Piemonte: tutti i numeri della green economy
Nel 2013 grazie alle imprese verdi in Piemonte sono stati creati 3.660 posti di lavoro, quasi l'8% su base nazionale. Soltanto a Torino si concentrano la metà delle imprese green della regione e nell'ultimo anno sono state 2300 le assunzioni nel settore. Ecco alcuni esempi di successo
22 January, 2014
Nel 2013 con la green economy in Piemonte sono stati creati 3.660 posti di lavoro. Ad annunciarlo l'assessore regionale alla Ricerca e Innovazione Agostino Ghiglia che, citando il rapporto Greenitaly 2013 pubblicato lo scorso novembre da Unioncamere e Symbola, ha voluto sottolineare come i dati "sono la cartina al tornasole di un Piemonte all'avanguardia, capace di creare opportunità di occupazione e di crescita nei settori green-friendly. C'é una percentuale sempre più rilevante di imprese che investono nei comparti della green-tech e della clean-tech per rilanciare la propria attività anche al di fuori dei confini regionali e nazionali. E' ormai chiara a tutti gli attori coinvolti -ha aggiunto Ghiglia- la necessità di puntare, anche grazie a politiche regionali di informazione e sostegno, su settori di sviluppo alternativi".
Sfogliando il dossier di Unioncamere e Symbola si scopre che sul fronte degli ecoinvestimenti spiccano le imprese lombarde: più di 60 mila, ovvero il 18% delle imprese green di tutto il Paese. A seguire le imprese del Veneto (9,4%), quelle dell’Emilia-Romagna e del Lazio a pari merito, dove sono presenti, in ciascun territorio, poco più di 28 mila imprese (8,6%). Seguono Piemonte, Campania, Toscana e Puglia, rispettivamente con 23.690, 22.540, 21.440 e 20 mila imprese attente alle loro performance ambientali.
Passando dalle Regioni alle Province, Roma non rinuncia al suo ruolo di Capitale e guida la classifica provinciale per numero di imprese investitrici nell’eco-efficienza con 20.450 imprese green (pari al 6,2% del totale nazionale delle imprese verdi). Sul podio anche Milano, seconda a quota 18.400 imprese (pari al 5,6% del totale nazionale), e Torino, terza con 11.090 imprese (3,4%).
I territori più ricchi e affamati di competenze verdi sono quelli a maggiore presenza di imprese eco-investitrici: il 35,6% del totale nazionale delle assunzioni non stagionali di green jobs in senso stretto previste dalle imprese industriali e dei servizi (con dipendenti) per il 2013 si concentra infatti nel Nord-Ovest, con 16.600 assunzioni, grazie soprattutto alla Lombardia, dove se ne contano quasi 11.600, e al più contenuto contributo del Piemonte, regione dalla quale arrivano 3660 assunzioni di green jobs in senso stretto (quarta regione della graduatoria assoluta) che corrispondo ad un apprezzabile 7,9% del totale nazionale.
Sul podio delle province per valore assoluto delle assunzioni non stagionali di green jobs in senso stretto previste dalle imprese nel 2013 troviamo Milano, al primo posto grazie a 6 mila assunzioni di queste figure (12,9% del totale nazionale), Roma (3.400; 7,3%) e Torino (2.300; 5%).
Km0
Sono tante le aziende che hanno sposato la filosofia del Km0. In Piemonte, ad esempio, la Società Agricola San Biagio, nata come allevamento ittico di pesci d’acqua dolce volto al ripopolamento di laghi e fiumi, ha deciso di intraprendere la strada della vendita diretta e della conseguente trasformazione del prodotto. Ecco allora che nascono i filetti di trota affumicata, al moscato, grigliati, il paté di trota, il ragù di trota, il tonno di trota, le guance di trota e tanti altri. Come inizio del percorso, l’azienda ha partecipato ai mercati di Campagna Amica fino a diventare socio fondatore della cooperativa che gestisce la Bottega omonima di Fossano.
Componentistica
Quello della componentistica e la ricerca di materiali alternativi, è il segmento in cui il Piemonte vanta una forte specializzazione. Nel territorio che più di ogni altro in Italia è da sempre stato legato a doppio filo con l’industria dell’auto, sono più di un centinaio le aziende impegnate nello sviluppo di tecnologie verdi. I progetti spaziano dall’adozione di materiali alternativi, più leggeri o maggiormente riciclabili (35 imprese), ai sistemi di propulsione elettrici o ibridi (33 imprese), fino alla concezione e commercializzazione di componenti più efficienti per il veicolo (28 rispondenti). È questo, ad esempio, il caso di Matrix che, grazie ad un centro di ricerca e sviluppo in costante rapporto con il Politecnico di Torino, è uno degli esempi dell’eccellenza meccatronica piemontese. I suoi iniettori di ultima generazione permettono di applicare ai motori alimentati con carburanti alternativi (metano, GPL, idrogeno) le stesse strategie adottate per gli iniettori a benzina. I loro ridotti tempi di risposta, l’elevata ripetibilità e affidabilità consentono di ridurre il consumo di combustibile, di soddisfare i requisiti di emissioni Euro5 ed Euro6 per l’intera vita dei veicoli e di garantire le stesse performance anche nel trasporto pesante.
