Clima, Legambiente: «La Conferenza ONU di Varsavia è stato un flop»
A conclusione della fallimentare COP19, Legambiente denuncia la mancanza di responsabilità da parte dei Governi, colpevoli, secondo l'associazione, di continuare a sottovalutare la gravità della crisi climatica
25 November, 2013
A Varsavia si è imposta ancora una volta la pericolosa politica del rinvio. Rimandata alla primavera del 2015 la prima formulazione degli impegni di riduzione delle emissioni in preparazione della Conferenza di Parigi del dicembre 2015 dove si dovrà sottoscrivere il nuovo accordo globale sul clima. A dirlo è Legambiente, al termine della Conferenza Onu sul cambiamento climatico (COP 19) appena conclusa.
Per evitare che anche lì si ripeta il fallimento di Copenaghen, spiega l'associazione, serve una rinata e forte leadership europea in grado di ridare nuova linfa ai negoziati, grazie anche al contributo del nostro Paese, che durante il suo semestre di presidenza europea rappresenterà l’Europa alla prossima Conferenza di Lima del dicembre 2014, tappa cruciale in vista di Parigi.
La forza e la capacità di aggregazione della leadership europea dipenderà soprattutto dall’ambizione del futuro quadro strategico comunitario post-2020 su clima ed energia, che dovrà definire gli impegni europei da includere nel nuovo accordo globale.
Il livello di ambizione comunitario degli obiettivi climatici ed energetici deve essere coerente con la traiettoria di riduzione delle emissioni di gas-serra di almeno il 95% al 2050, in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno al di sotto della soglia critica dei 2°C.
“Pertanto l’Unione europea – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - entro il 2030 deve impegnarsi almeno al 55% di riduzione delle emissioni interne come contributo ad un accordo globale ambizioso e giusto, ispirato al pieno rispetto dei principi di equità e delle comuni ma differenziate responsabilità e capacità tra paesi industrializzati emergenti e in via di sviluppo. Nello stesso tempo per una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio, l'Europa entro il 2030 deve impegnarsi a raggiungere il 45% di energia rinnovabile e tagliare il consumo di energia del 40%. Obiettivi che il nostro governo deve sostenere con forza per giocare da protagonista l'importante ruolo che è chiamato a svolgere nei prossimi mesi”.