Legno, raccolta e riciclo: intervista al Consorzio Rilegno
Abbiamo intervistato Marco Gasperoni, Direttore del Consorzio Rilegno, per una chiacchierata a tutto campo sui risultati della raccolta differenziata e del riciclo del legno in Italia. Pallet, cassette, gabbie, oggetti ingombranti e tappi di sughero: dove finiscono gli imballaggi in legno usati dai cittadini e dalle imprese
30 December, 2013
Rilegno è il Consorzio per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno che opera all’interno del sistema Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi ). Ha il compito di garantire il raggiungimento degli obiettivi di legge per il recupero degli imballaggi legnosi post consumo e riesce ad impedire che ogni anno circa 2 milioni di tonnellate di legno finiscano nell'indifferenziato o in discarica. Abbiamo incontrato il Direttore del Consorzio Rilegno, Marco Gasperoni, per una chiacchierata a tutto campo sul più naturale dei materiali da imballaggio.
Direttore, quali sono gli imballaggi e gli oggetti in legno più comuni che ci si ritrova a gettare o differenziare nei propri rifiuti?
L'imballaggio più diffuso è il pallet, che rappresenta i 2/3 dell'immesso al consumo, poi ci sono le cassette ortofrutticole e altri imballaggi industriali (casse, gabbie, bobine per cavi). Il Consorzio Rilegno si occupa quindi soprattutto di imballaggi legati al circuito industriale. L'imballaggio in legno più frequente per il cittadino è forse la cassetta ortofrutticola oppure la cassa di vini pregiati o il cesto natalizio. In questi casi, non essendoci in genere la raccolta porta a porta per il legno, il cittadino ha due soluzioni: chiamare il ritiro rifiuti ingombranti o portarle direttamente nelle riciclerie/isole ecologiche. Comunque, bisogna sempre seguire le indicazioni delle singole città e delle relative aziende dei servizi ambientali.
Il grande volume delle cassette ortofrutticole dei mercati viene avviato al recupero?
In molti mercati rionali è diffusa la raccolta separata delle cassette ortofrutticole. A Torino ad esempio lo facciamo in circa 40 mercati, insieme ad AMIAT, da una decina di anni. E' una raccolta che chiamiamo "Banco a Banco", visto che riguarda i venditori dei mercati, e che solo a Torino permette di recuperare 6.000 tonnellate all'anno di cassette ortofrutticole in legno.
L'imballaggio o l'oggetto in legno si può buttare nella raccolta differenziata dell'umido?
Dove c'è la raccolta separata dell'umido, una cassetta ortofrutticola in legno insieme all'organico non fa certo danni; è la sua destinazione migliore tra umido, carta, vetro o plastica. Ma, ripeto, bisogna seguire le regole valide a seconda del bacino di raccolta, che di solito indicano il conferimento nella ricicleria/isola ecologica. Esistono comunque alcune zone, che però sono una nicchia, dove le cassette ortofrutticole legnose vengono avviate alla raccolta differenziata dell'umido, insieme all'organico, perché di fatto il legno delle cassette è compostabile. Ma rappresentano delle nicchie sul volume complessivo.
E i tappi di sughero?
A maggior ragione vale il discorso fatto per le cassette: se a Milano uno butta un tappo di sughero nell'umido non fa certo un danno. Il tappo comunque rientra nei nostri tipici imballaggi e da anni abbiamo attivo il progetto "TAPPO A CHI?". Comuni e gestori dei rifiuti possono fare la raccolta differenziata dei tappi di sughero in due modi: mettendo dei contenitori appositi nelle isole ecologiche/riciclerie o organizzare il prelievo diretto da utilizzatori commerciali, come cantine, osterie, ristoranti. Il progetto è ben avviato a Torino e Verona. A Torino siamo partiti con un progetto sperimentale che, grazie alla collaborazione con AMAT, trasporta i tappi alla Cooperativa Artimestieri di Boves (CU), unico impianto autorizzato al trattamento dei rifiuti di sughero secondo la normativa vigente e convenzionato con Rilegno. Artimestieri lavora poi il sughero per i settori del bioarredamento e della bioedilizia.
