Remedia: Hi tech, riciclo e ambiente per un'economia sostenibile
Remedia e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile lanciano la sfida delle materie prime e mettono a confronto autorevoli ospiti nazionali e internazionali sul recepimento della direttiva europea RAEE e sulla strategia dell'Europa per un'economia circolare
24 October, 2013
di Giorgia Fanari
Sono circa 800.000 le tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche (frigo, pc, lavatrici, Tv, piccoli elettrodomestici, lampadine ecc) che sono state vendute sul mercato italiano nel 2012. Tuttavia non sempre questi prodotti, una volta dismessi, vengono raccolti e riciclati correttamente per tornare ad alimentare il mercato delle materie prime: si tratta, infatti, di una vera e propria “miniera” da cui si può estrarre oro, metalli preziosi e le ricercatissime “terre rare”. Questi temi, insieme alla nuova direttiva europea, sono oggetto di discussione nel convegno “La sfida delle materie prime: può l’industria del riciclo ridurre i rischi dell’approvvigionamento?”, organizzato a Roma il 24 ottobre da Remedia in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile , nell’ambito da Hi-Tech & Ambiente 2013. In particolare, il dibattito mira a stimolare la discussione sulla nuova Direttiva RAEE 2012/19 che dovrà essere recepita entro febbraio 2014. "Il recepimento della normativa non é solo un atto formale, ma un'opportunita per dare nuovo impulso al sistema RAEE e favorire così politiche industriali orientate all'efficienza delle risorse", ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia . "L'Europa infatti vuole accelerare il processo di sviluppo di una moderna società di riciclo: l'utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse naturali è una priorità, come dimostra il programma di finanziamenti all'anno azione denominato Horizon 2020 nell'ambito del quale verranno stanziati oltre 3 miliardi di euro". Hi-tech, riciclo e ambiente sono dunque parole legate in maniera molto forte per due aspetti fondamentali. "Il primo é l'effetto negativo che hanno sull'ambiente i rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche se non vengono riciclati. Inoltre, il secondo aspetto riguarda una questione a lungo termine, cioè le materie prime", ci ha spiegato Raimondo Orsini, Direttore Generale di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile . "L'utilizzo delle apparecchiature elettroniche cresce sempre più, di pari passo con la popolazione e di conseguenza le materie prime nel mondo per produrre queste apparecchiature scarseggiano. Quindi il riciclo - afferma Orsini - non serve solo a ridurre l'impatto ambientale ma anche a fornire quelle materie prime per poterle ricostruire. Si parla quindi - conclude - di economia circolare nel senso che invece di dissipare e abbandonare le materie prime si riutilizzano e si evita di sprecare risorse importanti".
Con un cambiamento sistematico nell'uso e nel recupero delle materie prime infatti l'Europa non dovrebbe più dipendere dalle importazioni, contribuendo così ad alimentare un'economia europea sostenibile. In tal modo, secondo stime riportate da Remedia, l'Unione Europea potrebbe ridurre la quantità di materie prime necessaria a far girare l'economia di circa il 25% a parità di produzione entro il 2020. L'economia ne trarrebbe beneficio e la crescita del PIL porterebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro, tra 1,4 e 2,8 milioni.
A ciascun cittadini europeo é associato un consumo medio di 25 tonnellate annue di minerali e di metalli. Solo in Italia, per avere un'economia sostenibile, si dovrebbero utilizzare 360 milioni di tonnellate di risorse, mentre il consumo attuale arriva a 1 miliardo. L'impiego di materie prime nel nostro Paese quindi dovrebbe essere ridotto ad un terzo.