Smog Ilva Taranto. Le risposte di Assennato (Arpa Puglia) ai quesiti di Report | File
In attesa della trasmissione Report, Arpa Puglia pubblica sul proprio sito le risposte e i dati che la giornalista ha richiesto al Dg Giorgio Assennato. “Si nota a Taranto – dice l’Arpa Puglia - a partire dagli ultimi mesi dell'anno 2012, un sensibile miglioramento di alcuni parametri di qualità dell'aria (PM 10, benzo(a)pirene, deposizioni atmosferiche) nei siti di Taranto limitrofi allo stabilimento siderurgico ILVA”
11 November, 2013
Quesito 1: il Dipartimento di Taranto è dotato di un laboratorio radioattività e se si quali risultati ha prodotto?
Il DAP di Taranto non è dotato di un laboratorio di radioattività. ma solo di strumentazione per i controlli di primo livello in campo che vengono effettuati dai due fisici in servizio presso lo stesso DAP. In caso si rendano necessari accertamenti più approfonditi, sia con strumentazione da campo che con analisi di laboratorio. Si chiede l'intervento del Polo Radiazioni Ionizzanti (Polo specialistico a valenza regionale del Dipartimento di Bari) dove è ubicato l'unico laboratorio di radioattività dell'Agenzia.
Quesito 2: il Centro Regionale Radioattività è funzionante?
Si, è funzionante e attivo dal 1990. Attualmente è in corso il completamento del trasferimento del centro presso la nuova e più adeguata sede di Valenzano. TECNOPOLIS CSATA - EDIFICIO L. S.P . Valenzano-Casamassima km 3. A trasferimento ultimato saranno avviate le procedure per richiedere l'accreditamento del laboratorio di radioattività. Dal 1995 il centro denominato CRR (Centro di Riferimento Regionale per il controllo della radioattività ambientale) è inserito nella Rete degli istituti, enti e organismi idoneamente attrezzati (RESORAD) coordinata da ISPRA, consistente in un insieme di strutture che concorrono a monitorare i punti di osservazione localizzati sul territorio nazionale. Dal novembre 2009 il centro di riferimento regionale è confluito nel Polo di Specializzazione "Radiazioni lonizzanti", allora istituito il cui responsabile è il Dr. Luigi VITUCCI. Fino al maggio 2013 il Dott. Vitucci risultava unico addetto, a tempo parziale, alle attività di competenza del Polo Radiazioni.
La Regione Puglia con D.G.R. n. 1077 del 26/04 /2010 ha approvato e finanziato la Rete di Sorveglianza della Radioattività Ambientale secondo quanto stabilito dall'articolo l04 del Dlgs. 230/95 e s.m.i. affidandone la realizzazione e la successiva gestione ad Arpa Puglia.
I dati relativi al monitoraggio della radioattività ambientale prodotti dal polo di specializzazione sono trasmessi annualmente ad ISPRA che provvede a sua volta a trasmetterli annualmente alla Commissione Europea. Per il monitoraggio dell'andamento spaziale e temporale della radioattività nella regione Puglia il laboratorio di radioattività dell' Agenzia determina qualitativamente e quantitativamente la presenza di radionuclidi artificiali emettitori di radiazione gamma in campioni di diverse matrici alimentari e nel comparto ambientale dell'aria.
A valle delle nuove assunzioni, avvenute il 02/05/2013. di n.2 unità a tempo indeterminato con profilo di Collaboratore Tecnico Professionale - Fisico e assegnate al Polo radiazioni ionizzanti e del completamento del trasferimento del Centro presso la nuova sede di Valenzano. è previsto :
1) il potenziamento delle attività di monitoraggio della radioattività ambientale. in particolare l'implementazione della metodica per la ricerca del radionuclide 9OSr. al fine di rispondere in maniera esaustiva agli obblighi previsti dalla Raccomandazione Europea 473/00 EURA TOM ed al programma annuale della rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale riportata nell'allegato A del D.G.R. 1077 del 26/04 /2010
2) l'accreditamento secondo la norma IS017025 relativamente alle attività principali di spettrometria gamma. Nella tabella seguente è riassunto lo stato di attuazione della programmazione annuale della rete regionale di monitoraggio della radioattività ambientale riportata nell'allegato A del D.G.R . 1077 del 26/04 /2010. che comprende gli obblighi previsti dalla Raccomandazione Europea 473 /00 EURATOM.
