Nicole Kidman investita e le bici sul marciapiede
L’incidente che ha coinvolto l’attrice a Manhattan ha scatenato i “nemici” dei ciclisti - dalla rubrica "Pedali" de La Repubblica del 18.09.2013
18 September, 2013
Leonardo Bizzaro
L'incidente di Nicole Kidman, travolta da un fotografo in bicicletta davanti all’Hotel Carlyle di Manhattan, ha scatenato i «nemici» delle due ruote in città. In effetti l’investitore procedeva in bici sul marciapiede ed è finito addosso all’attrice, che stava uscendo dall’albergo al termine delle sfilate di Calvin Klein, è caduta e si è ammaccata un piede. Ma la situazione non era proprio la più comune che si può trovare in una città. Sarebbe come si pensasse di assistere tutti i giorni, nel sottopasso di piazza della Repubblica, all’inseguimento di Lady D.
I lettori, non solo di Repubblica, hanno però inondato i giornali di mail. Una l’abbiamo pubblicata domenica scorsa. Il Corriere della Sera ha dedicato addirittura una pagina alla questione, con pro e contro e pure una replica il giorno seguente. È davvero «il
problema», quello delle bici sui marciapiedi? Il Codice della strada lo esclude, a meno che non sia esplicitamente permesso dalla normativa comunale. È il caso, a Torino, dei marciapiedi lungo alcuni ponti sul Po e di quelli che accolgono piste ciclabili come via Bertola (pur con il cantiere piazzato in mezzo, davanti all’ex sede dell’Enel). Sono più che comprensibili le ragioni di chi protesta per qualche ciclista indisciplinato e sfrecciante, tanto più quando si tratta di persone anziane o con difficoltà motorie. Però... però si potrebbe cominciare a pensare che la coesistenza non è impossibile. Perché nessuno ha mai pensato di multare i pedoni che occupano, con una certa sfrontatezza, la gran parte delle piste ciclabili, soprattutto quelle che passano nei parchi o nelle zone verdi della città, e invece è tutto un chiedere di sanzionare i pedalatori? Se l’invito ad accettare la coabitazione vale nel primo caso, dovrebbe valere forse anche nel secondo, almeno su qualche marciapiede più largo, o nelle vie più pericolose (una per tutte, via Rossini). Perché sulla pista ciclabile dei Giardini Reali, in discesa e quindi percorsa in velocità, i pedoni non ritengono pericoloso camminare tra le bici?
Non è un’incitazione a non rispettare le leggi — un’ex preside, equivocando queste righe, ci ha già scritto più volte tirandoci le orecchie indignata — solo la richiesta di provare a
pensarci.