Sacchetti: il punto dopo la proposta di legge UE
La bozza del progetto di direttiva circolava già da qualche settimana, e alla fine la Commissione Europea l'ha pubblicata sul sito ufficiale. Perché entri in vigore, si dovrà però aspettare la discussione al Parlamento Europeo | Domande, commenti e questioni aperte ancora da chiarire
05 November, 2013
Obiettivi di riduzione, bando o tasse, il numero di sacchetti di plastica leggeri e usa e getta deve essere ridotto. E' questo il senso della proposta di direttiva appena presentata dalla Commissione Europea. Nessuna sorpresa rispetto alle anticipazioni di qualche settimana fa: i sacchetti a cui fa riferimento la proposta sono quelli realizzati con materie plastiche con spessore inferiore ai 50 micron.
Per capire cosa si intenda per materie plastiche, si definisce plastica ai sensi della COMMISSION REGULATION (EU) No 10/2011 Art 3(1), che considera come materiali plastici quelli realizzati in gomma, siliconi e resine a scambio ionico, o quelli composti da più strati anche multimateriali. (Per una definizione più precisa si consulti il testo dell'Art. 3, a pagina 7).
E la bioplastica? Di bioplastica nella bozza non si parla, e tanto meno di differenze tra prodotti biodegradabili e compostabili, come avevamo già notato al momento della prima diffusione "clandestina" del testo. Un'assenza che non è passata inosservata all'associazione European Bioplastics, che in più occasioni ha ricordato l'importanza di esplicitare l'esenzione dei prodotti bio-based dalla direttiva. (Qui: European Bioplastics: Ban or tax oil-based plastic shopping bags e qui: An important opportunity to promote bioplastic alternatives).
"European Bioplastics raccomanda che le misure portate avanti per ridurre il consumo di sacchetti di plastica consentano agli Stati di essere flessibili per quanto concerne i prodotti realizzati in bioplastica. In virtù delle loro performance ambientali, andrebbe valutata l'esenzione da qualunque provvedimento volto a limitare la diffusione delle buste leggere". Che le bioplastiche siano al riparo dalla direttiva non sembra quindi una certezza per l'associazione, che pure nella stessa nota conclude che, con l'approvazione di questa direttiva, il decreto italiano sarebbe finalmente legittimato.
Le reazioni in Italia
Per il Ministro Andrea Orlando la proposta di direttiva è una vittoria italiana: il paese ha aperto la strada al bando in tutta Europa, e se il Parlamento Europeo approverà la direttiva così com'è, il decreto non troverà più ostacoli burocratici: "Solo pochi mesi fa Regno Unito e Paesi Bassi impugnarono la normativa italiana sul bando alle buste di plastica - ha dichiarato il Minisro - invocando il principio di libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione Europea e provocando un ritardo nell’applicazione delle sanzioni per chi continua a commercializzare sacchetti in plastica tradizionale. Mi auguro che questa iniziativa del commissario Potocnik trovi rapidamente il sostegno delle Istituzioni Comunitarie e dei Paesi Membri affermando inequivocabilmente che i principi della protezione e della tutela dell’ambiente possano derogare a quelli del mercato”. (Leggi l'articolo completo qui).
Sulla stessa linea anche il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani: "Ottima l'iniziativa del commissario per l'ambiente. Quello che serve per ridurre gli shopper di plastica è un cambiamento di rotta radicale e la proposta di direttiva europea va proprio in questa direzione, sancendo che il principio della tutela ambientale può derogare a quello della libera circolazione delle merci. Ben venga l'introduzione di misure che prevedono la possibilità di tassare, introdurre target nazionali di riduzione o di vietare l'uso delle buste di plastica, prendendo esempio dai Paesi virtuosi che fanno scuola su questo fronte e che hanno già adottato da diverso tempo queste misure. L'Italia è una di queste e la sua esperienza non è più considerata un'esperienza da condannare con una procedura di infrazione ma un esempio virtuoso e ripetibile in tutti gli altri stati membri. Ora è dunque fondamentale procedere in fretta alla sua approvazione".
(NdR: La procedura di infrazione a carico dell'Italia, che non riguarda i contenuti del decreto, ma le modalità con cui è stato adottato, per il momento rimane comunque aperta).
Il commento di Assobioplastiche:
"L'adozione della proposta di direttiva rappresenta un grande riconoscimento per il nostro Paese, che da anni si è impegnato con successo a ridurre l'uso di buste in plastica tradizionale, sostenendo la diffusione di quelle riutilizzabili e di quelle compostabili. A questo punto risulta comprovato, anche a livello europeo, che il divieto di commercializzazione di shopper in plastica tradizionale non riutilizzabili rientra a pieno titolo tra le misure che gli Stati membri possono adottare al fine di ridurne l'uso, e far fronte, così, ai connessi problemi ambientali. Assobioplastiche continuerà ad impegnarsi a livello europeo per seguire l'iter della direttiva e a favorire l'effettiva applicazione della normativa italiana ormai finalmente e del tutto sdoganata”.
Il bando italiano è già in vigore?
Non ancora, restando a quanto dichiarato dal Ministero dell'Ambiente e dai tecnici del Ministero dello Sviluppo interpellati dal giornale di settore Polimerica a settembre (qui). Per Assobioplastiche invece "la normativa italiana è oggi pienamente in vigore anche in relazione all’apparato sanzionatorio" (qui). La pubblicazione della proposta di direttiva può essere senz'altro interpretata come un via libera alla legge italiana, almeno nelle intenzioni. Per il momento però non è stata diffusa nessuna comunicazione ufficiale in merito, per le quali si dovrà (dovrebbe?) attendere l'effettiva approvazione da parte del Parlamento Europeo. L'entrata in vigore della direttiva scatta venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea.
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