Il Comune vince la guerra dei parcheggi
A dispetto delle agguerrite proteste dei residenti dei mesi scorsi, il Comune va avanti col piano di costruzione di parcheggi interrati. Si scaverà alla Gran Madre, in via Lagrange, in corso Marconi e, anche se il primo bando è andato deserto, Palazzo civico non rinuncia nemmeno al progetto di piazza Paleocapa. Ma i comitati di commercianti e residenti annunciano battaglia – da La Stampa del 12.09.2013
12 September, 2013
Emanuela Minucci
Il parcheggio da 190 posti auto sotto la Gran Madre si farà. Nonostante il lungo tira e molla degli scorsi anni - il comitato che scende in piazza e Palazzo civico che sembra ripiegare sull’area del Parco Michelotti (un miraggio di vittoria per i residenti) – ora arriva quel progetto che è una pietra tombale su ogni altra ipotesi. L’assessorato alla Viabilità guidato da Claudio Lubatti ha trovato il modo per soddisfare le richieste della Soprintendenza sul cui tavolo giacciono da mesi i controversi disegni (fatti e rifatti più volte) delle rampe d’accesso. «Abbiamo chiesto a Gtt - ha spiegato ieri l’assessore - di realizzare un progetto di eliminazione della rotatoria del tram 13 che circumnaviga la Gran Madre – così come ci aveva chiesto la Soprintendenza ». Aggiunge: «Noi li abbiamo accontentati: il 13 potrà girare in lungo Po Cadorna e quindi si elimineranno i binari attorno alla chiesa che secondo gli esperti di piazza Castello la sottopongono ad uno stress notevole oltre ad essere molto anti-estetici». Insomma il Comune va avanti, e, ormai il sì della Soprintendenza appare scontato. Via libera dunque all’interramento del parcheggio che sarà misto: un po’ pubblico e un po’ pertinenziale. Bisogna vedere come reagiranno i residenti (che avevano raccolto 1.300 firme) capeggiati da Paolo Pisotti che dà per scontata l’archiviazione del progetto: «Noi siamo contenti della pedonalizzazione di via Monferrato, ma non sarà certo un baratto.
La sconfitta dei comitati
Ma la Gran Madre, che stando alle ultime volontà del Comune ha comportato la sconfitta del comitato - non è certo un caso singolo. Anche per il parcheggio pertinenziale di corso Marconi, nonostante la guerra fra Palazzo civico e gli abitanti sia stata molto accesa e abbia comportato garanzie in più per gli alberi abbattuti si è risolta con un via libera alle ruspe. Anche perché l’impresa vincente ha condito la sua offerta mettendo sul tavolo un milione in più in più del dovuto, che in questo momento per il Comune sono una boccata d’ossigeno mai vista.
Corso Marconi
Ora, comunque, comincia una fase delicata e del tutto insolita in questi casi: l’assessore alla viabilità Claudio Lubatti garantisce che il progetto sarà discusso con gli abitanti. «Voglio mantenere la promessa fatta mesi fa: chiederemo ai cittadini di valutare l’opera, accoglieremo le loro critiche e le loro proposte. In questa fase, ci sarà ancora spazio per modifiche e miglioramenti, se ritenuti necessari». Solo dopo partiranno i lavori, la cui durata sarà di 18 mesi.
Piazza Lagrange
Anche per il controverso pertinenziale di via Lagrange il Comune ha vinto la sua battaglia: le buste sono state aperte qualche giorno fa, le manifestazioni d’interesse ci sono state e fra pochi mesi si comincerà a scavare. Una vittoria soprattutto per chi insegue il sogno di un centro tutto pedonale: via Lagrange è il nuovo salotto di Torino ed era un peccato che culminasse in un garage a cielo aperto. E se per la vicina piazza Paleocapa la gara è andata deserta, è certo che il Comune tornerà alla carica aprendo un nuovo bando: «Non si tratta di un parcheggio facile - ha spiegato ieri Lubatti - anche perché non aveva rampe e sarebbe stato di quelli che funzionano come un silos meccanizzato, piazzi l’auto e poi l’ascensore te la cala sottoterra, ma non lasceremo perdere anche perchè se non si fa il parcheggio i soldi per non pedonalizzare quest’altro bijou non ci sarebbero».
