Torino, Biciplan approvato dal Consiglio Comunale
Il Consiglio comunale ha approvato, con 28 voti favorevoli ed unoa stenuto, la delibera contenente il Piano della Mobilità ciclabile. Di seguito gli interventi degli assessori e dei consiglieri comunali
18 October, 2013
Il Consiglio comunale ha approvato, questo pomeriggio, la delibera contenente il "Piano della Mobilità ciclabile (Biciplan)". Il provvedimento, integrato da alcuni emendamenti, contempla il mandato alla Giunta comunale per la verifica dell’eventuale esistenza di incoerenze con altri regolamenti comunali che dovessero rivelarsi disarmonici rispetto ai principi generali del Biciplan. Al Consiglio comunale viene inoltre demandato il compito di proporre, nel tempo, correzioni ritenute necessarie ed eventuali altre modifiche regolamentari adatte ad incentivare l'utilizzo della bicicletta.
Il Piano si sviluppa secondo due tematiche principali: la pianificazione delle infrastrutture della mobilità ciclabile e politiche ed azioni per favorire lo sviluppo della mobilità ciclabile. Propone quindi di “attivare tutte le azioni volte ad incrementare l'utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto, sia attraverso soluzioni tecniche sia con attività promozionali e culturali, a diminuire l'uso del mezzo a motore privato e favorire il trasporto pubblico”. Il Biciplan si pone allora l'obiettivo strategico di portare dal 3% del 2008 al 15% entro il 2020 la percentuale degli spostamenti quotidiani in bicicletta rispetto agli spostamenti totali (mezzi pubblici, privati e con esclusione degli spostamenti a piedi).
Previsto inoltre che ogni anno venga destinato il 15% delle entrate della Città derivanti dalle sanzioni per violazione del Codice della strada, all’attuazione del Biciplan. (Leggi anche: Torino: il 15% delle multe finanzierà il Bici Plan. La vittoria dei ciclisti del Bike Pride)
Prima della votazione in Sala Rossa sono intervenuti gli assessori proponenti per illustrare la delibera.
Enzo Lavolta: Esprimo la soddisfazione di Sindaco e Giunta per il piano della mobilità sostenibile arrivato oggi in aula, condiviso dalle Commissioni Ambiente e Mobilità e da tutto il Consiglio Comunale. È un lavoro che si è protratto per due anni, frutto di un progetto partecipato e di qualità, ispirato a politiche europee, che ha coinvolto le Circoscrizioni, la Polizia Municipale, gli Uffici comunali e tante associazioni, che voglio ringraziare: Bici & Dintorni Fiab, Bike Pride Fiab, Legambiente, Salvaiciclisti, MuoviEquilibri, La città possibile, Intorno, Pro Natura, Muoviti Chieri. Incrementare l’uso quotidiano della bici significa diminuire gli spostamenti motorizzati e quindi avere una città più pulita, sicura e silenziosa. Stiamo costruendo la Torino del 2020, sostenibile non solo dal punto vista sociale ed economico, ma anche ambientale. Con un obiettivo ambizioso: arrivare al 15% di spostamenti in bicicletta. Questo documento arricchisce il lavoro che l’Amministrazione da tempo porta avanti: nel 2002, con l’istituzione dell’Ufficio Biciclette del Comune di Torino; nel 2004 con il piano degli itinerari ciclistici; nel 2008 con l’approvazione delle linee guida del Pums; nel 2009 con la sottoscrizione della Carta di Bruxelles; nel 2010 con il bike sharing, che oggi conta più di 100 stazioni, 20 mila abbonati e oltre 2milioni di prelievi di bici, con punte di 9mila prelievi quotidiani. Sono fermamente convinto che una redistribuzione degli spazi urbani tra pedoni, ciclisti e automobilisti e una limitazione diffusa della velocità garantiranno un aumento della sicurezza.
Claudio Lubatti: La ricchezza del documento finale è la prova della qualità del grande lavoro svolto. D’ora in avanti dovremo ragionare in maniera nuova sulla mobilità torinese: il Bici Plan è un segnale culturale per trasformare le abitudini dei cittadini e far diventare la mobilità ciclabile co-protagonista della mobilità cittadina. Non servirà solo a migliorare e mettere in sicurezza tratti di piste ciclabili, ma sarà utile per pianificare interventi complessivi, frutto di un cambiamento culturale che è già partito e che l’Amministrazione deve stimolare e sviluppare. Non basta più avere tanti chilometri di piste ciclabili in città: bisogna avere piste che siano davvero fruibili e sicure.
E’ seguito un dibattito cui hanno partecipato i consiglieri comunali.
Marco Grimaldi (SEL): Da anni sosteniamo che gli spazi urbani della viabilità siano ridistribuiti fra traffico motorizzato, biciclette e pedoni, e che la città preveda “zona 30” in tutte le strade secondarie. Il Biciplan vorrebbe allora portare un cambiamento culturale nel modo di viaggiare dei torinesi per raggiungere, entro il 2020, l’obiettivo di avere il 15% degli spostamenti totali in città effettuati in bici. Per fare questo bisognerà che aumenti drasticamente il numero degli spostamenti casa-scuola, casa-lavoro. Una volta approvato il Biciplan, sarà solamente iniziato un percorso che richiederà anni per la sua applicazione, ma ogni storia parte con un piccolo passo, in questo caso una prima pedalata. Oggi siamo in tanti a farlo, da domani, grazie a questo Consiglio comunale, saremo molti di più.