(vedi tabella in allegato)
Relativamente al programma di monitoraggio dell'aria (rateo di dose gamma in aria), sono state acquistate ed installate due centraline di monitoraggio con finanziamento della Regione Puglia, come da protocollo di intesa in "allegato B" della D.G.R. 1077 del 26/04/2010, art. 2. Delle due centraline una è stata installata a Valenzano TECNOPOLIS CSATA - EDIFICIO H. S.P. Valenzano-Casamassima km 3, l'altra a Statte (TA), C.da Sabatini, Via Masseria Vocchiaro. E' stata aggiudicata da pochi giorni la gara per l’acquisto del sistema di campionamento e misurazione automatica di alfa e beta totale del particolato atmosferico dotato di pompa di aspirazione più performante ad alto volume (400 m3/giorno) su finanziamento della Regione Puglia come da protocollo di intesa in "allegato B" della D.G.R. 1077 de l 26/04 /2010, art . 2.
I dati di monitoraggio sono resi pubblici annualmente nel RSA (Rapporto Stato Ambiente), pubblicato sul sito web di ARPA Puglia . Al Polo di Specializzazione Radiazioni Ionizzanti sono in carico gli adempimenti di competenza ARPA Puglia relativamente alla Provincia di Bari e BAT, previsti dal D.lvo 230/95 e s.m.i. per quanto attiene le pratiche con utilizzo di sorgenti di radiazioni ionizzanti (comunicazioni, richieste nulla osta categoria A/B).
Il Polo di Specializzazione Radiazioni Ionizzanti è a supporto per le attività di competenza dei Dipartimenti di Foggia, Taranto, Lecce, Brindisi, su disposizione della Direzione Scientifica,
In questo ambito, il Dott. Luigi Vitucci ha prestato supporto ai due fisici del Dipartimento di Taranto per le indagini svolte nel corso della visita ispettiva presso ILVA del settembre scorso.
Quesito 3: L'esito dei campionamenti di radioattività fatti all'Ilva o a Taranto come peraltro previsto dai Piani di Monitoraggio e Controllo concordati con l’ISPRA.
Il monitoraggio dell’AIA ILVA è di titolarità dell’ISPRA per conto e congiuntamente alla quale ARPA Puglia svolge le sue attività in merito alle AIA di competenza nazionale: è quindi a ISPRA che ci si deve rivolgere per ottenere le informazioni richieste.
Quesito 4: Quanto costano i 15 fisici che lavorano tra Taranto-Bari e direzione e cosa hanno prodotto sulle tematiche radioattività, rumore sulla problematica Ilva?.
Per quanto riguarda la prima parte de l Suo quesito si comunica che il numero complessivo dei dipendenti impegnati nei servizi che si occupano fra le altre tematiche di radioattività e rumore a Bari. Taranto e Direzione sono effettivamente allo stato 15. Se si considerano anche i tre ingegneri e un geologo a tempo determinato afferenti a tali servizi. Il costo totale annuo di tali dipendenti ammonta ad euro 546.732,00 per retribuzioni ed euro 199.287,00 per oneri riflessi a carico dell' Ente.
Per la restante parte della richiesta (cosa hanno prodotto sulle tematiche radioattività, rumore sulla problematica ilva) , si riporta quanto già comunicato relativamente al quesito 3: il monitoraggio dell'AIA lLVA è di titolarità dell 'ISPRA, per conto e congiuntamente alla quale ARPA Puglia svolge le sue attività in merito alle AIA di competenza nazionale: è quindi a ISPRA che ci si deve rivolgere per ottenere lc informazioni richieste. Si fa presente che l' attività di ARPA non è limitata ad ILVA. ma per gli agenti fisici. si occupa degli impianti dei gestori televisivi. telefonici. ecc .
