Vietato esporre frutta sul marciapiede, la risposta di Coldiretti alla sentenza della Cassazione
"Dalle strade delle città non vanno tolte le cassette di frutta ma lo smog, che non danneggia solo i prodotti alimentari ma anche la salute degli italiani". Così Coldiretti commenta la sentenza della Cassazione, che ha multato un fruttivendolo di Pomigliano d'Arco per aver esposto tre cassette di frutta all'esterno del suo negozio
12 February, 2014
Ha da subito destato notevole scalpore la sentenza della terza sezione penale di Cassazione, che ha confermato la multa ad un fruttivendolo di Pomigliano d'Arco colpevole di aver esposto tre cassette di frutta all'esterno del suo negozio. I giudici della Suprema Corte hanno motivato la loro decisione affermando, ai sensi dell'art. 5 lettera b) della l. 283/62, che "la messa in commercio di frutta all'aperto ed esposta agli agenti inquinanti costituisce una violazione dell'obbligo di assicurare l'idonea conservazione delle sostanze alimentari e rispettare l'osservanza di disposizioni specifiche".
Coldiretti commenta la vicenda, sostenendo che il problema dei centri urbani è lo smog e non la frutta esposta all'aria aperta e avvertendo che la sentenza della Cassazione “rischia di favore i grandi centri commerciali e accelerare nei centri urbani la chiusura dei piccoli negozi alimentari”.
Ecco il comunicato completo di Coldiretti:
“Dalle strade delle città non vanno tolte le cassette di frutta ma lo smog che non danneggia solo i prodotti alimentari ma anche la salute degli italiani che in un caso su cinque dichiarano di avere problemi respiratori favoriti dal peggioramento della qualità dell’aria che si è verificato negli ultimi 10 anni secondo il recente studio europeo pubblicato su Lancet Oncology e confermato anche da Legambiente. L’obiettivo deve essere quello di rimuovere le cause dell’inquinamento nelle città e non certo quello di ostacolare il consumo di cibi sani come l’ortofrutta che sono necessari per la salute dei cittadini. Gli acquisti di frutta e verdura degli italiani nel 2013 sono crollati al minimo da inizio secolo con le famiglie che hanno messo oltre 100 chili di ortofrutta in meno nel carrello, rispetto al 2000. Le famiglie hanno portato sulle tavole appena 320 chili di ortofrutta al disotto dei 400 grammi al giorno che l'Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia per mantenersi in forma. La sentenza della Cassazione rischia pero’ anche di favore i grandi centri commerciali e accelerare nei centri urbani la chiusura dei piccoli negozi alimentari che hanno fatto segnare un calo record delle vendite del 3 per cento nel 2013. Un fenomeno che oltre ad effetti economici ed occupazionali determina un impatto negativo legato alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell'intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. Un trend contrastato solo dall’andamento positivo dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica che sempre piu’ frequentemente trovano spazio nei centri delle città e contribuiscono a mantenere vivo il tessuto economico e sociale”.
(foto colourbox.com)