Andrea Tronzano (PdL): Il provvedimento è interessante e intelligente ma non è con la celebrazione del Biciplan che si risolvono i problemi della città. Perché questa è anche la città delle auto e non può essere sola la città delle biciclette. Nel contesto complessivo della città, bisogna tenere conto delle necessità di automobilisti, ciclisti e pedoni. Stiamo lavorando nello stesso modo per tutti? O possiamo mettere in campo dei ripensamenti. Bisogna ad esempio fare in modo di evitare che gli automobilisti provochino incidenti ai ciclisti, e quindi mettere in sicurezza le piste ciclabili. E poi c’è la città camminabile, con la necessità di evitare il traffico invadente dei ciclisti sotto i portici e sui marciapiedi. Infine una battuta: arriveremo presto a centomila spostamenti in bici come si augura il consigliere Grimaldi. Perché la crisi e le tasse ci costringeranno a scegliere la bici come strumento per muoversi a basso costo. Ma non gioisco troppo per questo.
Fedrica Scanderebech (Al centro Scanderebech): Nel precedente mandato non avevo votato favorevolmente sul bike sharing, troppe le gare andate a vuoto, troppe le incertezze. Oggi devo ammettere che l’Amministrazione, invece, era stata lungimirante, permangono ancora ad oggi problemi da risolvere e affrontare, ma non si può che dare fiducia a questo piano, visti i cambiamenti avvenuti in città. I cambiamenti si realizzano dentro e fuori da questa aula.
Vittorio Bertola (M5S): Le biciclette aumentano ma non è solo frutti della crisi, sono in crescita da 20 anni. Oggi finalmente ci dotiamo di un biciplan, che voteremo. Occorre ora che anche i nostri uffici tecnici adottino una nuova mentalità nel progettare. Abbiamo piste interrotte da continui ostacoli, abbiamo tratti pericolosi come quello di corso Vittorio: bisogna riconciliare la realtà delle cose con il modello che abbiamo in testa. Per il futuro i pedoni ed i ciclisti non dovranno più contendersi gli spazi residuali non occupati dalle auto. Il problema della sicurezza dei pedoni è importante ma riconsideri ch ea fronte di centinaia di incidenti che coinvolgono le auto, quelli che coinvolgono pedoni e bici nell’ultimo anno sono stati 6. Abbiamo svolto una consultazione pubblica, raccolto decine di emendamenti, molti dei quali sono stati accolti dalla commissione.
Sui percorsi ci riserviamo di svolgere in tempi successivi una puntuale verifica. Manco però ancora un atto di indirizzo per i parcheggi per bici che vanno programmati così come si fa per le auto, per questo abbiamo presentato una nostra mozione.
Silvio Viale (PD): Devo constatare che su questi temi la sensibilità è cresciuta. A chi si preoccupa per la viabilità motorizzata voglio ricordare che la nostra città, con i suoi 550.000 autoveicoli, ha una tra le più alte densità di autoveicoli d’Italia. Sono sì aumentate le biciclette, ma la vendita delle motociclette è cresciuta del 25%. La realtà è che la mobilità si diversifica. Occorre evitare ideologismi, come a proposito dell’inquinamento (ricordo che l’85% dei tumori polmonari è dovuto alle sigarette): l’obiettivo è quello di ridurre l’impatto del traffico su questa città. E questo non a favore della “lobby dei ciclisti” ma di tutti i cittadini.
Marco Muzzarelli (PD): Io non penso che l’aumento delle biciclette in città sia un sintomo di crisi, basti pensare al Nord Europa. La nostra è una città che fa una scelta di sostenibilità, diversificando i mezzi di trasporto. L’auto non deve più essere il mezzo prioritario per gli spostamenti urbani. E per chi parla di “pericolosità delle biciclette”, ricordo come sia vero che ci sono ciclisti indisciplinati: ma sono più pericolose le auto guidate senza rispettare le regole!
Marta Levi (PD): Il piano regolatore della mobilità ciclabile è il frutto di un percorso lungo che parte dal 1993 con l’individuazione di percorsi di loisir per arrivare oggi a definire percorsi di mobilità interna alla città, grazie ad un emendamento apportato al programma di mandato. Nel giro di qualche anno la città dovrà dare corpo a questo progetto perché ci sia sempre di più una mobilità differenziata, il più possibile sostenibile.
Maurizio Marrone (PdL): Non va sottovalutata l’importanza della mobilità ciclabile ma occorre che non sia trasformata in rivoluzione politica, in un Consiglio nel quale si è discusso animatamente contro la chiusura dello stabilimento di Mirafiori. Abbiamo presentato un mozione che preveda parcheggi per biciclette, in prossimità di tutte le stazioni della metropolitana, in particolare di quelle più periferiche.
La delibera è stata approvata con 28 voti favorevoli e un astenuto. Insieme alla delibera è stata approvata anche una mozione di accompagnamento, presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle, che impegna la Città a predisporre un piano parcheggi per le biciclette.