Quesito 5: perché non sono stati trasmessi gli esiti della analisi chimiche e microbiologiche effettuate nell'ultimo anno da Arpa ed Ispra nell’ambito del controllo ordinario AIA? Mancano tutti gli esiti dei controlli su acque, rifiuti, emissioni. Come è possibile visto che la responsabile dei Laboratori di Taranto e del Dipartimento svolge anche la funzione di Dirigente del Servizio Ambiente della Provincia di Taranto!”
Per la prima domanda la risposta è uguale a quella del quesito 3 (anche se non è chiaro a chi non sarebbero stati trasmessi i dati indicati ). Per la seconda frase vale la stessa risposta del quesito 3 (ma
non si comprende dove manchino detti dati). La seconda domanda risulta incomprensibile; non si
coglie la correlazione fra il doppio incarico di Spartera (per pochi mesi) e l' eventuale mancanza di dati presso ISPRA (unica sede ufficiale di raccolta di detti dati).
Quesito 6: Come mai non risulta ancora insediato il Centro Regionale Aria (CRA) presso il dipartimento di Taranto come previsto dalle delibere di Giunta Regionale?
L'Arpa ha ricevuto 4 milioni di euro dal 2010 per la realizzazione di tale Centro, tutt'oggi esistente solo sulla carta. La convenzione stipulata fra Regione Puglia ed ARPA per la costituzione del Centro Regionale Aria prevede un finanziamento di € 2.318.000. Di tale somma, 2 milioni sono stati stanziati per la istituzione del CRA e 318.000 nell'ambito di un protocollo integrativo per il potenziamento della rete di qualità dell'aria di ARPA Puglia, con specifico riferimento agli idrocarburi policiclici aromatici e al benzo(a)pirene nell'area di Taranto. Di tali somme, sono stati già spesi 409.000 Euro, in gran parte per l'acquisto di apparecchiature per il monitoraggio della qualità dell'aria, molte delle quali impiegate per il monitoraggio del benzo(a)pirene di cui sopra. Oltre a ciò, è in corso la procedura di gara per l'acquisto di ulteriori strumentazioni per complessivi 780.000 Euro, sempre destinate al monitoraggio della qualità dell'aria,
E' da precisare che le somme impegnate dalla Regione Puglia non possono essere impiegate per l'assunzione di personale dipendente, né a tempo determinato né indeterminato, ed il personale del Centro Regionale Aria è costituito di conseguenza da dipendenti di ARPA già operanti da tempo in attività riguardanti la matrice "aria". La costituzione del CRA prevede peraltro la creazione di una unità operativa di olfattometria e speciazione del particolato atmosferico, a direzione universitaria, nell'ambito in un protocollo di intesa già stipulato fra ARPA e Università di Bari. Di seguito un elenco riassuntivo delle attrezzature acquisite/ da acquisire:
(vedi Elenco in allegato)
A tali apparecchiature si aggiungono, naturalmente, quelle già in dotazione, fra cui si annoverano le 80 centraline della rete di monitoraggio della qualità dell'aria della Regione Puglia, la cui gestione/validazione è già garantita da ARPA Puglia tramite il CRA. Alle somme indicate si aggiungono quelle preventivate per la implementazione (software/hardware) delle applicazioni modellistiche per il calcolo delle ricadute delle emissioni inquinanti. valutate in 280.000 Euro; in questo caso, la catena modellistica per il modello lagrangiano a particelle per la stima delle ricadute dei singoli impianti industriali, è già funzionante, mentre è in fase di implementazione il modello euleriano, per la ricostruzione modellistica dell' inquinamento dell'aria su scala regionale.