Aree pedonali
Diverso il discorso per quelle nuove aree pedonali spalmate su tutta la città richieste dai diversi quartieri: «Ogni circoscrizione ha già detto la sua e presto valuteremo i costi di realizzazione, ma sono certamente meno onerosi di location come piazza Solferino o piazza Gran Madre dove è necessario interrare il parcheggio per incassare gli oneri e procedere a una pedonalizzazione attrezzata e curata».
Il business
Presto i lavori in piazza Carlina. Giochi fatti anche incorso Marconi
Emanuela Minucci
Avanti, si scavi. È un po’ questo lo slogan della città d’autunno: quello che concilia la fame di nuove aree pedonali con i conti in rosso dell’amministrazione. La parola magica è parcheggi, meglio se pertinenziali. Perché questo è il mese in cui la maggior parte delle gare per realizzare quei posti auto sotterranei pagati dai privati (Palazzo civico ha approvato nell’ottobre scorso una delibera che ne prevede 20 sparsi in tutta la città) scadono. Ed eccezion fatta per piazza Paleocapa, il cui bando è andata deserto, tutte le gare hanno trovato un’impresa dalle ruspe frementi. E così, con buona pace dei comitati – i famosi «Nimby», quelli del «not in my back yard» (non nel mio cortile) che accompagnano ogni opera pubblica - presto la città fermerà di lavori per realizzare parcheggi privati in zone strategiche in cambio della sistemazione in superficie delle piazze.
L’ultimo esempio è stato piazza Solferino, e nel giugno scorso, quando venne inaugurata, il sindaco Fassino parlò chiaro a chi contestava i parcheggi pertinenziali: «Non bisogna aver paura di costruire la nuova Torino». E così, presto si comincerà a scavare sotto piazza Lagrange il cui bando scadeva a luglio e in piazza Carlina, per citare soltanto le aree più centrali. Mentre il Comune tornerà alla carica anche per la vicina piazza Paleocapa per cui per il momento non si sono presentate imprese, forse perché scavare in quel sottosuolo è un po’ più complesso che non in periferia. Via libera alle ruspe anche in corso Marconi, dove a compensare l’arrivo del cantiere nasceranno 3.600 metri quadri di verde, un’area giochi e la riqualificazione della carreggiata centrale del viale. Ad aggiudicarselo è stata la Gestinord Srl, che ha battuto l’unica concorrente, la «LL Engineers» grazie anche a un’offerta economica vantaggiosissima per la città: pagherà oltre un milione di euro di oneri concessori, 700 mila in più di quelli previsti a base di gara. Il parcheggio interrato sarà su due piani e ospiterà 240 box pertinenziali. Gli alberi abbattuti o trapiantati altrove (in tutto 51) saranno interamente sostituiti. Come nel caso di piazza Solferino, venti parcheggi vogliono dire soldi freschi per Palazzo Civico, che incassa la concessione per 90 anni, e una riqualificazione di diverse aree a costo zero per l’amministrazione.
Non è una cosa che riguarda solo il centro, ma tutte le Circoscrizioni sono coinvolte. «Il piano dei parcheggi pertinenziali rappresenta un meccanismo virtuoso, un’opportunità - dice l’assessore alla Viabilità Claudio Lubatti – perché non comporta costi per l’amministrazione, crea nuovi posti di lavoro e porta alla riqualificazione di venti aree di Torino. Un percorso condiviso con i quartieri, senza frizioni». Sono già stati messi a gara anche l’area Pasquale Paoli e quella Saint Gobain, mentre il 17 settembre si apriranno le buste per la zona di corso Giulio Cesare angolo via Pergolesi.
Se a Palazzo civico sono soddisfatti per i passi avanti compiuti dalla delibera sui pertinenziali molti comitati dovranno digerire l’arrivo delle ruspe. E in altri casi la protesta continua. Qualche mese fa si erano arrivate a contare 2.300 firme contro questi scavi racchiuse in tre petizioni. I residenti si sono messi di traverso contro i lavori di largo Boccaccio, via Rivalta e via Barletta. Gli abitanti di Madonna del Pilone, San Paolo e Santa Rita si sono affacciati alla finestra del «Diritto di tribuna» per chiedere al Comune di impedire i lavori in queste tre aree.
