Quanto cibo sprechiamo? Altroconsumo segue gli italiani al supermercato
All'ultimo WiGreen - Forum sulla sostenibilità - alle Stelline di Milano, il focus è stato sullo spreco alimentare. Franca Braga – Centro di competenza Alimentazione & Salute di Altroconsumo - racconta l'ultima inchiesta con cui l'associazione dei consumatori ha monitorato alcune famiglie tipo, nel loro "fare la spesa quotidiano"
17 February, 2014
Dott.ssa Braga, ma quanto cibo sprechiamo davvero oggi? Altroconsumo ha dei numeri precisi?
No, durante la nostra presenza a WiGreen, abbiamo riportato dati forniti da altri Istituti ed è anche emerso che ci sono dati contrastanti: per Last Minute Market
infatti lo spreco di cibo annuale in media è di 76 kg pro-capite, in Italia; uno studio del Politecnico di Milano parla invece di 42 kg a testa.
Il problema però non è il dato preciso, comunque molto rilevante, quando che finalmente si parli del fenomeno e che ci sia più consapevolezza.
Altroconsumo è tra i principali e più conosciuti movimenti di difesa dei consumatori; avete aperto una sezione anche sul tema dello spreco alimentare?
No, i temi da sempre in Altroconsumo vengono scelti secondo gli interessi dei nostri associati e lettori e da anni avvertiamo che la sensibilità sul discorso spreco, in generale, è in aumento. Nel 2013 abbiamo terminato questa indagine qualitativa, svolta in collaborazione con l'Università Cattolica, per capire perché la gente sprechi ancora tanto cibo e come si possa ridurre questa cattiva abitudine, quali consigli si possano dare.
Come si è svolta l'indagine?
Abbiamo seguito a Milano 10 famiglie tipo nelle loro attività di spesa alimentare; abbiamo monitorato abitudini e comportamenti, fornendo loro un diario settimanale per annotarli. Alla fine abbiamo condotto dei focus-group per capire quando e come si verificano i momenti di spreco e come contrastarli.
Cosa avete scoperto?
Ci sono davvero dei punti critici nelle abitudini di consumo e alimentari su cui bisogna intervenire. Ad esempio, quasi nessuno fa più la lista della spesa o se la fa poi non la segue al momento degli acquisti. La conseguenza principale è che si viene sempre più condizionati dagli impulsi del momento, nell'atto di acquisto: l'effetto delle promozioni tipo "2X1" è notevole, così come la forza attrattiva dei claim più gridati sulle confezioni (il classico "-50% di grassi") ed è sempre più difficile resistere agli slogan salutistici e nutrizionali di tantissimi prodotti. I consumatori acquistano sull'onda di questi stimoli e non vanno molto oltre ...
Invece di?
Invece di fare davvero e rispettare la lista della spesa; controllare "cosa ho in casa prima di uscire" e comprare solo quello di cui ho davvero bisogno; pianificare cosa occorre per i pasti che si faranno a casa durante la settimana. Sotto questo punto di vista manca ancora una cultura del risparmio e dell'attenzione ad evitare gli sprechi.
Abbiamo parlato spesso dello spreco di cibo che c'è anche nelle mense scolastiche. Ad esempio le 8 tonnellate di cibo quotidiano che vengono scartate a Milano. Altroconsumo cosa ne pensa?
Conosciamo il problema, ma le assicuro che nelle mense aziendali si spreca ancora di più, solo che lì non abbiamo dati precisi come quelli di Milano Ristorazione. Almeno nelle mense scolastiche si pianifica il numero dei pasti, in base alla presenza degli alunni. Comunque sappiamo che stanno seriamente cercando di ridurre il fenomeno.
di Stefano D'Adda