I numeri sullo spreco alimentare secondo Last Minute Market
29 January, 2014
I numeri dello spreco alimentare nel mondo e nel nostro Paese sono inaccettabili. Secondo il Rapporto 2013 sullo spreco domestico di Waste Watcher (l’Osservatorio di Last Minute Market con Swg e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna) ogni famiglia italiana butta in media circa 200 grammi di cibo la settimana: il risparmio complessivo possibile ammonterebbe dunque a circa 8,7 miliardi di euro.
Secondo i monitoraggi di Last Minute Market, inoltre, in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria agro-alimentare e più di 300 mila tonnellate dalla distribuzione. Non è un caso, dunque, che negli ultimi sei mesi sia aumentata la sensibilità degli italiani intorno al tema degli sprechi: lo certifica il primo sondaggio 2014 di Waste Watcher. Le rilevazioni effettuate nel 2013 registravano che il 45% degli italiani aveva sensibilmente diminuito lo spreco del cibo acquistato e poi sprecato rispetto al 2012. Oggi quel dato è salito al 52%, sette punti percentuali che testimoniano una maggiore attenzione nella politica familiare nella spesa alimentare.
Evidentemente, l’obiettivo che gli italiani si danno nel 2014 è di “contingentare” il costo dello spreco domestico. Per questo, probabilmente, abbiamo smesso di irrigidirci davanti alla data di scadenza dei prodotti: oggi il 63% degli intervistati dichiara che, quando il cibo è scaduto, controlla se effettivamente è andato a male oppure è ancora buono, e cerca comunque di riutilizzarlo. Il raffronto con il dato dell’anno scorso (55%) denota un’attenzione e una concentrazione decisamente superiore da parte degli italiani nell’evitare anche i più piccoli sprechi. Attenzione che si riverbera nelle abitudini di acquisto: mai o raramente gli italiani acquistano prodotti che non piacciono e sono quindi a rischio spreco (70%), comperano confezioni troppo grandi (64%), comprano cibo che va a male (63%) o fa la muffa (62%), esagerano nel fare la spesa (59%) o cucinano troppo cibo (58%)».