In effetti, l'operatività del CRA è già reale da anni (la rete regionale di qualità dell'aria è gestita da ARPA in modo unitario dal 2005; il primo inventario delle emissioni è stato completato in modo autonomo da ARPA nel 2011; sono effettuate simulazioni modellistiche da parte di ARPA dal 2009; i primi controlli a camino effettuati in modo autonomo da ARPA, per il monitoraggio delle emissioni di diossine, sonostati effettuati nel 2008), con uffici che lavorano in sinergia presso i Dipartimenti Provinciali di Taranto e Brindisi e presso la Direzione regionale di Bari nelle attività di monitoraggio della qualità dell'aria, modellistica diffusionale degli inquinanti. inventario delle emissioni e controllo tecnico delle emissioni a camino, sia pure con una saliente scarsità di personal e ( tecnici di cui 5 con contratto a tempo determinato, dei quali tre in scadenza a fine anno).
Restano da insediare presso il Dipartimento ARPA di Taranto i laboratori di olfattometria e di speciazione del particolato atmosferico, il che potrà avvenire non appena saranno terminati i lavori di adeguamento dei locali.
Ultimo quesito: Chiedo inoltre gli esiti del piano di rientro del benzo(a)pirene, ovvero sugli esiti dei wind days che a detta delle società coinvolte (Ilva, Eni, Enipower, Cementir) non solo non ha sortito alcun effetto ma ha creato danni agli impianti in quanto una riduzione repentina di materie prime crea, di fatto, problemi tecnologici a valle.
Si riporta di seguito una tabella in cui risultano le medie annuali delle concentrazioni di PM 10 (espresse in µg/m3) per i tre siti di monitoraggio di Machiavelli (nel quartiere Tamburi, limitrofo all'area industriale), di Alto Adige (nel centro urbano) e di Talsano (sobborgo di Taranto, dall'altra parte del Comune rispetto all'industria) nei giorni cosiddetti "wind-days" e negli altri per gli anni 2011, 2012 e 2013. Concentrazioni medie di PM 10 (ug/m3) nei giorni di wind-days e non wind-days.
2011 - Machiavelli (50 wd, 35non wd), Alto Adige (22 wd, 27non wd) e Talsano (19wd , 27non wd).
2012 - Machiavelli (50wd, 34non wd), Alto Adige (20wd, 24non wd) e Talsano (19wd, 24 non wd).
2013 - Machiavelli (39wd, 30non wd), Alto Adige (17wd, 23non wd) e Talsano (14wd, 23non wd).
Si può vedere come:
1) Nel caso del sito Machiavelli, la differenza è positiva. Al contrario dei siti di Alto Adige e Talsano nei quali, in caso di vento, la concentrazione di PM 10 diminuisce, vi è cioè in caso di vento un apporto di polveri (e degli inquinanti connessi) da parte dell'area industriale che si riversa nelle aree limitrofe, contribuendo ad un sostanziale incremento delle concentrazioni di PM 10 con possibilità di superarmento dei limiti. Per i siti lontani, invece, l'effetto del vento diventa quello di una diluizione degli inquinanti.
2. La differenza tra le concentrazioni wind-days-non wind-days, si riduce progressivamente, dal 2011 al 2013. indicando con ciò un diminuito apporto emissivo da parte dell'area industriale. In effetti, si nota a Taranto, a partire dagli ultimi mesi dell'anno 2012, un sensibile miglioramento di alcuni parametri di qualità dell'aria (PM 10, benzo(a)pirene, deposizioni atmosferiche) nei siti di Taranto limitrofi allo stabilimento siderurgico ILVA, con concentrazioni inferiori ai valori di riferimento, anche se tuttora maggiori, in generale, rispetto ai siti di fondo.
Tale miglioramento può essere messo in relazione con il processo di adeguamento in corso nello stabilimento ILVA che vede attualmente spente diverse batterie di forni a coke, con conseguente sostanziale riduzione dell'apporto emissivo degli impianti (vedi figure che seguono).
