Obiettivi climatici UE, botta e risposta tra Confindustria e ambientalisti
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi mette in guardia il premier Letta dagli effetti negativi che nuovi obiettivi in termini di emissioni di CO2, efficienza e rinnovabili avrebbero a suo dire sulle aziende italiane. Immediata la replica delle principali associazioni ambientaliste e delle aziende delle rinnovabili
17 January, 2014
«Riteniamo che la presa di posizione contenuta nella lettera congiunta inviata da alcuni ministri europei dell'Ambiente, tra i quali quello italiano, alla Commissione europea a sostegno di un ambizioso obiettivo vincolante di riduzioni di emissioni di gas serra del 40% a livello domestico, non possa rappresentare la posizione del governo italiano».
Questo, come riportato dal Sole 24 Ore, scrive il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi al premier Letta a proposito dei nuovi obiettivi climatici europei in discussione a Bruxelles. Secondo il presidente degli industriali, dunque, nuovi impegni vincolanti in materia di emissioni, rinnovabili ed efficienza potrebbero «penalizzare ulteriormente le imprese italiane».
Una presa di posizione, quella di Confindustria, che ha suscitato la reazione immediata di Wwf, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club e comitato "Si' alle energie rinnovabili no al nucleare". Secondo le associazioni ambientaliste, in particolare, la lettera di Squinzi testimonia lo «scandaloso tiro incrociato delle lobby della 'old economy' contro nuovi e ambiziosi target per il 2030, in grado di costituire una sfida ambiziosa di rilancio del modello europeo verso un'economia efficiente, rinnovabile e rigenerativa».
Secondo WWF e altri, che sottolineano di non aver mai letto di proteste da parte della Confindustria nei confronti del meccanismo di remunerazione di capacità per le centrali a olio combustibile e a gas, Squinzi «è forse stato convinto dalle pressioni delle grandi aziende chimiche straniere».
Contro l'imprenditore si scagliano anche il Coordinamento Free (Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), che raggruppa 30 associazioni del settore, che ha scritto a sua volta al presidente Letta per chiedergli di sostenere, in sede europea, l'adozione di obiettivi più ambiziosi in termini di taglio delle emissioni di CO2 e crescita delle rinnovabili.
«Il pacchetto 20-20-20 ha mostrato come quasi la metà della riduzione delle emissioni di CO2 in UE sia stata ottenuta proprio dallo sviluppo del settore delle fonti rinnovabili - si legge nella lettera - Ma gli obiettivi al 2020, almeno per quanto riguarda la CO2, sono già stati sostanzialmente raggiunti, segno che erano troppo poco ambiziosi; occorre dunque proseguire in una strada che metta assieme rispetto per l’ambiente, sviluppo economico, nuova e qualificata occupazione, maggiore indipendenza energetica. Anche sul tema dell’efficienza energetica è necessario fissare obiettivi ambiziosi e vincolanti: recenti rapporti tecnici di parte industriale ne mostrano i benefici economici, ambientali e occupazionali e confermano analisi già da tempo effettuate dal mondo ambientalista».