Raggio Verde: l'AIA a Monti dell'Ortaccio va ritirata. Udienza al TAR il 23 ottobre
Rimane aperta l'ipotesi Monti dell'Ortaccio come sito per una discarica emergenziale. Ma l'associazione Raggio Verde ha impugnato l'AIA al TAR ricordando che uno studio dell'università La Sapienza non esclude rischi idrogeologici.
08 October, 2013
L'autorizzazione per la realizzazione di una discarica a Monti dell'Ortaccio deve essere ritirata. Lo ha ribadito questa mattina in conferenza stampa l'associazione Raggio Verde che, in seguito alla diffusione nelle scorse settimane dello studio idrogeologico dell'università La Sapienza in cui emergono i rischi di un'eventuale discarica in quella zona, ha impugnato al TAR l'A.i.a.(Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata dal commissario Goffredo Sottile nel dicembre 2012. Il 23 ottobre si terrà l'udienza al TAR. "Teoricamente, l'A.I.A. sarebbe dovuta già essere ritirata"spiega Vittorina Teofilatto Presidente di Raggio Verde, "poiché l'autorizzazione di sottile Sottile era proprio subordinata alla redazione di uno studio idrogeologico che certificasse l'idoneità della cava individuata". Da metà agosto lo studio c'é, realizzato dall'università per conto del Colari, il consorzio di Manlio Cerroni proprietario del sito di Monti dell'Ortaccio oltre che di Malagrotta; eppure sia le istituzioni che sottile continuano a "non sapere se ci sono studi" e a tenere aperte le porte ad una discarica emergenziale a Monti dell'Ortaccio.
"Lo studio de La Sapienza non esclude la possibilità di inquinamento della falda in caso di attività di smaltimento rifiuti", ha spiegato in conferenza Giacomo Giujusa, architetto. "Lo strato impermeabile si trova a livelli di profondità che vanno da 5 a 18 metri, per cui è impossibile costruire una vasca impermeabile artificiale. Inoltre - ha specificato Giujusa - manca una barriera naturale che è stata intaccata dagli scavi effettuati dal Colari nei mesi scorsi". Tali scavi avrebbero anche raggiunto la falda superficiale e le analisi di tali acque confermano che é collegata a una falda più profonda.
A questo punto dunque gli atti e le ricerche sono accessibili e consultabili, essendo stati depositati al TAR. "L'Aia adesso potrebbe essere ritirata dallo stesso soggetto che l'ha emanata o addirittura, secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità, dalla Regione Lazio. Ma anche dalla Pubblica Amministrazione in autotutela", ha ribadito la Teofilatto. "Eppure nessuno sembra far niente. Malagrotta é stata chiusa ma finché non avremo la certezza che Monti dell'Ortaccio non sarà accessibile ai rifiuti non saremo tranquilli", ha concluso Vittorina Teofilatto.