Francia a luci spente, come sta andando? Intervista a Pierre Brunet (ANPCEN)
Come sta andando l'applicazione della nuova legge transalpina che limita l'orario di accensione delle facciate e delle luci interne degli edifici non residenziali? Eco dalle Città lo ha chiesto al presidente dell'associazione francese ANPCEN, che si occupa proprio di contrastare l'inquinamento luminoso
16 September, 2013
A partire dal mese di luglio, in Francia, un decreto voluto fortemente dal ministro dell'Ambiente e dell'Energia vieta di tenere accesa dopo l'una di notte l'illuminazione esterna degli edifici non residenziali: negozi, in primis, ma anche uffici, chiese e alberghi. Il nuovo regolamento, inoltre, stabilisce che le luci interne di uffici e altri locali commerciali, nonché le vetrine dei negozi, non possano restare accese per più di sessanta minuti oltre l'orario di chiusura. Il provvedimento rappresenta una novità assoluta in materia di illuminazione pubblica, ma, a oltre due mesi dall'entrata in vigore, com'è la situazione reale? Il decreto viene effettivamente applicato? E con che risultati? Eco dalle Città lo ha chiesto a Pierre Brunet, presidente di ANPCEN (Association nationale pour la protection du ciel et de l'environment nocturnes), associazione francese che opera per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni contro l'inquinamento luminoso.
La nuova legge viene correttamente applicata? Ritiene che negli ultimi due mesi sia effettivamente calato l'inquinamento luminoso?
Il punto è che in realtà c'erano solo pochi edifici illuminati tutta la notte, ad eccezione delle chiese. Per questa ragione è difficile dire se ci sia stata una effettiva diminuzione dell'inquinamento luminoso grazie alla nuova legge. L'interesse di questo provvedimento, comunque, sta nel fatto che ci permette di avere la legge “dalla nostra parte”: se qualcuno è disturbato da un edificio che resta illuminato tutta la notte, adesso ha una norma cui può appellarsi. Si tratta di una situazione senza precedenti, finora non esisteva alcuna regolamentazione di questo genere...
I cittadini sono stati informati di questa novità? La stampa ha prestato attenzione alla notizia dell'entrata in vigore del decreto?
Sì, devo dire che c'è stata una copertura molto vasta della notizia da parte di tutti i media, per diverse settimane, direi che era difficile non esserne informati. Probabilmente, ha influito l'aspetto simbolico della novità, il nuovo regolamento inteso come “un piccolo passo verso l'oscurità”. Ad ogni modo, la legge è stata accettata molto bene dall'opinione pubblica, del resto si tratta solo di norme di buon senso, soprattutto per quanto riguarda le luci interne degli edifici.
Qual è il ruolo delle amministrazioni comunali, sono chiamate a controllare il rispetto delle norme?
Sì, i Comuni hanno il compito di monitorare l'applicazione della legge. E per quanto riguarda in particolare gli edifici comunali, se il Comune è inadempiente può intervenire lo Stato per esigere il rispetto delle norme.
Il nuovo decreto interessa anche i lampioni stradali?
No, ed è la ragione principale per cui la riduzione dell'inquinamento luminoso è pressoché inapprezzabile.
Ma esistono delle limitazioni anche per i lampioni, oppure le grandi città li lasciano accesi anche oltre l'una di notte?
In realtà sono numerose le città francesi che sono tornate volontariamente alla pratica antica di spegnere le luci stradali alla fine della serata. Attualmente, sono circa 4.000 le cittadine che spengono le luci a tarda sera, ma si tratta per la grande maggioranza di centri molto piccoli, con meno di 1.000 abitanti. Laddove avviene lo spegnimento, comunque, l'effetto è significativo, come dimostra questo video girato a una cinquantina di chilometri da Parigi, su un territorio dove circa 50 città spengono i lampioni stradali tra le 22 e la mezzanotte: dal video si nota un calo dell'inquinamento luminoso proprio in corrispondenza dello spegnimento.
Alla luce di queste novità, la normativa francese contro l'inquinamento luminoso e gli sprechi energetici le sembra adeguata?
Il nuovo provvedimento rappresenta un piccolo passo verso una diminuzione dell'inquinamento luminoso e dello spreco di energia, ma l'obiettivo principale che ancora ci attende rimane quello di ridurre i livelli di illuminamento dei lampioni stradali.
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