Trasporti pubblici, anche Padova in crisi: fusione aziendale per restare a galla
Si chiamerà Bus Italia Veneto, la nuova società del trasporto pubblico che nasce dalla fusione dell’azienda di TPL di Padova con Bus Italia, diventando una controllata di Ferrovie dello Stato. Alle polemiche sulla fusione il Comune risponde: «L'alternativa era tagliare le buste paga dei dipendenti»
24 November, 2013
Polemiche a Padova per la fusione annunciata tra la Aps holding, azienda del TPL della città, e Busitalia. Una fusione che farà diventare la nuova azienda del trasporto pubblico padovano e rodigino una controllata di Ferrovie dello Stato. (Busitalia infatti è di proprietà di Fs).
«L'alternativa era tagliare le buste paga dei dipendenti». replica il vicesindaco Ivo Rossi alle critiche, arrivate soprattutto dall'opposizione e dai sindacati. «Bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà - scandisce il primo cittadino - quest'anno abbiamo chiuso il bilancio 2012 con un passivo di 2 milioni e mezzo di euro. Chi polemizza forse ignora che la legge prevede che le aziende pubbliche con due anni consecutivi di passivo sono destinate a veder messo in gara il servizio gestito, oppure a finire in liquidazione». «Se vogliamo lasciare in vita Aps e allo stesso tempo tempo farla tornare in pareggio con il bilancio, la strada è solo una: tagliare del 15% i salari di tutti i dipendenti. I sindacati non vorranno certo questo?».
La ragione principale per cui l'opposizione - di centrodestra - tag heuer aquaracer replica contesta l'operazione è che farebbe venire meno la "padovanità" di un'altra municipalizzata. «L'unica cosa che viene meno è la padovanità dei debiti - ha risposto il vicesindaco alla stampa locale -. Io credo che queste cose debbano essere affrontate con un po' di serietà. Quelli dell'opposizione, invece di polemizzare, presentino una proposta alternativa, io sono disponibile a prenderla in considerazione. Se si resta fermi, si rischia di finire come a Genova».
La posizione dei sindacati
Christian Ferrari, CGL: "Prima che la fusione sia definitiva, occorre che il Comune firmi con Cgil, Cisl ed Uil un Protocollo d’Intesa, in cui siano messi nero su bianco la continuità occupazionale dei dipendenti delle due aziende, i livelli retributivi, che non dovranno essere più bassi di quelli attuali e la qualità del servizio. Il Comune, poi, deve prendersi l’impegno di assicurare la governance pubblica anche per il futuro dal momento che il servizio riguarda tutta la collettività"
Stefano Pieretti, Adl-Cobas: "Il programma per arrivare alla fusione può anche essere considerato accettabile ma permangono alcuni buchi neri che devono essere superati il prima possibile. Devono chiarire come e dove saranno tagliati 1.800.000 chilometri attualmente percorsi dai bus dell’Aps e dalle corriere dell’ex Sita. La qualità del servizio deve essere tutelata.E i biglietti e gli abbonamenti, poi, diventeranno più cari?"
Sandro Lollo, Fit-Cisl: "C’è un problema di fondo ancora da risolvere: il valore della nuova azienda in costruzione sarà dato dal numero dei chilometri percorsi oppure dalla quantità degli utenti trasportati? Non è un problema di poco conto perché da questo fattore dipendono anche i contributi pubblici da parte della Regione e del Fondo nazionale dei trasporti. Creare un’azienda unica a livello provinciale, come, ad esempio esiste a Mantova da vent’anni a questa parte è, indubbiamente, un vantaggio, ma non bisogna, assolutamente, abbassare la qualità del servizio pubblico. Né in città e nei comuni della cintura e di tutta la provincia".
La posizione di Confindustria
«Il processo di aggregazione delle aziende di trasporto pubblico locale del Veneto che si va delineando è condivisibile e auspicabile, in un’ottica di continuità aziendale, sostenibilità economica e qualità di un servizio essenziale. Seguiamo con attenzione il percorso avviato a Padova attraverso l’ipotesi di conferire asset di Aps Holding nella newco Bus Italia Veneto, auspicando che il disegno industriale abbia forza aggregante e si allarghi a scala regionale». Così il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin. «Nel pubblico come nel privato - continua Pavin - oggi sono premianti l’adozione di nuovi modelli organizzativi e gestionali e la scala adeguata, oltre la razionalizzazione dei costi. Vale per ogni livello di governo e amministrativo, per ogni azienda pubblica e privata. La concentrazione di risorse e di servizi è la strada praticabile per la continuità aziendale, alla luce di trasferimenti invariati da anni e aumento dei costi vivi. Ma anche per perseguire la qualità del servizio e gli investimenti per ammodernare il parco mezzi. Il percorso allo studio, per ora imperniato su Aps Holding e BusItalia, genererà ancora più valore se sarà aggregante di altre realtà regionali».
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