Allarme del Comune, smog fuori controllo
«Polveri in aumento, sotto accusa i diesel. Politica energetica da ripensare, compreso il ritorno del nucleare» - da Corriere della Sera del 22.09.2005
22 September, 2005
<b>Maurizio Giannattasio</b>
A vedere l’immagine del satellite della Nasa che riprende dall’alto l’Italia il 17 marzo del 2005 viene lo scoramento: una densa nube bianca di smog che collega Torino a Trieste rendendo invisibile Milano. A sentire le parole dell’assessore all’Ambiente, Domenico Zampaglione che legge i dati del rapporto sull’aria, lo scoramento raddoppia: il 2005 si annuncia come l’anno nero dell’inquinamento cittadino, un ritorno a quel 2002 che stabilì record incredibilmente negativi per le polveri sottili. Dopo un biennio di pausa e di leggeri miglioramenti ecco la sfilza dei numeri incriminati: «Nel 2002 si sono sforati i limiti del Pm10 per 126 giorni; 115 nel 2003; 98 nel 2004. Nel 2005 la situazione è peggiorata, stiamo tornando al 2002: a oggi i giorni di sforamento sono stati 85 e le previsioni non fanno ben sperare». Il Comune lancia anche un altro allarme. La situazione non potrà che peggiorare visto il proliferare, anzi il raddoppio delle vetture diesel nel giro degli ultimi cinque anni. Zampaglione parla di un aumento del 20 per cento all’anno contro la diminuzione secca dell’11 per cento delle vetture a benzina. Con un trend che non accenna a cambiare. A Milano le auto diesel immatricolate sono il 24 per cento dell’intero parco auto. Oltre a questo ci si mette anche il Pm 10 da attrito che costituisce il 36 per cento del particolato fine primario. «Se la benzina per il Pm 10 inquina 1, il diesel inquina 20, 30, 40 volte tanto. E le emissioni dei diesel producono polveri molto più sottili di quelli della benzina. Polveri che finiscono nei nostri polmoni e non ne escono più». Basta guardare le slide che si susseguono sul proiettore: anche nelle vetture di tipo Euro i diesel inquinano di più della benzina. E da sola Milano contribuisce per il 24 per cento all’inquinamento da Pm 10 dell’intera provincia.
Questione settentrionale la chiama Zampaglione per indicare una questione sociale esattamente inversa a quella meridionale. O «disastro geografico» che è la stessa cosa detta in altri termini. Dovuto alla particolare conformazione del bacino del Po, al clima, alla geografia, al fatto che 18 milioni di abitanti producono da soli un terzo del Pil nazionale, che le industrie sputano fumi, che il consumo dell’energia è alle stelle, che «cavolo, l’Unione europea deve tener conto di tutte queste differenze. Non siamo nei fiordi norvegesi, è sbagliato che ci siano limiti uniformi per tutta Europa». L’altra faccia della medaglia è che di fronte a una questione epocale come quella evocata dall’assessore, ogni tipo di intervento che non sia strutturale risulta inadeguato. Qualche esempio? «Le domeniche a piedi? Non hanno senso». Il blocco del centro alle auto? «Faremo piacere solo ai residenti perché per il pm10 non cambierebbe niente». Le targhe alterne? Lo stesso. Il fatto che Milano non partecipi alle giornate europee senz’auto? «Avevamo già scritto all’Anci che non avremmo partecipato anche perché c’era il rischio che la giornata senz’auto si sarebbe sovrapposta allo sciopero dei mezzi pubblici».
È un cupio dissolvi quello descritto dall’assessore. «Per togliere quella nuvola - dice Zampaglione - indicando la foto satellitare della Nasa - si dovrebbe rivedere tutto il sistema di produzione dell’energia. Un’alternativa c’è. Secca. Tornare al nucleare. Facciamo una seria riflessione sui danni e sui benefici dell’energia nucleare». Questione spinosa, complessa che sembra rimandare sine die i provvedimenti che come sottolinea lo stesso Rapporto sulla qualità dell’Aria di Milano qualche effetto hanno avuto: «La limitazione della circolazione dei veicoli preEuro nel 2003 - si legge nel documento - ... hanno portato a limitate ma quantificabili riduzioni dei flussi veicolari urbani. Questo ha comportato una riduzione degli inquinanti classici più drastica rispetto a quanto ci si sarebbe potuto attendere dal semplice rinnovo del parco veicolare circolante». Quindi qualcosa si può fare, confermato in qualche modo dallo stesso Zampaglione che sembra andare contro le sue stesse convinzioni: «Vogliamo far partire il progetto di sostituzione della caldaie più obsolete, grazie anche a finanziamenti comunali e la creazione di una flotta di veicoli non inquinanti destinati ad uso commerciale». Insomma, qualcosa si può fare anche se lo scenario resta sconvolgente.