Paolo Hutter

Solo ieri notte me ne sono accorto, ma dev’essere accaduto da pochi giorni. Il grattacielo Intesa San Paolo, dopo esser diventato l’edificio più visibile della città nella luce diurna, ha cominciato ad accendere le luci interne degli uffici, non più soltanto quelle delle scale, o delle gru, o della sicurezza. E quindi sta diventando visibilissimo anche di notte.

In questo caso noi, contrari a questo tipo di grattacieli a Torino, non invocheremo tanto lo skyline a distanza (è raro che vediamo da Torino...le Alpi illuminate dalla luna), quanto l’equilibrio visivo notturno tra i monumenti: la presenza della Mole e di Superga è molto più discreta, di notte il contrastato grattacielo Intesa San Paolo rischia di essere ancora più incombente. Lo stesso Renzo Piano non sarebbe d’accordo. E inoltre con le luci tutte accese diventerebbe un faro di inquinamento luminoso, e di cattivo esempio nell’uso dell’energia. È vero che la luce la pagano loro, non il Comune. Ma sempre di spreco si tratterebbe. In Francia è entrata in vigore da poco una legge che limita fortemente la possibilità di lasciare accese dopo la mezzanotte le luci di negozi e uffici. In questo modo nessun proprietario si sente spinto a tenere acceso per ragioni pubblicitarie, per «non essere da meno».

Le Luci d’Artista che si accendono in questi giorni spengono a mezzanotte, proprio per non esagerare. Nel grattacielo Intesa San Paolo le assai poco artistiche luci son rimaste accese fino all’alba. Forse ci risponderanno che lo fanno perché i muratori stanno lavorando anche di notte. Fa un po’ impressione questa frenesia emergenziale, come se si trattasse di aggiustare binari o di sgomberare frane. È necessario tenerle accese tutte? E, qualunque cosa si pensi del grattacielo di giorno, di notte sarebbe meglio, appena possibile, lasciarlo quieto nel buio.