La differenza (differenziata) tra Margò e Caffè del Progresso
Continua l'indagine di Eco dalle Città sulla raccolta differenziata nei locali di Vanchiglia avviata in occasione di “Vanchiglia Ricicla”, campagna lanciata a ottobre con le Sentinelle dei Rifiuti e che proseguirà fino a dicembre per sensibilizzare residenti e commercianti del quartiere su una corretta raccolta differenziata. Abbiamo interpellato il Margò e il Caffè del Progresso, scoprendo che quest'ultimo non differenzia l'umido
23 October, 2013
Nella Senti
Resti degli aperitivi, frutta dei cocktail, fondi di caffè. Rifiuti “preziosi” che se gettati nell'organico potrebbero essere recuperati, e che spesso invece finiscono in gran quantità nell'indifferenziato. Eco dalle Città continua la sua indagine, in occasione della campagna “Vanchiglia Ricicla” lanciata con le Sentinelle dei Rifiuti, per capire se e come i gestori del quartiere differenzino i rifiuti. Dopo aver interpellato La Vetreria di corso Regina e il Santa Giulia, che si trova nell'omonima piazza, abbiamo raccolto l'esperienza del Margò di via Buniva e del Caffè del Progresso di corso San Maurizio.
La differenza principale tra i due locali sta proprio nell'umido, che il Margò separa, mentre il Caffè del Progresso getta nell'indifferenziato. «Differenziamo vetro, plastica e umido – racconta Manuela del Margò –. Per la plastica il bidone vicino non ce l'abbiamo, sarà a 500 metri; abbiamo vicino i cassonetti del vetro e dell'umido, ma per il vetro ce ne sono solo due e sono sempre pieni». «Vetro, carta e plastica riusciamo a differenziarli, abbiamo i bidoni vicini – spiega invece Patrizio del Caffè del Progresso –. L'umido lo buttiamo nell'indifferenziato».
Simile è invece il giudizio sugli avventori dei propri locali: sarebbero poco attenti alla differenziata, ma per i gestori non è possibile starci dietro e recuperare agli errori di conferimento. «Quando c'è tanta gente è difficile controllare dove i clienti buttino che cosa – continua Manuela –; non riusciamo a controllare nei cassonetti cosa venga gettato, ma noi la differenziata la facciamo, abbiamo dato indicazioni al personale. Cerchiamo di limitare i bicchieri di plastica, li usiamo nel weekend quando c'è più gente perché solo con bicchieri di vetro non si potrebbe, ma per l'aperitivo usiamo piatti in ceramica, abbiamo abolito la plastica, proprio per evitare di fare rifiuti».
«Facciamo noi la differenziata, i clienti no – dice Patrizio –; abbiamo dei contenitori nelle sale del locale, sia per rifiuti differenziati che non, ma non vengono usati bene, i clienti gettano a caso, e in generale sono poco utilizzati. Quello che troviamo lì, se non è ben diviso, lo buttiamo nell'indifferenziato. Noi lavoriamo soprattutto coi bicchieri di vetro, ma dopo una certa ora dobbiamo invece usare quelli di plastica, come previsto dalle norme sulla movida. Non usiamo lattine e bottiglie di vetro, ma solo bicchieri di vetro, piatti di plastica per l'aperitivo e bicchieri di plastica dopo un certo orario; in genere i clienti li lasciano sui tavoli, e i camerieri hanno istruzioni di raccogliere e differenziare tutto».