Ogni anno in Italia si rubano 320.000 biciclette
Presentata a Milano la prima indagine nazionale sui furti di bici. L'ha condotta FIAB Onlus, intervistando prefetture, Comuni e cittadini ciclisti. Per i ciclisti italiani la paura di essere derubati è seconda solo a quella di essere investiti. Solo il 40% dei furti viene denunciato. FIAB propone la punzonatura del CF del proprietario sulla bici
20 November, 2013
Il 19 novembre sono stati presentati Milano, a Palazzo Reale, i dati derivanti dalla prima indagine nazionale sui furti di biciclette condotta da Fiab-Onlus con la collaborazione delle Prefetture, dei Comuni capoluogo di provincia e di cittadini-ciclisti. Ogni anno, nel nostro Paese, vengono rubate circa 320.000 biciclette: per i ciclisti italiani la paura di essere derubati è seconda solo a quella di essere investiti.
Giovedì 21 novembre, sempre a cura di FIAB, si terrà a Milano il convegno “Ladri di biciclette. Ieri, oggi. E domani?”, per definire linee per il contrasto al furto delle biciclette. Interventi, tra gli altri, di Erasmo D’Angelis, sottosegretario di Stato del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e di Paolo Gandolfi, coordinatore gruppo parlamentare Mobilità Nuova.
Ogni anno, nel nostro Paese, vengono rubate circa 320.000 biciclette dei quattro milioni di pezzi circolanti: per i ciclisti italiani la paura di essere derubati è seconda solo a quella di essere investiti. Per moltiplicare il numero dei ciclisti dentro e fuori i centri urbani e per sostenere i progetti di mobilità sostenibile e tutela ambientale è indispensabile occuparsi seriamente anche dei ladri di biciclette.
Obiettivo dell’iniziativa, che vede coinvolti più attori, quello di definire delle “linee guida” utili alla redazione di piani comunali di contrasto al furto delle biciclette e di pubblicarle in un quaderno tecnico a disposizione degli amministratori attenti alla promozione della mobilità sostenibile e degli spostamenti sulle due ruote a pedali.
A differenza di quanto succede nella maggior parte degli altri paesi europei, in Italia non esistono dati sul problema dei furti di biciclette. Eppure il fenomeno ha pesanti ripercussioni anche sull’economia del nostro Paese e, secondo le stime di FIAB e Confindustria ANCMA, genera ogni anno un danno pari a 150 milioni di Euro, composto dai mancati introiti per l’industria nazionale della bicicletta, incluso l’indotto, e dalle transazioni in nero che sfuggono a ogni controllo d’imposta. A questo si aggiungono i danni legati alla sicurezza: chi ha subito un furto è più incline ad acquistare una bici a basso costo, spesso proveniente da mercati extraeuropei e, in genere, di inferiori standard di sicurezza, oppure a rivolgersi al mercato dell’usato, talvolta di dubbia provenienza, concorrendo, di fatto, al reato di ricettazione.
Per sviluppare un piano articolato di contrasto al furto è necessario inquadrare il problema. Ecco perchè FIAB ha deciso di scattare una prima fotografia del fenomeno dei furti di biciclette in Italia, e si è fatta promotrice di un’indagine su tre fronti che ha coinvolto le prefetture, i comuni capoluoghi di provincia e i cittadini/ciclisti. Attraverso specifici questionari, i destinatari dell’indagine FIAB sono stati invitati a fornire, rispettivamente, i dati sulle denunce ricevute; risposte sulle azioni concrete di sviluppo e sicurezza per l’incentivazione all’uso della bicicletta negli spostamenti urbani, nonché sulle attività e sugli strumenti già in essere per il contrasto al furto; infine i questionari realizzati sui ciclisti hanno attestato la quantità dei furti subiti negli ultimi due anni e le denunce inoltrate, evidenziando che si tratta di un fenomeno in crescita.
Per quanto disomogenei tra loro, poiché riferiti ad aree geografiche diverse per tipologia, stili di vita, gestione della mobilità, ecc., i dati riferiti all’anno 2012 parlano comunque chiaro: solo il 40% dei furti viene regolarmente denunciato.
Risultati indagine sui prefetti
Ben 60 dei 118 prefetti interpellati da FIAB hanno risposto, sebbene 14 abbiano comunicato di non essere in grado di reperire il dato relativo ai furti di biciclette che, essendo un bene mobile non registrato, non viene censito separatamente nel database del Ministero degli Interni.
Se si osservano i dati delle singole città o regioni (da una denuncia ogni 90 abitanti a Bolzano e Ferrara a una ogni 180.000 abitanti a Reggio Calabria) appare chiaro come nella nostra penisola ci sia una sostanziale diversità dell’uso della bici in zone, aree e realtà molto diverse dal punto di vista morfologico e sociologico. Il numero di denunce è comunque, di fatto, un indicatore di ciclabilità e quindi è interessante notare che il dato complessivo dei 23 prefetti del Nord Italia (rappresentanti una popolazione di 2.827.000 abitanti) indica una denuncia ogni 251 abitanti; mentre il solo Alto Adige (Trento e Bolzano con una popolazione di 261.500 persone) ha una denuncia ogni 142 abitanti; realtà molto simile all’Emilia Romagna con una denuncia ogni 199 abitanti calcolata sulla base dei dati delle prefetture di Ferrara, Bologna, Reggio Emilia e Parma e riferita a una popolazione di 1.021.000 abitanti. Il dato della Lombardia ci parla di una denuncia ogni 409 abitanti; mentre quello del Veneto è di una ogni 232 abitanti.