(Vedi Tabella - Medie mensili PM10 Machiavelli da gennaio 2012 a ottobre 2013)
(Vedi Tabella - Numero di superamenti del limite giornaliero di 50 ng/m3 PM10 - Machiavelli)
(Vedi Tabella - Medie mensili di Benzo(a)pirene - Machiavelli)
Certamente, tale miglioramento può essere messo in relazione con il processo di adeguamento in corso nello stabilimento ILVA che vede, attualmente, spente diverse batterie di forni a coke con una sostanziale riduzione dell'apporto emissivo degli impianti (il che rende di particolare criticità il possibile riavvio di tali impianti, dopo i lavori programmati da ILVA, in relazione al verosimile, nuovo apporto emissivo ed al conseguente, possibile nuovo peggioramento di qualità dell'aria).
Si nota, però, ancora nel 2013 una - pur se diminuita - significativa differenza fra le concentrazioni del PM10 tra i giorni wind-days/non wind-days, il che giustifica le misure applicate durante i giorni di vento, il cui effetto si associa alle riduzioni impiantistiche. Per quanto riguarda l'affermazione di alcune aziende industriali, secondo cui le misure impiantistiche messe in atto a seguito della previsione dei wind-days da parte di ARPA sarebbero all'origine di un aumento delle emissioni, nei giorni di wind-days e/o nei giorni immediatamente successivi, si riporta quanto segue, che mostra l'inconsistenza di tale asserto.
ILVA ha sostenuto, in effetti, in una sua nota che si sarebbero verificati eventi emissivi "anomali" con incremento delle emissioni convogliate della cokeria in relazione alle misure impiantistiche applicate nei wind-days. In proposito, si è proceduto ad esaminare i dati della cokeria ILVA. Questa è composta da 10 batterie di forni dotate di camini, che scaricano in aria emissioni convogliate legate ai sistemi di riscaldamento dei forni: vi sono inoltre le emissioni diffuse derivanti dal ciclo di caricamento distillazione-sforamento del coke, che contengono idrocarburi policiclici aromatici e benzo(a)pirene. Queste ultime sono legate al numero di cicli di distillazione effettuati e al numero di forni in esercizio nella cokeria, il cui numero va diminuito durante i wind-days.
Di seguito si riporta, quindi, l'andamento delle concentrazioni giornaliere di polveri (espresse in mg/Nm3) emesse nel periodo aprile-agosto 2013 dai camini della cokeria ILVA, per le batterie di forni 7-8, 11 e 12 (in esercizio durante tale periodo).
(Vedi Grafico in allegato)
Nei grafici riportati, i wind-days sono colorati in rosso. Si può notare come gli incrementi emissivi non corrispondono, in modo sistematico, ai wind-days, e si rilevano eventi di emissioni "anomale" assolutamente scollegati da tali giorni. Tale mancanza di correlazione è avvalorata dai grafici che seguono che mostrano come le
distribuzioni delle concentrazioni di polveri nelle emissioni convogliate della cokeria Ilva, nei wind -days e non wind-days, non siano differenti in modo significativo.
Si può quindi affermare che le misure di risanamento imposte dal Piano di risanamento dell'aria del Quartiere Tamburi in connessione ai wind-days non producono un significativo incremento delle emissioni convogliate dell'impianto cokeria, a fronte della diminuzione delle emissioni diffuse, sia in condizioni ordinarie che durante i wind-days, ed al conseguente miglioramento dei livelli di qualità dell'aria.
Conclusione: l'utilità di imporre la riduzione delle emissioni industriali nei giorni con condizioni meteo sfavorevoli nel quartiere Tamburi è quindi indubbia. La Sua domanda tra l'altro tecnicamente incomprensibile (non si riducono le materie prime) , sembra sposare incredibilmente la posizione delle aziende inquinanti.
Sull'affermazione "Dall'altra parte si potrebbe anche obiettare che tali laboratori e uffici DOVREBBERO essere accessibili al pubblico e ancor di più ai giornalisti che al pubblico devono per dovere (di cronaca) riferire": i laboratori dell'Agenzia, alla pari dei laboratori della sanità pubblica, non sono liberamente
accessibili. La richiesta di accesso deve essere preventivamente avanzata e valutata dal Direttore e dal Responsabile di Laboratorio in modo che la presenza di estranei non rappresenti una fonte di pericolo per gli stessi estranei e turbativa rispetto alle attività svolte.