Rifiuti romani del Colari fermi per controlli a Montichiari (Br)
I rifiuti del Colari di Manlio Cerroni partiti verso il Nord sono ora “congelati” nella discarica di Vighizzolo di Montichiari nel bresciano in attesa di controlli più approfonditi: l'Arpa ha riscontrato irregolarità nella parte "secca".
06 October, 2013
La vicenda “rifiuti romani” continua a regalare colpi di scena: da sabato 5 ottobre 40 tonnellate di rifiuti speciali provenienti da Roma sono “congelati” nella discarica Gedit di Montichiari.
Montichiari, nel bresciano, è infatti uno dei poli che, in seguito alla chiusura della discarica di Malagrotta avvenuta il 30 settembre, sarà coinvolto per i prossimi due mesi nello smaltimento delle scorie giornaliere rimanenti dalla lavorazione di tutti i rifiuti romani trattati dal Colari (Consorzio laziale rifiuti), presieduto da Manlio Cerroni. In particolare, la Ares Ambiente di Treviolo (Bg), detentrice dell’appalto insieme ad altre cinque società sparse per lo stivale (Mad srl di Frosinone, Sogliano Ambiente Spa di Forlì-Cesena, Italcave di Taranto ed Ecosystem Spa e Porcarelli Gino di Pomezia e Rocca Cencia), ha indicato la Gedit Spa per trattare la “monnezza” del Colari a Brescia. Qui, nel sito a Vighizzolo di Montichiari, sarebbero dovuti arrivare rifiuti speciali ma non pericolosi, circa 5.000 tonnellate di “scarti” della lavorazione del pattume raccolto nelle vie di Roma e trasformato in “cdr” (combustile da rifiuto, da bruciare negli inceneritori). A questi vanno aggiunte altre 4.000 tonnellate di “fos”, un compost derivato dalla frazione organica dei rifiuti urbani ma che per legge non è utilizzabile come concime perché troppo inquinante.
Cosa è successo quindi nel bresciano? Secondo quanto riportato da Bresciaoggi.it “i controlli della task force dell'Arpa fatta entrare in azione dalla Regione hanno riscontrato delle difformità 'sospette' fra i codici Cer (una sorta di carta d'identità dell'immondizia) e il materiale trasportato da 2 dei 4 camion approdati a Vighizzolo. Il conferimento di metà della partita di scarti è stato dunque sospeso in attesa dei referti sui campioni prelevati dai tecnici dell'Arpa. Le potenziali irregolarità non riguardano il Fos, ovvero la parte più 'sporca' del compost, ma la frazione secca, rifiuti indifferenziati che non possono finire inceneriti nei termovalorizzatori”. In questo stock sarebbero state trovate delle sostanze terrose anomale.
Subito la Regione Lombardia ha predisposto una campagna di controlli sugli scarti provenienti da Roma. “La situazione ha dell'incredibile”, ha detto l'assessore regionale all'Ambiente Claudia Terzi. “La Lombardia si sta dando da fare per non avere più bisogno di discariche. Grazie agli investimenti nella raccolta differenziata ormai meno dell'8% dei nostri rifiuti finisce nei centri smaltimento lombardi, e cosa facciamo? Importiamo spazzatura? A cosa servono i nostri sforzi, a farci prendere in giro dalle altre Regioni?”.
Leggi anche:
Rifiuti: no Monti dell'Ortaccio, ballottaggio Falcognana/Cupinoro
Chiude Malagrotta, Falcognana non apre: i rifiuti romani vanno al Nord
Rifiuti di Roma verso il Nord: ecco dove andranno