Risultati questionari ai ciclisti
FIAB ha intervistato oltre 4.000 cittadini-ciclisti attraverso un capillare impegno a livello volontario in tutto il territorio nazionale. 2.876 questionari riferiscono di un furto subito nel 2012, ma solo 1.190 di questi sono stati denunciati.
Da questo significativo campione emerge che viene decunciato solo il 30 o il 40% dei furti effettivamente perpetrati. Alla luce di questa considerazione, risulta certamente sottostimato il dato registrato dai prefetti (1 denuncia ogni 406 abitanti) e va interpretato moltiplicandolo per due o per tre che porta ad una media di un furto ogni 130/180 abitanti.
Entrando nel dettaglio delle singole città il dato risente di variazioni ed è tutt’altro che omogeneo per diversi fattori: la presenza di un sistema di identificazione delle biciclette, ad esempio, favorisce la presentazione delle denunce di furto.
Milano è stata la città dove sono stati raccolti il maggior numero di questionari. Dei 606 cittadini-ciclisti intervistati, 465 persone dichiarano di aver subito il furto di una bici nel 2012 ma solo 102 (il 21%) lo ha denunciato. 134 sono invece i questionari raccolti a Lodi da cui emergono 107 furti di cui 43 denunce. Poco ligi alla regolare denuncia anche i ciclisti di Bologna: su 240 questionari compilati, i furti subiti sono stati 275, più di una bici a testa, mentre le denunce solo 75 (il 27%).
Nei capoluoghi dove muoversi in bicicletta è un’abitudine diffusa, e dove è anche presente un sistema di identificazione delle bici, l’indagine mostra un atteggiamento più responsabile dei cittadini nei confronti del furto di biciclette: a Padova, ad esempio, il 68% di chi ha subito un furto ha esposto denuncia (194 questionari compilati – 98 furti – 67 denunce), mentre a Reggio Emilia si arriva addirittura ad un 89% di furti denunciati (267 questionari compilati – 215 furti – 192 denunce dichiarate).
L’indagine sui comuni capoluoghi di provincia
Meno coinvolgimento da parte delle Amministrazioni Comunali. Poco più del 20% dei capoluoghi di provincia interpellati per l’indagine hanno risposto all’articolato questionario sui provvedimenti contro il furto. Attraverso questo canale, FIAB ha voluto mettere a fuoco alcuni importanti aspetti come l’esistenza di dati aggiornati sulla partizione modale degli spostamenti quotidiani della popolazione, dato necessario per un raffronto fra dati sul furto relativi a città nelle quali è diversa la presenza di ciclisti. Tra i comuni che hanno risposto, solo il 10% vanta l’esistenza di piani o azioni di contrasto al furto; sui singoli interventi a favore della mobilità ciclistica, invece, il 90% ha rastrelliere di qualità, il 50% parcheggi dedicati presso le stazioni e solo il 10% li prevede presso gli esercizi commerciali, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nei condomini.
Il sondaggio ha quindi indagato sulle azioni informative adottate dai comuni verso i cittadini a supporto della mobilità ciclistica e sull’esistenza o meno di un sistema di registrazione delle bici. Benché riguardi un ‘bene mobile non registrato’, questo è stato già istituito da alcune amministrazioni, con o senza il concorso di privati, a scopo deterrente contro i ladri, per offrire agli operatori del comune e delle forze dell’ordine una traccia che consenta di risalire al proprietario di una bici ritrovata, sequestrata o rimossa, nonché per offrire ai derubati uno strumento utile a dimostrare la proprietà di una bici ritrovata o sorpresa nelle mani di un ladro o di un ricettatore.
L’impegno e le proposte di FIAB
Davanti a un quadro così articolato del fenomeno, FIAB sottolinea l’importanza di redigere delle linee guida condivise e, con particolare riferimento al sistema di identificazione delle bici rubate, propone di arginare il proliferare di iniziative di censimento locali o private, attraverso l’adozione, benché volontaria, di un sistema di punzonatura pubblico e univoco del parco bici circolante, come per altro avviene in molti altri paesi europei.
Questo è possibile con la punzonatura del codice fiscale del proprietario sulla bicicletta, perché si tratta di una procedura molto semplice che prevere il ricorso a un database di proprietà pubblica esistente nel nostro Paese. Il codice fiscale presente su una bici rubata offre numerosi vantaggi: facile identificazione del proprietario da parte delle forze dell’ordine e operatori pubblici con la possibilità di restituire il bene mobile; gestione intelligente delle bici sequestrate, ora inevitabilmente ammassate dei magazzini comunali nell’impossibilità di risalire al proprietario; disincentivazione al furto e al riciclaggio; incentivazione a denunciare il furto della bicicletta; facilità di abbinamento della bici al suo proprietario in qualunque luogo del nostro Paese.
ANCI
"Come delegato ANCI sulle questioni riguardanti la mobilità voglio ringraziare FIAB per questa importante indagine che mette in luce quanto la costante crescita dei ciclisti metropolitani renda più che mai necessaria un'attenzione a livello nazionale sui furti di biciclette", ha dichiarato Pierfrancesco Maran, assessore del Comune di Milano e Delegato nazionale Anci per la Mobilità.