Come è organizzata la raccolta del legno in ambito non urbano?
Il sistema del Consorzio è costituito da oltre 380 piattaforme di raccolta legno che sono la nostra prerogativa. Il materiale recuperato dalle piattaforme finisce alle industrie di riciclo che sono quelle produttrici di pannelli truciolari, industrie che trasformano i rifiuti in legno (non solo gli imballaggi, ma anche la frazione derivante dagli ingombranti) in pannelli, il semilavorato tipico dell'industria mobiliare. Le piattaforme di raccolta in Italia sono dappertutto, ma seguono comunque l'industrializzazione del territorio; gli imballaggi industriali in legno servono per movimentare le merci, quindi è normale che ve ne siano di più nelle zone più industrializzate d'Italia.
E le industrie di recupero e riciclo?
Le principali sono quelle che fabbricano pannelli truciolari, in Italia abbiamo una decina circa di impianti. Poi c'è un'industria di semilavorato per le cartiere, in sostituzione della cellulosa vergine, e un'altra di nicchia che produce blocchi di legno-cemento per il settore edile. Gli impianti di riciclo legno sono quasi tutti lungo il corso del Po, dalla Lombardia all'Emilia. Oggi la capacità di produzione di imballaggi in legno del centro-sud supera la loro disponibilità d'impianti. Anche per questo esiste il Consorzio Rilegno: per ammortizzare i costi di questa sperequazione tra nord e sud.
Come ci accorgiamo di avere a che fare con legno riciclato? Lo si può distinguere da quello vergine, come si fa con la carta?
No e per vari motivi. Il legno recuperato, tra i vari processi, viene sminuzzato e trasformato in scaglie (dette "chips") come pezzatura. Da queste scaglie l'industria truciolare produce i pannelli, materiale che non appare quasi mai agli occhi del cittadino, perché dai pannelli il legno subisce vari processi di "nobilitazione" delle superfici. Quindi non è come la carta riciclata che si può distinguere dalla vergine, al tatto o alla vista. Nel legno bisogna leggere le "schede tecniche" del mobile per capire se un armadio è fatto di solo pannello truciolare nobilitato, di compensato (altro semilavorato di legno, costituito da più fogli sottili, incollati uno sull'altro, con le fibre disposte perpendicolarmente) o di "massello" (il legno vergine).
Gli ultimi dati 2012 Anci-Conai su riciclo e immesso al consumo davano una certa diminuzione del legno, come quantità; però nel settore rifiuti-imballaggio bisogna sempre considerare le percentuali sull'immesso al consumo. Avete degli aggiornamenti?
Sicuramente le percentuali di riciclato e recuperato sull'immesso al consumo sono i dati più importanti per i Consorzi CONAI, perché gli obiettivi di legge sono in termini di percentuale sull'immesso. E' vero che tra il 2011 e 2012 c'è stata una contrazione dell'immesso al consumo di imballaggi nuovi in legno, circa dell'1%. Bisogna considerare che sono però aumentati i pallet in legno rigenerati, che nella filiera del legno da imballaggio rappresentano ormai una fetta molto importante. Comunque gli ultimi dati sul 2012 ci danno 2.283.000 tonnellate d'imballaggi in legno immessi al consumo: 55,6% è stato il tasso di riciclo; 58,23% il tasso di recupero totale, che include anche la quota utilizzata come recupero energetico: non solo i termovalorizzatori, ma anche impianti specifici dedicati a bruciare biomasse e rifiuti legno.
Esiste in Italia una "giornata nazionale della raccolta differenziata del legno"?
Al momento no, ma come Consorzio Rilegno siamo disponibili a valutare ogni possibilità di comunicazione e sensibilizzazione. Già abbiamo dei progetti con le scuole che prevedono anche la visita agli impianti di riciclo. Da tempo è attiva una collaborazione con le scuole primarie, grazie al personaggio "Frusco", ambasciatore di Rilegno presso i bambini. Per queste Feste natalizie abbiamo lanciato delle idee sul riuso e riciclo del legno per addobbi e oggetti per il Natale. Le iniziative sul tema, come vede, non mancano.
di Stefano D'Adda