Incentivi alle rinnovabili, la Commissione Europea dice no ai tagli retroattivi
Bruxelles propone di vietare ai Paesi membri il taglio retroattivo dei sussidi statali per le fonti rinnovabili. La misura è contenuta in un documento di preparazione alle nuove norme in materia di incentivi, attese per l'anno prossimo
07 November, 2013
No al taglio retroattivo dei sussidi statali per le rinnovabili. Lo ha proposto la Commissione Europea, nelle prime linee guida in materia di sostegno alle rinnovabili (vedi allegato) che precedono le nuove regole sugli aiuti di Stato attese per prossimo anno. Il documento, tra le altre cose, invita i Paesi membri a sostituire il meccanismo feed-in tariff (la tariffa onnicomprensiva, ovvero senza differenza per la quota di energia che l’utente autoconsuma e per quella che invece riversa in rete) con il sistema feed-in premium (tariffe differenziate), facendo in modo che gli incentivi riflettano di più i reali prezzi del mercato.
Assolutamente no, invece, alle modifiche retroattive degli incentivi in vigore. «I governi devono evitare cambiamenti nello schema (di incentivazione) senza preavviso o retroattivi – si legge nel documento UE - Le legittime aspettative degli investitori riguardo i rendimenti sugli investimenti già avviati devono essere rispettate». Le decisioni riguardanti gli incentivi alle fonti rinnovabili, comunque, rimangono appannaggio dei governi nazionali, ma l'Europa ha inviato le sue linee guida in forma di avviso agli stati, precisando quello che sarà o meno ritenuto accettabile in futuro.
Poco entusiasta l'Associazione Europea dell'Industria Fotovoltaica (EPIA), che si è detta preoccupata soprattutto per l'assenza di misure volte a favorire l'autoconsumo. «Mentre la Commissione propone un indirizzo per i grandi impianti di energia rinnovabile, purtroppo trascura i piccoli impianti – scrive l'associazione - Inoltre, nei documenti di orientamento mancano proposte per promuovere lo sviluppo dell'autoconsumo, che invece, soprattutto nel settore del solare, dovrebbe diventare un driver sempre più importante per ridurre la dipendenza dagli incentivi».