Riscaldamento: quando si possono accendere i termosifoni, per quanto tempo e a che temperatura | ECOPEDIA
Con i primi freddi autunnali tornano in funzione i primi impianti di riscaldamento. Ma da quando è possibile accendere i termosifoni? Per quante ore? E qual è la temperatura da non superare? Una guida al riscaldamento domestico
09 October, 2013
Autunno. Temperature in ribasso e maltempo. Nelle case si tornano a chiudere le finestre e si tirano fuori le coperte. In qualche caso, per la prima volta dopo molti mesi si riaccendono i termosifoni. Ma da quando è possibile riattivare i caloriferi? E per quanto tempo? E quali sono le temperature limite stabilite dalla legge? Ecco una piccola guida in materia di riscaldamento riscaldamento.
Quando accenderli e per quanto tempo
Il territorio italiano è suddiviso in 6 zone climatiche (dalla A alla F), sulla base delle condizioni medie di temperatura atmosferica, e più precisamente di parametri definiti gradi-giorno. Per ciascuna di queste fasce, la normativa stabilisce dei precisi limiti ai periodi dell'anno in cui è possibile tenere accese le caldaie e al numero di ore in cui i termosifoni possono restare in funzione. Ad esempio, a Catania, che è situata nella fascia B, è possibile attivare i caloriferi dal 1 dicembre al 31 marzo, per non più di otto ore al giorno. Situazione ben diversa a Milano (fascia E, termosifoni accesi dal 15 ottobre al 15 aprile, per massimo14 ore al giorno), o a Trento, che si trova nella zona F per la quale non è prevista alcuna limitazione. Deroghe sono previste per ospedali, scuole materne, piscine e altri edifici particolari.
Consulta l'elenco dei comuni italiani con le rispettive zone climatiche.
Le deroghe
In caso di freddo eccezionale al di fuori del normale periodo di accensione del riscaldamento, gli impianti possono essere attivati comunque, ma per un numero di ore non superiore alla metà di quelle consentite in via ordinaria (ad esempio: se a Milano, dal 15 ottobre, si possono tenere accesi i caloriferi per 14 ore, se fa freddo è possibile accenderli anche prima di questa data, ma per un massimo di 7 ore al giorno). Se poi le condizioni di freddo sono davvero straordinarie, l'amministrazione può concedere una deroga ulteriore, estendendo (e precisandolo) anche il numero massimo di ore di accensione permesse. Viceversa, il Comune può introdurre restrizioni eccezionali in coincidenza con periodi di grave inquinamento atmosferico. In caso di un'emergenza smog, ad esempio, il Comune può stabilire l'abbassamento della temperatura all'interno di case e uffici.
Mai oltre i 20 (22) gradi, lo dice la legge
La normativa nazionale fissa a 20 gradi centigradi, con due gradi di tolleranza, la temperatura che non deve essere superata nelle abitazioni, negli uffici, nelle scuole e in tutti gli altri edifici. Fanno eccezione gli immobili in cui si svolgono attività industriali e artigianali (o assimilabili), per i quali il limite è fissato a 18 gradi. Questi valori di temperatura, infatti, sono considerati ottimali, nella stagione invernale, per la vita quotidiana e le attività lavorative dagli esperti internazionali che studiano il cosiddetto “comfort climatico”. Attenzione, quindi, a non superare i valori di temperatura consentiti dalla legge, anche perché l'abuso dei riscaldamenti è tra le cause dell'inquinamento atmosferico che assedia le nostre città, oltre a favorire l'insorgenza di malanni di stagione e altri problemi di salute legati allo sbalzo termico tra interno ed esterno.
Questa è una notizia-scheda sempre verde che fa parte della raccolta Ecopedia.it curata dalla redazione di Eco dalle Città
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