Corso Marconi
“Noi andremo avanti per vie legali”
Francesco Morgando
Dopo la recente assegnazione del bando di gara, la decisione del Comune di andare avanti per la sua strada sulla costruzione dei parcheggi sotterranei è un altro duro colpo per il Comitato «Salviamo corso Marconi». Ma l’agguerrito gruppo di cittadini non ha intenzione di mollare. Conferma la manifestazione indetta il 5 ottobre nella carreggiata centrale del viale per ribadire il no al parcheggio: «Andremo avanti con la nostra battaglia – commenta Giancarlo Portis, presidente del Comitato - tra venti giorni scenderemo di nuovo in corso Marconi, e pianteremo altri dieci ippocastani. Dobbiamo continuare a sensibilizzare le persone su un’opera dannosa e raccogliere fondi per il ricorso al Tar». Per impedire la costruzione dei 227 posti, la battaglia per vie legali, che deve però aspettare il progetto definitivo dell’azienda che si è aggiudicata l’appalto, rimane la via maestra. Mail gruppo di residenti anti ruspe dice di star preparando nuove azioni, e sta prendendo contatti con comitati che in altre città si battono per la costruzione di parcheggi sotterranei. «L’amministrazione non fa che confermare la sua ostilità al dialogo, una settimana dopo aver dichiarato di voler costruire un confronto coi residenti. - dice Umberto Capra, portavoce del Comitato - Si ostinano ad andare contro la volontà dei cittadini, con una decisione che comprometterà il viale per secoli».
Piazza Paleocapa e Lagrange
“Abbiamo due lettere per il sindaco”
Silvia Caprioglio
«Non ci arrendiamo, se il Comune va avanti coi progetti ci rivolgeremo a un legale e valuteremo anche il ricorso al Tar». Non gettano la spugna residenti e commercianti di piazza Paleocapa e Lagrange, le «gemelle» ai lati dei giardini Sambuy destinate da Palazzo civico a ospitare due parcheggi pertinenziali. A giugno, dopo aver saputo che nonostante le proteste la Città aveva comunque pubblicato il bando per la rimessa di piazza Lagrange e si apprestava ad aprire la gara per Paleocapa, abitanti e negozianti hanno dato vita a un comitato e a una petizione che ha raggiunto 600 firme. I bandi prevedevano, oltre a opere di riqualificazione, una base d’asta di 1 milione di euro per piazza Lagrange, 200 mila euro per Paleocapa, per cui la gara è scaduta nei giorni scorsi. «I cantieri penalizzeranno – spiega Dorotea Castiglione, tra gli animatori della petizione – abitanti e commercio, già in sofferenza. E di posti auto non c’è necessità». «Calcoliamo che con almeno due anni di cantiere – spiega Franca Cucchietti, presidente del comitato – ci saranno 200 posti di lavori a rischio, solo in piazza Lagrange». A giorni il comitato consegnerà due lettere al sindaco, di negozianti, dipendenti e residenti. «Chiediamo che ci spieghi a beneficio di chi sono queste opere. Un conto erano i lavori per la pedonalizzazione o la metro, di pubblica utilità, ma qui si tratta solo di operazioni economiche».
Gran Madre
“Non ci credo il Comune non lo farà”
Emanuela Minucci
Paolo Pisotti è il responsabile del comitato che da mesi si batte contro l’arrivo della ruspe attorno alla Gran Madre. Insieme con altri professionisti della zona (fra cui parecchi architetti) ha raccolto 1300 firme contro «uno scempio di cui non c’è il minimo bisogno: perchè qui non c’è fame di parcheggi basti vedere che quello di piazza Vittorio di giorno è sempre vuoto». Ieri, alla notizia che il Comune non solo non aveva abbandonato l’idea di realizzare il parcheggio dietro la chiesa, ma aveva addirittura ipotizzato di eliminare il tram 13 che «circumnaviga» la Gran Madre ha risposto come i mariti che non vogliono sapere di un ipotetico tradimento della moglie: «No, guardi non voglio neppure ipotizzarlo, noi abbiamo vinto la nostra battaglia e il massimo cambiamento possibile che noi peraltro auspichiamo è la pedonalizzazione di via Monferrato: quella sì che è una bella idea e la appoggeremo con tutte le nostre forze». Secondo il comitato il parcheggio dietro la Gran Madre metterebbe a repentaglio la staticità della chiesa: «Là sotto c’è l’acqua, è pericoloso scavare non possiamo mettere a repentaglio un bene così prezioso, un gioiello come questa chiesa e lo spazio che ci sta dietro foderato di un acciottolato meraviglioso». Conoscendolo, non si darà per vinto. Continuando a sostenere che il quartiere non ha certo bisogno di un’autorimessa in più.