di Aglaia Zannetti

Si chiama Edison Green Movie ed è il primo protocollo europeo, made in Italy, che si pone l’obiettivo di fare cinema eco-sostenibile, riducendo l’impatto ambientale della complessa produzione di un film. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la giovane casa di produzione cinematografica Tempesta, la società elettrica Edison e la società di consulenza energetico-ambientale di Legambiente, Azzero CO2.

Abbiamo sentito telefonicamente Cinzia Grossi di Tempesta film, responsabile dell’applicazione del protocollo Edison Green Movie.

Come nasce il progetto Edison Green Movie?
L’idea è del fondatore di Tempesta Film, Carlo Cresto-Dina che si è rivolto alla società Azzero CO2 (società di Legambiente impegnata nell’ausilio in materia di rispetto ambientale agli enti pubblici e privati, ndr) per il necessario apporto tecnico-scientifico ed infine a Edison Spa che ha finanziato il progetto, fornendo assistenza tecnica e rendendo possibile uno studio tecnico-scientifico durato oltre 14 mesi, puntando non solo alla compensazione per le emissioni di CO2, ma anche e soprattutto all’applicazione di un protocollo ambientale che attesta il risparmio, in percentuale, ottenuto dalle produzioni che ne hanno fatto uso, attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili e pratiche eco compatibili.”

Quando è stato presentato ufficialmente il progetto?
Il progetto è stato presentato per la prima volta al Festival di Cannes del 2012, con due testimonial d’eccezione, l’attrice Isabella Ferrari e il regista Alessandro D’Alatri; l’accoglienza è stata ottima e tutti sono rimasti colpiti da quello che, effettivamente, era una cosa mai vista, il primo, e tutt’ora unico, protocollo ambientale che se applicato correttamente consente una riduzione delle emissioni pari a 1.120 tonnellate di CO2.

“Il capitale umano” di Paolo Virzì, uscito nelle sale da pochi giorni, è il primo film che si è avvalso del bollino verde Edison Green Movie.
Esattamente, siamo stati contattati da Paolo Virzì, che era a conoscenza di questa possibilità (pioniere del “cinema green” è il regista Ermanno Olmi, vicino alla società Edison, per la quale aveva lavorato come dipendente in gioventù, ndr). L’organizzatore Alessandro Mascheroni si è poi preso in carico tutto il lavoro necessario per trasformare il set in un luogo rispettoso dell’ambiente.

In concreto, quali sono le regole che si seguono sul set di un film che otterrà il bollino verde Edison Green Movie?
Esistono delle linee guida generali (come quelle della raccolta differenziata obbligatoria sul set) che vengono poi rielaborate a seconda della sceneggiatura, con indicazioni specifiche per diminuire le emissioni di CO2: nel caso del film di Paolo Virzì, ad esempio, al posto del tradizionale gruppo elettrogeno è stato utilizzato un allaccio temporaneo alla rete elettrica, con un risparmio di emissioni di anidride carbonica del 75%, nonché un risparmio in termini economici di 37 mila euro. Sul set de “Il capitale umano” è stata utilizzata una cucina da campo e stoviglie riutilizzabili, un accorgimento che ha consentito una sensibile riduzione dei rifiuti, evitando anche i trasporti per la consegna dei pasti. Senza contare che tutte le pratiche virtuose previste dal protocollo creano anche un prezioso ed inedito rapporto con il territorio dove vengono fatte le riprese.

Quali previsioni per il futuro? Ci sono produzioni cinematografiche che si sono mostrate interessate all’utilizzo del protocollo?
Sì, si tratta del secondo film di Alice Rohrwacher “Le meraviglie”, prodotto da Carlo Cresto-Dina, in collaborazione con Rai Cinema.

Clicca qui per ulteriori informazioni su Edison Green Movie.

Il video che promuove il protocollo Edison Green Movie