Start up
Estremamente vivace in Piemonte è anche il mondo delle start up, tra cui merita una menzione Beond - Be on drive, fondata da una squadra di ingegneri meccanici del Politecnico di Torino, con in testa il sogno di correre con veicolo a idrogeno la Shell Eco-marathon, prima competizione al mondo dove vince chi consuma meno. Alessandro Ferraris e la sua squadra non solo hanno partecipato a questa competizione, ma l’hanno anche vinta più di una volta, senza però accontentarsi. Nell’ottobre 2012 è così nato Xam 2.0, un veicolo sviluppato non più per competizioni studentesche ma per competere con i car maker sulle strade di tutti i giorni. Xam 2.0 ha vinto la classe E-Rev e raggiunto il terzo posto assoluto all’edizione 2012 della Future Car Challenge178, 100 chilometri che separano Brighton dal centro di Londra, percorsi in poco meno di tre ore. Dopo la sua presentazione al Museo dell’Auto di Torino, oggi la sfida è quella di trovare degli investitori per l’industrializzazione del prototipo che si rivolge alla mobilità cittadina, ai servizi di car sharing e a piccole flotte messe a disposizione dagli enti locali.
Grande distribuzione alla spina
Significativo anche il moltiplicarsi nella grande distribuzione dei prodotti alla spina, senza imballaggio. La sola Coop offre una rete di quasi 200 distributori per detersivi alla spina. Dispenser per detersivi alla spina Solbat sono presenti anche in supermarket Auchan, Crai e Leon. I risultati sono considerevoli. In Piemonte, regione all’avanguardia nella promozione del consumo senza imballaggi, grazie ad un progetto per la diffusione dei detersivi self service cui hanno aderito le principali catene della Gdo, in 4 anni (2006 – 2010) sono stati venduti circa 1,5 milioni di litri, con un tasso di riutilizzo dei flaconi del 70,9%: che significa 150 tonnellate circa di CO2 non emessa, più di 2 GWh di energia e 220 milioni di litri d’acqua non consumati.
Meccatronica
Anche il settore della meccatronica è molto attivo, come dimostrano le attività del distretto omonimo di Torino, il MESAP, una rete che oggi aggrega 196 imprese con 33 mila addetti, diverse università, fra cui il Politecnico di Torino, 11 Centri di Ricerca. Queste imprese si rivolgono ai big player mondiali dell’aeronautica, dell’elettronica, dell’automotive, del bianco e dell’aerospazio, a cui offrono prodotti smart (consumer e industriali), che la meccatronica applicata rende multifunzionali, usabili, affidabili; o tecnologie flex e green per il miglioramento dell’automazione e dell’eco-efficienza dei cicli produttivi. Il tutto con l’ambizione di contribuire a creare le fabbriche del futuro, più intelligenti, competitive e pulite. Fra le iniziative più interessanti del MESAP ci sono il progetto Lavoeco che prevede la messa a punto e la costruzione di utensili da taglio innovativi capaci di lavorare a secco o con l’utilizzo di sistemi di lubrificazione minimale (MQL); il progetto Radiodry190 che ha l’obiettivo di sviluppare un sistema ad alta frequenza per l’asciugatura della carta stampata a basso impatto ambientale. Questo nuovo strumento permetterebbe di avere una stampa migliore trasferendo in forma mirata ed ecocompatibile l’energia necessaria per l’asciugatura, consentendo l’uso di inchiostri a base acquosa, meno inquinanti, e costi di esercizio inferiori. Si stima infatti una riduzione di costi energetici che, dagli 800 KWh, passerebbero a 80 KWh nelle medesime condizioni di lavoro.
Il distretto lavora anche nell’ambito dei sistemi per l’energy harvesting, concepiti per recuperare dall’ambiente circostante piccole quantità di energia utili per alimentare autonomamente piccoli dispositivi elettronici o meccatronici (microprocessori, sensori, trasmettitori, ricevitori), evitando quindi la necessità di collegamenti elettrici di potenza e batterie. Si sta mettendo a punto un innovativo sistema di questo tipo, totalmente wireless, cioè senza cablaggio di alimentazione, che si basa sul verde-piezo, un elemento senza piombo, quindi più semplice da smaltire, che cattura le vibrazioni meccaniche dell’ambiente e le trasforma in energia.