degli ”shoppers” ai principi generali e alle Direttive comunitarie è tutt’altro che priva di fondamento.
La Commissione Ambiente UE, sulla base della denuncia presentata da CNA Produzione e tenendo conto del fatto che altri Stati membri hanno sollevato preoccupazioni ed osservazioni analoghe, ha infatti deciso di non archiviare questo dossier (CHAP2013/01330), come sembrava intenzionata a fare in un primo momento e sta provvedendo ora a completare le conseguenti procedure amministrative.
La vicenda resta pertanto ancora aperta a ulteriori sviluppi, che dovranno a parere di CNA Produzione tenere finalmente in conto elementi di equità e di contrasto ad immotivati interessi oligopolistici, nonché le conseguenze per l’occupazione e per la sopravvivenza di diverse piccole aziende che potrebbero derivare dall’ottusa resistenza a voler modificare l’attuale quadro normativo italiano in materia.
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