Progetto Laika: cosa si è fatto a Milano
Una stima della CO2 che la città emetterà nel 2020, con l'attuale trend di emissioni. La scelta di un'azione aggiuntiva di contenimento, la riqualificazione energetica di 38 scuole, seguita da un bando pubblico per la realizzazione. Ma il risultato maggiore è stato creare una metodologia omogenea per la rendicontazione delle riduzioni delle emissioni, dovute ad azioni e politiche degli enti locali
02 November, 2013
Abbiamo chiesto ad alcuni degli esperti che hanno lavorato per il Progetto Laika a Milano, Caterina Padovani ed Elena Monticelli del Comune e Marta Papetti di AMAT, di descriverci cosa abbia significato per la città questo progetto comunitario e quali siano i risultati raggiunti.
Il progetto Laika è stato importante per Milano, in quanto ha consentito di rafforzare l’impegno della Città per il Clima (impegno preso nel 2009, con l’adesione al Covenant of Mayors e confermato nel luglio 2012 dalla nuova Amministrazione). Il 2020 è, infatti, l’anno di riferimento per il Covenant of Mayors, accordo volontario lanciato dalla Commissione Europea, con cui i comuni aderenti si impegnano a ridurre le emissioni di CO2 nel proprio territorio almeno del 20%.
Come primo passo abbiamo analizzato l’inventario delle emissioni di CO2 di Milano in un anno di riferimento, il 2005. Poi abbiamo stimato come evolverebbero le emissioni fra il 2005 e il 2020 in assenza di politiche specifiche di riduzione.
Per il 2005 la stima è stata di 7781 kilotonnellate (ossia circa 7 milioni e 800 mila tonnellate) di CO2. L’andamento tendenziale (il cosiddetto scenario BAU – Business as Usual) al 2020 è stato stimato in 8062 kilotonn.
Il dato fa riferimento al totale delle emissioni CO2 riferite al territorio comunale, ossia derivanti da tutte le attività, pubbliche e private (abitare, lavorare, spostarsi), che avvengono quotidianamente a Milano. Le emissioni derivanti da attività e strutture pubbliche comunali ne rappresentano solo una minima parte, circa il 3 % del totale (senza considerare le emissioni connesse agli usi elettrici, che porterebbero a un’incidenza inferiore)
Il passo successivo del progetto è stato delineare un insieme di azioni, che permettesse di avere una riduzione delle emissioni di CO2 del 20% nel 2020, rispetto al 2005, giungendo così alla definizione del “Piano Clima”di Milano. Il Piano Clima descrive in maniera dettagliata le misure pianificate dal Comune di Milano per la riduzione delle emissioni di CO2 e individua le ulteriori azioni necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo del “-20%”.
C’è stato poi un ulteriore step, legato alla parte più innovativa e sperimentale del LAIKA. Fra tutte le azioni pianificate, ne sono state individuate alcune, definite “eleggibili”, che presentavano particolari caratteristiche, l’addizionalità in primis, cioè andare oltre quanto previsto dalle norme vigenti (in altri termini volontarie).
Per la sperimentazione effettuata nell’ambito del LAIKA, Milano ha selezionato il progetto della riqualificazione energetica di 38 scuole. Per il progetto il Comune beneficerà di un prestito a tasso agevolato erogato dalla BEI (Banca Europea degli Investimenti), nell’ambito di una Convenzione stipulata fra la Provincia di Milano e la BEI, cui il Comune ha aderito. Gli interventi di riqualificazione verranno affidati a una ESCo (Energy Service Company), il bando per la preselezione è già stato pubblicato e chiuso. Attualmente è in corso la valutazione delle candidature ricevute.
In quali settori e con che attendibilità sono state misurate le emissioni di CO2 sul territorio comunale di Milano?
Sono state valutate le emissioni legate alle principali fonti in ambito urbano, quindi: Edifici pubblici e privati; Illuminazione pubblica; Trasporti pubblici e privati; Terziario e industria. Sono state considerate anche le emissioni legate ai consumi elettrici, in quanto, benché delocalizzate (la produzione dell’energia elettrica consumata avviene principalmente al di fuori dei confini comunali), sono dovute ad attività che si svolgono sul territorio comunale.
In questa fase non sono state inserite le emissioni nel settore dei rifiuti, che verranno aggiunte in un secondo tempo al fine di valorizzare le azioni del Comune in questo ambito (termovalorizzazione, raccolta differenziata della frazione organica).
Qual è stato il risultato maggiore che ha portato il Progetto LAIKA?
Il principale risultato del LAIKA è stata una metodologia omogenea per la rendicontazione delle riduzioni delle emissioni dovute ad azioni e politiche dell’ente locale. Il risvolto applicativo più promettente, allo stato attuale, è nell’ambito dell’assegnazione di finanziamenti da parte di enti pubblici. Infatti uno degli obiettivi del progetto era delineare una metodologia applicabile ai bandi per l’erogazione di finanziamenti, che consentisse, nella fase di aggiudicazione, di premiare gli enti e i progetti più performanti in termini di riduzione delle emissioni di CO2. E uno degli output del LAIKA è stato proprio un documento di linee guida che fornisce un modello per gli enti che, nell’erogare finanziamenti o nel concedere incentivi, desiderano inserire criteri di premialità legati alla riduzione delle emissioni di CO2.
Discorso "crediti". Come e quanto ha inciso il progetto LAIKA sul mercato dei crediti locali volontari? EXPO come ha aderito al progetto Laika?
Innanzitutto va detto che il Progetto LAIKA ha dato vita solo ad una SIMULAZIONE di mercato dei crediti volontari di emissione CO2, in quanto non era pensabile, nè praticabile in tempi così brevi, un sistema che comportasse transazioni monetarie reali.
La simulazione ha dato risultati interessanti. I soggetti privati coinvolti hanno manifestato interesse per i crediti locali, nonostante i prezzi più elevati, se confrontati con i crediti scambiati sui mercati internazionali, questo proprio perchè visti come una compensazione delle proprie emissioni sul territorio.
Anche i Comuni si sono mostrati interessati. Sono emerse tuttavia anche alcune criticità, legate sia a questioni amministrative – la partecipazione dei comuni a un mercato di questo tipo richiederebbe procedure ad hoc, che tecniche – la preparazione dei documenti per aver diritto a quote di emissione è onerosa e complessa e le metodologie di calcolo, soprattutto nel settore dei trasporti, necessitano di alcuni affinamenti.
Un aspetto interessante e curioso è stata la partecipazione di Expo 2015, che nel LAIKA ha acquistato crediti solo virtualmente, ma che, nei fatti, sta contribuendo finanziariamente ad alcuni progetti virtuosi del Comune di Milano, proprio per compensare le emissioni che l’evento Expo genererà sul territorio.