Furti di bici, due parole sulle possibili soluzioni con Valerio Parigi di Fiab
Valerio Parigi, uno dei massimi esperti Fiab europei di promozione della mobilità ciclabile, spiega ad Eco dalle città quali i possibili rimedi proposti da Fiab: "In particolare la marchiatura delle biciclette attraverso fresatura.In Italia siamo indietro anche sul contrasto dei furti, nonostante qualche buon esempio e non mi stupisco affatto delle storie incredibili che vengono raccontate"
20 November, 2013
di Fabio Zanchetta
C'è chi come Renato da Torino ha ritrovato la sua bicicletta rubata su un noto sito di offerte ed aste e ne è tornato in possesso solo dopo l'aiuto dei carabinieri, a cui fortunatamente aveva denunciato l'accaduto. Chi invece come Daria, più sprovvedutamente, ha dovuto ricontrattare il prezzo della sua bicicletta rubata con un ricettatore.
Valerio Parigi di Fiab, uno dei massimi esperti europei di promozione della mobilità ciclabile ed uno degli speaker del convegno Fiab "Ladri di Biciclette" che si terrà a Milano giovedì 21 novembre, raggiunto telefonicamente da Eco dalle città, commenta questi aneddoti sarcasticamente:
"In Italia siamo indietro anche sul contrasto dei furti, nonostante qualche buon esempio e non mi stupisco affatto delle storie incredibili che vengono raccontate".
Qual è il valore aggiunto delle proposte Fiab rispetto all'esistente in fatto di contrasto ai furti di biciclette?
"Il vero proposito è diffondere le buone pratiche che ci sono già ed in particolare la marchiatura delle biciclette attraverso fresatura. Il metodo, che si chiama "punzonatura" prevede l'etichettamento del codice fiscale del proprietario sulla bicicletta. Poco importa se i sistemi da città a città sono differenti: l'importante è che si diffonda sempre di più in modo da fungere come deterrente.”
Ci sono altri sistemi di prevenzione, al di là dei vari lucchetti?
“Simile alla marchiatura c'è l'archiviazione su database del numero del telaio (molti non lo sanno ma anche le biciclette hanno un numero di telaio). E' sufficiente far corrispondere il codice del telaio con quello del proprietario. Naturalmente tutte queste pratiche sono vane se i ciclisti non denunciano i furti!”
All'estero si usano altri metodi di prevenzione?
“I metodi sopracitati, marchiatura e archiviazione su database, sono i due metodi più comuni. Tuttavia, in alcuni casi la polizia locale, vedi il caso dell'Olanda, ha fatto installare un chip GPS su alcune biciclette per utilizzarle come esche per indagare sui veri canali di ricettazione. Che poi diciamolo, tossici e ladruncoli erano i vecchi ladri di biciclette, oramai la grossa fetta dei furti entra in veri e propri canali dell'illegalità. Certo, molto dipende anche dall'impegno delle amministrazioni e della polizia municipali. Che Torino abbia una sua task force è già certamente un buon segnale.“