Ilva, possibile infrazione europea per il siderurgico tarantino
Il commissario Ue all'ambiente Potocnik chiederà l'apertura di una procedura d'infrazione contro il governo italiano per non aver obbligato la società siderurgica a rispettare le norme europee sulla salvaguardia dell'ambiente. L'iniziativa in caso di approvazione sarà ufficializzata giovedì 26 settembre. Le associazioni PeaceLink e Fondo AntiDiossina, titolari della denuncia, rimangono in attesa
21 September, 2013
L'Italia finisce nuovamente nel mirino di Bruxelles, questa volta a causa della vicenda dell'Ilva di Taranto, e un altro problema rischia di aggiungersi presto ai tanti che già incombono sulla sorte dell'impianto siderurgico e dei suoi lavoratori. Il commissario Ue all'ambiente Janez Potocnik è infatti pronto a chiedere l'apertura di una procedura d'infrazione contro il governo per non aver fatto tutto il necessario per obbligare la società siderurgica a rispettare le norme europee sulla salvaguardia dell'ambiente.
L'iniziativa di Potocnik - a quanto si è appreso - potrebbe approdare sul tavolo del collegio dei commissari già mercoledì prossimo e, in caso di approvazione, sarà ufficializzata giovedì 26. Ma diverse fonti sottolineano che la partita è ancora aperta. E che un intervento da parte del governo - probabilmente attraverso il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando - potrebbe forse riuscire ancora a convincere Potocnik quanto meno a rinviare l'apertura della procedura.
A sollecitare l'intervento di Bruxelles in nome della difesa del diritto alla salute dei lavoratori e del rispetto dell'ambiente sono state anche di recente diverse organizzazioni non governative. E l'apertura di quella che burocraticamente si chiama 'procedura d'informazione' risale al marzo del 2012. Data a partire dalla quale ha preso il via un fitto carteggio tra la Commissione e l'Italia finalizzato all'acquisizione, da parte di Bruxelles, delle informazioni necessarie a valutare la situazione.
Le risposte italiane alle domande degli uomini di Potocnik non sono però bastate a rassicurare la Commissione sul rispetto delle norme europee in materia di ambiente. Tanto che la proposta di avvio della procedura d'infrazione ha superato la fase istruttoria ed è ora pronta per essere esaminata dal collegio dei commissari. In una versione che punta il dito contro le autorità italiane in quanto responsabili del rilascio de permessi che consentono all'Ilva di Taranto di svolgere la sua attività. Ed soprattutto 'colpevoli' di non aver effettuato tutti i controlli dovuti per verificare il rispetto degli obblighi a carico della società siderurgica.
Se la proposta Potocnik sarà approvata dalla Commissione, l'Italia riceverà una lettera di messa in mora - prima tappa della procedura - alla quale dovrà rispondere entro 60 giorni.
Successivamente Bruxelles, nel caso in cui ritenesse che l'Italia continui a violare le norme Ue, potrà emettere un parare motivato e deferire il nostro Paese alla Corte di giustizia dell'Unione.
Le associazioni, Peacelink e Fondo Antidiossina Taranto, rappresentate da Alessandro Marescotti e Fabio Matacchiera, hanno dichiarato: “in merito alle dichiarazioni riportate oggi da varie agenzia stampa su di una possibile infrazione della Commissione Europea nei confronti dell'Italia per lo stabilimento ILVA di Taranto, le associazioni PeaceLink e Fondo AntiDiossina, titolari della denuncia presso la Commissione Europea e interlocutrici dirette delle istituzioni europee sul caso ILVA, rilasceranno le debite considerazioni ed interviste solo in seguito all'annuncio dell'avvenuta infrazione, se essa dovesse essere confermata in sede di Collegio dei Commissari dell'Unione Europea che, come avanzato da una agenzia stampa internazionale, si terrà entro fine settembre 2013”.