Chiude Malagrotta, Falcognana non apre: i rifiuti romani vanno al Nord
Malagrotta, la discarica più grande d'Europa, chiude senza proroghe. Ma Falcognana non apre, si aspettano le firme del Ministro Orlando. Nel frattempo continuano i presidi dei cittadini e alla Corte di giustizia dell'Unione Europea arriva la procedura di infrazione della Commissione europea contro l'Italia sulla gestione dei rifiuti nel Lazio.
01 October, 2013
Malagrotta ha chiuso davvero il 30 settembre. Nella serata sono molti i cittadini riuniti nel Presidio Cittadini Liberi della Valle Galeria che hanno posto il loro lucchetto simbolico alla discarica più grande d'Europa. Ma oggi, 1 ottobre, la discarica alla Falcognana non ha aperto: mancano ancora le firme sul decreto del Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando che ha affermato “abbiamo ancora alcuni approfondimenti e passaggi da fare”. La discarica comunque dovrebbe aprire presto, nonostante le proteste dei Presidi No Discarica Divino Amore che promettono di bloccare i camion che prenderanno la strada della Falcognana e che intanto presidiano Via Ardeatina.
Il problema intanto, riguarda Malagrotta e soprattutto la questione del “capping”, cioè la copertura che prelude alla creazione di un parco. Per Manlio Cerroni, il patron di Malagrotta, andrebbe effettuato con “Fos” (Frazione Organica Stabilizzata), effetto del trattamento di parte dei rifiuti che continueranno a finire negli impianti di Tmb di Malagrotta. Cerroni, che ieri ha comprato gli spazi sul Corriere della Sera e de La Repubblica per diffondere il suo messaggio, ha affermato che la realizzazione del capping impegnerà 1.200.000 metri cubi di materiali inerti, 600.000 metri cubi di argilla e 1.200.000 metri cubi di terreno vegetale. Ma il Wwf, il Codici e soprattutto i Verdi con Nando Bonessio, esprimono la propria contrarietà, temendo che il “capping” che vorrebbe Cerroni passi come una sorta di “mini-proroga” alla discarica, mentre si dovrebbe spingere subito con la bonifica. Anche il Sindaco Ignazio Marino si è detto per una chiusura totale di Malagrotta.
Malagrotta, ha detto Manlio Cerroni nel suo messaggio, “è stata la fortuna dei romani, ha fatto risparmiare i romani” perché i costi dello smaltimento in discarica dei rifiuti tal quale a Malagrotta è stato pari a 46,890 euro a tonnellata. “Non c'è da stupirsi se il costo dello smaltimento in discarica sarà maggiore di quello praticato fino ad ora”, ha detto Cerroni riferendosi probabilmente ai nuovi costi di gestione che avranno i rifiuti romani che già da questa oggi dovrebbero prendere la via del Nord Italia (Emilia Romagna e Piemonte) e che alla Falcognana varranno 75 euro a tonnellata.
Inoltre, nell'attesa dell'apertura di Falcognana, enti locali e aziende stanno cercando di risolvere il problema che riguarda la sistemazione dei rifiuti trattati nell'impianto di Malagrotta: la soluzione più praticabile potrebbe essere quella di mandare fuori regione i rifiuti o addirittura all'estero. Soluzione che però avrebbe alti costi che rischiano di aggravare la già critica situazione finanziaria della giunta romana. Ad ogni modo, l'Ama sarebbe pronta a partire per portare i rifiuti trattati dai siti di Rocca Cencia e di Via Salaria fuori dal Lazio già dal pomeriggio del 1 ottobre.
Infine, alla Corte di giustizia dell'Unione Europea, è arrivata la procedura di infrazione della Commissione europea contro l'Italia sulla gestione dei rifiuti nel Lazio. La Corte valuterà se l'Italia ha violato gli obblighi della direttiva 31 del 1999 sulle discariche di rifiuti, che prevede “misure volte a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative” sull'ambiente e sulla salute umana.
Si aspettano quindi nelle prossime ore e nei prossimi giorni le certezze e i fatti concreti per la situazione dei rifiuti romani.
(foto di Edoardo Martino)
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