Legambiente sui rifiuti di Roma a Chivasso: "Non accetteremo ulteriori ampliamenti della discarica"
Presa di posizione del circolo di Legambiente di Chivasso sui rifiuti in arrivo dal Lazio: "Il problema non è se i rifiuti arrivano da Roma o da Torino, ma se ha senso continuare a realizzare discariche nel Chivassese. Richiamiamo il Consorzio di Bacino 16 e la Provincia di Torino ad una presa di responsabilità per aver continuato a concedere ulteriori espansioni della discarica. E' giunto il tempo di dire basta. Quando l’attuale cubatura verrà colmata, non accetteremo ulteriori ampliamenti"
15 October, 2013
Si è tenuta mercoledì 9 ottobre, un’assemblea straordinaria dei soci di Legambiente Chivasso sul tema della gestione dei rifiuti in arrivo da Roma. Come è noto, sono in arrivo nella vasca Chivasso Zero della discarica di regione Pozzo, in frazione Pogliani, un quantitativo di 13 mila tonnellate al mese, per due mesi, di rifiuti secchi provenienti dal trattamento dei rifiuti solidi urbani di Roma, prodotti dagli impianti di AMA SpA, classificati come rifiuti speciali non pericolosi con il codice CER 19 12 12. La vasca può ospitare attualmente fino a 90 mila tonnellate di rifiuti e quelli provenienti dalla Capitale, andranno a saturare quasi un terzo dell’intera capacità.
Solo in questi giorni, Legambiente ha appreso, dalla risposta all’interrogazione del 7/10/2013 n° 1802 mossa dal Consigliere regionale Davide Bono, che il conferimento dei rifiuti romani ha già avuto inizio il 2 ottobre ed il giorno seguente, il 3, l’Arpa ha effettuato un controllo del materiale conferito dichiarando che “la composizione merceologica del rifiuto appariva coerente con il codice di classificazione e non dava origine ad emissioni odorifere”.
"Non ci allarma il luogo di provenienza dei rifiuti –ha dichiarato il presidente del circolo di Legambiente di Chivasso Massimiliano Tantillo-, ma il continuo insistere sul nostro territorio che da anni vede un proliferare di terreni coltivati a cava e poi nel tempo sono diventati, dopo ulteriori autorizzazioni, delle vere e proprie discariche. In sostanza, il problema non è se i rifiuti arrivano da Roma o da Torino, ma se ha senso continuare a realizzare discariche nel Chivassese vista la situazione nella quale versa il nostro territorio".
Il circolo, sempre in occasione dell’assemblea straordinaria, ha incontrato il Comitato Terrasana di frazione Pogliani, per ascoltare le preoccupazioni e le criticità legate ai temi della discarica di Chivasso. La relazione del Comitato conferma l’enorme distanza che esiste fra gli abitanti a ridosso della discarica, spesso abbandonati a loro stessi, le istituzioni ed il resto dei cittadini di Chivasso che probabilmente non vive come propria questa fetta di territorio. Il territorio del Chivassese infatti, è soggetto da anni a forti eventi che lo degradano e nell’ultimo periodo si è assistito ad una situazione in costante peggioramento: sono infatti sei, tra progetti ed ampliamenti, che interessano discariche o luoghi di deposito dei rifiuti, come il Km Verde di Montanaro, la discarica zona Pogliani di Chivasso, le discariche di Torrazza Piemonte e la discarica di Rondissone.
"Purtroppo, nostro malgrado, l’Italia si trova spesso in emergenza di fronte a questo tema e poi bisogna correre ai ripari. Questo è inaccettabile –ha aggiunto Tantillo-. Ci teniamo a precisare che la discarica non è l’unica soluzione sul tema rifiuti: bisogna investire nella raccolta differenziata spinta, oltrepassando la soglia del 60%, facendo un lavoro, sia sulla quantità che sulla qualità della differenziata, con l’obiettivo di investire in politiche volte alla riduzione della produzione dei rifiuti a monte". Il presidente di Legambiente Chivasso ha poi sottolineato come sia importante la programmazione e il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle istituzioni sul tema rifiuti: "Richiamiamo le istituzioni locali ad una presa di responsabilità intorno alla discarica di Chivasso ed in particolare gli enti superiori come il Consorzio di Bacino 16 e la Provincia di Torino, per aver continuato negli anni a concedere ulteriori espansioni della discarica strappandoli così al territorio. La discarica di Chivasso è in funzione dal lontano 1987 ed è giunto il tempo di dire “basta”. Quando l’attuale cubatura verrà colmata, non accetteremo ulteriori ampliamenti, visto il contesto territoriale nel quale ci troviamo".