Rinnovabili: 600.000 impianti installati in Italia
Il nostro paese produce sempre più energia dalle rinnovabili, scende la dipendenza dall'estero. Oggi sono più di 600mila gli impianti da fonti rinnovabili, diffusi nei comuni grandi e piccoli. Importanti le ricadute: 120mila nuovi occupati a inizio 2012
09 January, 2014
L'Italia produce sempre più energia dalle rinnovabili. Dal 2000 a oggi si sono aggiunti al contributo dei vecchi impianti idroelettrici ben 47,4 TWh da fonti rinnovabili tra solare fotovoltaico e termico, idroelettrico, geotermia ad alta e bassa entalpia, impianti a biomasse e biogas. Oggi sono più di 600mila gli impianti da fonti rinnovabili, diffusi nei comuni taliani grandi e piccoli. Importanti anche le ricadute occupazionali: 120.000 i nuovi occupati solo a inizio 2012.
A tracciare un bilancio del settore è Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, che ha ricordato che gli 'impianti termici ed elettrici sono ormai diffusi nel 98% dei comuni italiani e costituiscono un articolato sistema di generazione sempre più distribuita; nel 2012 esso ha garantito il 28,2% dei consumi elettrici e il 13% di quelli complessivi del nostro Paese". Così, il bilancio energetico italiano "dipende sempre meno dall'estero e diventa più pulito e moderno, avvicinando la produzione alla domanda di energia di famiglie e di imprese".
La crescita della produzione rinnovabile "ha permesso di sostituire quella da impianti termoelettrici - aggiunge Graziano - di certo più inquinanti e che emettono gas serra, che è calata di 61TWh tra il 2007 e il 2012, permettendo di diminuire le importazioni di petrolio e di gas e di ridurre le emissioni di Co2, con vantaggi per il clima e per l'ambiente".
Nel positivo panorama delle rinnovabili, Graziano sottolinea l'importanza della geotermia, "un'eccellenza tutta italiana con un know how che non deve essere disperso. In Italia, lungo la strada che dalla piana di Grosseto conduce a Volterra, il 20 agosto del 1913 nacque la prima centrale al mondo che sfruttava il calore della Terra e fu un giovane commerciante francese, Francois de Lardarel, che ne intuì le capacità industriali. La centrale, nel 1944 con vari ampliamenti raggiunse i 127 megawatt di potenza".
La geotermia a bassa entalpia a pompa di calore è, per i geologi, la tecnologia a più alta efficienza tra le rinnovabili e rappresenta il futuro del rinnovabile termico, soprattutto nel comparto residenziale. Per il suo sviluppo, i geologi chiedono misure di fiscalità ecologica, investimenti per la difesa del suolo, per la realizzazione di infrastrutture verdi e per la salvaguardia delle acque, misure per l'efficienza e il risparmio energetico, per il riciclo e il recupero dei rifiuti, per la rigenerazione urbana e per l'agricoltura di qualità.
Il mercato delle pompe di calore, nonostante la crescita, in Italia è ancora ostacolato da strumenti di sostegno non adeguati. "Occorre semplificare le regole per l'approvazione dei progetti da fonti rinnovabili - conclude Graziano - Per il geotermico la variegata situazione dei diversi regolamenti autorizzativi delle Regioni non fa che complicare le cose. Serve insomma una politica energetica non solo forte e decisa, ma che si rivolga finalmente con decisione alle pompe di calore geotermico, perché esse rappresentano per l'Italia una grande occasione per il rilancio dell'economia'. (Adnkronos)