Incentivi rinnovabili spalmati nel tempo: Coordinamento FREE e ANEV contrari
La versione del decreto Destinazione Italia approvata dal governo conferma la modifica degli incentivi alle rinnovabili, che ora possono essere spalmati su un arco temporale maggiore. Ma le associazioni degli addetti ai lavori gridano al ricatto
17 December, 2013
L'approvazione del decreto Destinazione Italia da parte del governo conferma l'attesa rimodulazione degli incentivi alle fonti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico). In virtù del nuovo provvedimento, in pratica, i titolari degli impianti incentivati potranno scegliere se mantenere l'attuale sistema di sussidi (perdendo però il diritto a cumularli con eventuali altre agevolazioni) o passare a una tariffa inferiore ma spalmata su un periodo più lungo (7 anni in più). Con questa misura il governo si aspetta di risparmiare sul costo degli incentivi - si parla di 850 milioni di euro l'anno in meno - usando le maggiori risorse per finanziare un taglio della bolletta elettrica per famiglie e piccole imprese.
La decisione dell'esecutivo, però, non piace agli addetti ai lavori del settore rinnovabili, o per lo meno alle imprese aderenti al Coordinamento FREE (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica) e ad ANEV (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica). In un comunicato congiunto, le due associazioni definiscono il provvedimento spalma incentivi un «cappio al collo» delle aziende del comparto. Quello che proprio non va giù agli addetti ai lavori è l'ennesimo cambio "in corsa" delle regole per gli incentivi all'energia pulita.
«Non c’è giorno in cui non si attacchino le fonti rinnovabili, cambiando le regole mentre la partita è in gioco - commenta G.B. Zorzoli, portavoce del Coordinamento Free - Il Governo dice di ridurre il costo delle bollette, ma di fatto mette il cappio alle imprese che hanno investito nelle rinnovabili». Secondo Zorzoli, le aziende si trovano di fronte a un vero e proprio ricatto: «Se vogliono innovare gli impianti nel tempo devono per forza aderire al piano di allungamento degli incentivi». Per tagliare la bolletta, spiega il portavoce del coordinamento FREE, non era necessario varare una norma di questo tipo. «Abbiamo presentato le nostre proposte di riduzione degli oneri in bolletta, senza penalizzare le rinnovabili, sia nel corso di audizioni in Parlamento, sia al ministro Zanonato, che avevamo invitato al nostro incontro su questo e altri temi con il mondo politico, imprenditoriale e sociale, ma né allora, né successivamente abbiamo avuto ascolto», conclude.
Ci va giù pesante anche Simone Togni, presidente di ANEV. «Con sorpresa abbiamo appreso che nel decreto sviluppo “Destinazione Italia”, recentemente approvato in Consiglio dei Ministri, è stato inserito un provvedimento che, con l’idea di ridurre la tariffa elettrica, introduce un meccanismo “spalma incentivi” che determina una condizione fortemente penalizzante per gli operatori del settore eolico - commenta - Nonostante si parli di adesione volontaria alla riduzione dell’incentivo a fronte di un allungamento temporale dello stesso di sette anni, di fatto la previsione di non poter effettuare interventi per dieci anni per chi non dovesse aderire alla riduzione dell’incentivo, ne determina in effetti un obbligo poiché pregiudica l’attività degli operatori che decidono di non aderire». Anche per Togni, dunque, si tratta di un ricatto ai danni degli imprenditori. «Tale provvedimento - conclude - rappresenta, se non modificato, un colpo all’industria italiana dell’eolico che fino ad oggi ha portato crescita e occupazione al Paese e che ha tutti i margini per portare ancora benefici all’economia italiana».